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Brindisi, Stop al prelievo di sabbia: il TAR dà ragione alla Provincia di Brindisi



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Brindisi, 15/05/2008

Stop al prelievo di sabbia: il TAR dà ragione alla Provincia di Brindisi

Con sentenza 1361/08 il TAR Puglia Sezione Prima di Lecce ha accolto il ricorso della Provincia di Brindisi contro il Comune di Lecce e la Regione Puglia per l’annullamento della determinazione del Dirigente del Settore Demanio e Patrimonio della Regione Puglia del 6.7.2007 di autorizzazione del prelievo di 200.000 metri cubi di sabbia marina dai fondali di Punta Penne, Brindisi.

Si chiude così una triste vicenda in cui si voleva ancora far soccombere Brindisi e la tutela del suo ambiente rispetto ad interessi lontani. Il progetto di ripascimento del Comune di Lecce prevedeva in effetti l’estrazione di sabbie da area marina antistante litorale brindisino gravemente danneggiato dal fenomeno dell’erosione marina, non meno di quello leccese da ripascere.

Nel determinante documento del 10 maggio 2006, la Provincia di Brindisi metteva tra l’altro in evidenza: “I forti fenomeni di erosione che avvengono a sud di Torre Guaceto fino a Punta Penne, comportano il continuo asporto di sabbia dalle spiagge, il trasporto ed il deposito delle particelle più fini nel punto di depressione delle correnti marine locali costituite dallo sperone di Punta Penne.
Quindi, al largo di Punta Penne, a causa della sua sporgenza e della rottura delle correnti di sottocosta, si verifica il deposito delle sabbie asportate a monte. Tale deposito costituisce elemento essenziale per l’equilibrio delle concomitanti azioni di erosione, trasporto e deposito che avvengono sulle spiagge del litorale fino a Torre Guaceto in particolare: il deposito di sabbia di Punta Penne costituisce la naturale barriera all’incremento delle azioni erosive lungo il richiamato tratto costiero.
Appaiono rilevanti inoltre, a certificazione degli incipienti fenomeni erosivi che interessano la costa in questione, le recenti perimetrazioni dell’area demaniale effettuate dalla Capitaneria di Porto di Brindisi che attestano un forte arretramento di circa 5-6 metri rispetto all’ultima perimetrazione effettuata solo 20 anni fa. Tali valori possono essere riscontrati in modo particolareggiato anche in recenti studi effettuati sull’area che individuano arretramenti delle linee di bagnasciuga dell’ordine di 0,3 – 0,5 metri/anno”.

Su tali argomentazioni, e non certo sull’inesistente campanilismo attribuito al Presidente Errico dai fautori del progetto, la Provincia di Brindisi ha costruito la sua opposizione ad un’operazione incredibile quanto potenzialmente disastrosa.

Il TAR di Lecce ha messo in evidenza come il decisivo parere di compatibilità ambientale espresso dalla Regione Puglia era quasi esclusivamente fondato sullo studio di parte del Prof. Giovanni Marano, “le cui valutazioni venivano recepite piuttosto acriticamente, in assenza dunque di una puntuale approfondita e pienamente informata considerazione degli effetti, nel breve e nel medio e lungo periodo, dell’intervento di dragaggio, prelevamento e trasporto della sabbia”.

Il Collegio ha ritenuto che un prelevamento di 200.000 metri cubi di sabbia in un’area di 250.000 metri quadrati “avrebbe richiesto lo svolgimento di un’istruttoria della massima completezza e un esame estremamente attento dei relativi esiti e in generale di tutti gli interessi in gioco, condotti entrambi nella piena consapevolezza delle cause, delle dimensioni nonché dei futuri ipotizzabili sviluppi del fenomeno dell’erosione delle spiagge”.

Il TAR così conclude: “a pena di porre in essere interventi di durata limitata e suscettibili di produrre danni pari se non superiori agli eventuali benefici, ogni azione di difesa dei litorali deve essere realizzata con la coscienza di incidere su di una risorsa ormai limitata e per sua natura particolarmente sensibile ad ogni forma di influenza esterna, naturale o umana”.

COMUNICATO STAMPA DELLA PROVINCIA DI BRINDISI


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