Brindisi, 20/05/2008
UIL: "i danni della politica del no"
Se la memoria non ci inganna, non riusciamo più a ricordare da quanto tempo è completamente assente dai pensieri e dagli obiettivi di crescita l'idea di una vera programmazione dello sviluppo e della economia di questo sfortunato territorio, anche se periodicamente qualche rappresentante politico, forse per lavarsi la coscienza, annuncia di essere disponibile ad impegnarsi per fare questo o quello, puntualmente smentito dai fatti perchè nella realtà, fino ad oggi, alle parole non sono seguiti i fatti.
Sfortunato perchè la politica a livello locale non ha alcuna intenzione di interessarsi seriamente per pianificare quello che serve veramente (progetti, risorse e tempi di realizzazione certi) per ridare ossigeno al nostro stremato sistema industriale ed infrastrutturale, molto importante quest'ultimo, per la semplice ragione che entrambi sono interdipendenti tra di loro: se il primo ha problemi, il secondo sicuramente corre il rischio di perdere la sua centralità diventando, inevitabilmente, obsoleto.
Un drammatico “EFFETTO DOMINO”, da tempo denunciato dalla UIL provinciale, e puntualmente avvenuto per il mancato sviluppo dell'indotto del comparto chimico, energetico, dell'industria meccanica, del settore tessile e di quello agricolo.
Grandi opportunità di sviluppo perdute negli anni hanno causato la crisi di interi settori produttivi, attualmente, in grosse difficoltà.
È evidente che in altri territori, come ad esempio a Potenza, hanno avuto la grande capacità di usufruire di tutte le occasioni che si sono presentate per coniugare sviluppo, crescita economica, rispetto ambientale.
Dal 2012, infatti, andrà in produzione il secondo giacimento petrolifero a Tempa Rossa (proprietà Total al 50% in jont venture con Shell ed Exxon) in provincia di Potenza che estrarrà a regime 50mila barili di petrolio e 350mila metri cubi di gas al giorno.
Sottolineiamo che la zona di estrazione si trova al centro di 3 parchi nazionali: quello del Cilento, del Pollino e di Gallipoli-Cognato (dolomiti lucane). Il tutto permetterà di diminuire la dipendenza di importazione del petrolio dall'estero del 10%, con grande beneficio per tutto il nostro Paese.
I vantaggi di questa operazione sono sotto gli occhi di tutti. La regione Basilicata ha già ottenuto, con un precedente accordo, la fornitura gratuita di un minimo di 750 milioni di metri cubi, mentre è previsto un rilancio dell'economia anche in termini di indotto con strutture alberghiere, ristorazione e servizi. Inoltre saranno assunti per la costruzione del Centro Oli (affidata ad una ATI di 8 imprese lucane) 240 lavoratori ed altri 70 saranno formati per essere inseriti a gestire il ciclo produttivo. Nel frattempo l'Eni con una pipe-line da Viggiano invierà il greggio alla raffineria di Taranto.
La UIL provinciale da molti anni ha evidenziato la necessità del completamento dell'oleodotto fino a Brindisi per rafforzare la capacità produttiva e l'abbattimento dei costi di produzione del petrolchimico, ma questo investimento rimane ancora in forse.
La politica del NO! impedisce qualsiasi possibilità legata a questo tipo di industria.
Le opportunità a disposizione come i Progetti infrastrutturali regionali e di frontiera, i Programmi Interreg, anche essi finanziati dalla Comunità, l'Area Vasta sono altri esempi di quanto si è perso.
Anche la questione delle bonifiche che la UIL di Brindisi considera alla base del rilancio del territorio soffre per i ritardi delle autorizzazioni per la cantierizzazione dei lavori promesse qualche mese fa dal Sindaco di Brindisi e non ancora definite.
Continuiamo ad assistere a questa avvilente e dannosa sceneggiata, recitata in nome di un modello di sviluppo rimasto sulla carta.
Esprimiamo la nostra contrarietà a questo tipo di politica che non fa niente per non danneggiare nessuno mentre, in realtà, ha provocato danni e precarietà sociale.
COMUNICATO STAMPA UIL
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