Brindisi, 12/05/2008
I dettagli dell'arresto dei tre killer della Scu
I Carabinieri del Reparto Operativo di Brindisi, unitamente al personale del raggruppamento operativo speciale - ROS. –Sezione Anticrimine di Lecce-, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, hanno eseguito 3 arresti di soggetti appartenenti alla Sacra Corona Unita, responsabili di omicidio.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Lecce dott. Maurizio Saso, su richiesta del dott. Leonardo Leone de Castris, e’ stata eseguita nei confronti di:
Daniele Giglio, 34enne;
Pasquale Orlando, 37enne, (alias “jo jo”), in atto detenuto per altra causa;
Giuseppe Tedesco, 36enne (alias “capu ti bomba”), in atto sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di p.s.
L’ordinanza che dispone l’arresto dei tre brindisini, e’ scaturita dalla loro chiamata in correita’, da parte dell’ex capo clan della SCU brindisina, oggi collaboratore di giustizia, Vito Di Emidio (alias bullone), nel duplice omicidio di Giacomo Casale (detto puffetto) e Leonzio Rosselli, avvenuto a Brindisi nel 1996, nonche’ nell’ omicidio di Giuliano Maglie, avvenuto a Bar (Montenegro) nel 1999. Di Emidio infatti, fornendo delle confessioni molto dettagliate, ha permesso di fare luce su una serie di omicidi avvenuti negli anni in cui la SCUera in piena attivita’ criminosa e che hanno insanguinato il Salento. Proprio l’affidabilita’ della sua collaborazione, suffragata dai riscontri oggettivi dell’attivita’ investigativa svolta dai Carabinieri del reparto operativo di Brindisi, e dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia storici quali Maurizio Coffa e Salvatore Massaro, nonche’ da collaboratori piu’ recenti in ordine di tempo come Fabio Maggio(ex braccio destro di Vito Di Emidio) e Fabio Luperti, hanno permesso di ricostruire l’esatta dinamica omicida dei seguenti delitti:
DUPLICE OMICIDIO DI CASALE GIACOMO E ROSSELLI LEONZIO
Dalle confessioni di Di Emidio, corroborate dai riscontri eseguiti dai Carabinieri, e’ emersa la responsabilita’ degli arrestati in ordine al duplice omicidio di Casale e Rosselli, appartenenti ad un clan rivale, avvenuto a Brindisi nel maggio del 1996, quale segno di ritorsione per le uccisioni di Mino Truppi e Nicola Santacroce, eseguiti su ordine di Franco De Fazio (alias farfallone). infatti dopo questi omicidi, negli ambienti malavitosi correva la voce che a compierli potevano essere stati dei sicari di De Fazio. Di Emidio allora, assieme a Giuseppe Tedesco, Pasquale Orlando, Daniele Giglio e Tonino Giglio, si riunirono per organizzare un agguato e vendicare i propri amici. Con una scusa, Daniele Giglio, che aveva rapporti di amicizia con Casale e Rosselli, li accompagno’ all’interno di un cantiere di una villa in costruzione nei pressi del rione Sant’Elia, dove ad attenderli c’erano Di Emidio e Eedesco. Tonino Giglio nella fase esecutiva ebbe dei ripensamenti e non partecipo’. Giunti sul posto, i due ospiti si resero subito conto di cio’ che li aspettava, e poiche’ non seppero dare alcuna spiegazione in merito all’omicidio di Truppi, vennero prima strangolati con delle corde, e poi colpiti da Tedesco, piu’ volte alle gambe con un piccone. i due cadaveri furono caricati su una autovettura che avevano precedentemente rubato e trasportati sulla strada che da Brindisi porta a San Donaci, all’interno di un terreno, dove dovevano essere seppelliti. le operazioni di sepoltura pero’, furono disturbate e interrotte dall’ occasionale passaggio di un’auto con alla guida una persona anziana, e pertanto, fu deciso di trasportare i due cadaveri altrove. Individuato un pozzo all’interno di un terreno sulla strada San Pietro Vernotico-Mesagne, ai cadaveri furono prima tolti gli abiti, e poi gettati all’interno di esso. Gli assassini a questo punto si preoccuparono di ritornare sul luogo del delitto per cancellare ogni traccia. In data 7 ottobre del 1997, un agricoltore durante le operazioni di pulizia del pozzo, fece la macabra scoperta. i successivi accertamenti consentirono di identificare i corpi che in vita erano appartenuti a Giacomo Casale e Leonzio Rosseli.
OMICIDIO E OCCULTAMENTO DEL CADAVERE DI
MAGLIE GIULIANO (ALIAS NACA-NACA)
Vito Di Emidio e’ stato anche il mandante dell’omicidio di Giuliano Maglie, che si e’ consumato nell’anno 1999 a Bar (Montenegro), ad opera di suo cognato Giuseppe Tedesco. Maglie era affiliato al clan di Tonino Luperti, del cui fratello Salvatore, nell’ambiente criminale se ne imputava l’uccisione a Di Emidio. infatti quest’ulimo, mentre si nascondeva a Pivot (Montenegro), saputo dell’arrivo del Di Maglie, anch’egli latitante poiche’ colpito da una ordinanza di custodia cautelare, sospetto’ subito che fosse stato mandato per ammazzarlo e vendicare Salvatore Luperti, quindi, decise assieme al cognato Giuseppe Tedesco, di giocare d’anticipo uccidendolo appena arrivato nel territorio montenegrino. Questo non accadde, e il Maglie arrivato in Montenegro con dei documenti falsi, ando’ persino ad alloggiare presso l’abitazione di Giuseppe Tedesco, dedicandosi all’attivita’ illecita del contabbando di sigarette. Maglie, in una occasione era andato addirittura a trovare Di Emidio a Pivot, e in quella circostanza gli confido’ che Tonino Luperti era molto dispiaciuto della morte del fratello e che lui era in Montenegro anche per fare vendetta ed uccidere Maurizio Coffa ritenuto da lui il vero responsabile. Di Emidio convinto che il Maglie mentiva spudoratamente, gli permise di rientrare indenne a Bar, sollecitando continuamente il cognato Giuseppe Tedesco, di procedere alla sua uccisione. dopo alcuni giorni Tedesco, comunico a Di Emidio che aveva provveduto ad uccidere Maglie, sparandogli in testa con una pistola cal. 9, e di averlo nascosto dapprima in una cisterna e poi con l’aiuto di un amico di averlo seppellito.
REGIONE CARABINIERI PUGLIA
COMANDO PROVINCIALE DI BRINDISI
Reparto Operativo
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