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Brindisi, Gioventù Italiana ricorda Almirante a 20 anni dalla scomparsa



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Brindisi, 22/05/2008

Gioventù Italiana ricorda Almirante a 20 anni dalla scomparsa

Era il 22 Maggio 1988, quando in Italia giunge la notizia che Giorgio Almirante si è spento in una clinica privata parigina. A soffrire per tale notizia sono soprattutto quelle persone che hanno creduto, che hanno lottato con lui per l’onore della Patria. Rappresentante di quella generazione di destra che non si è mai arresa.
Almirante cresce in piena epoca fascista, milita nelle organizzazioni giovanili fasciste. Il 26 luglio 1943, come politico sembra ormai finito del tutto, numerose le defezioni fra i fascisti, comportamento che egli rifiuta. Rimane, improvvisamente solo, ma la sua fede che non lo abbandonerà mai lo rende ancora più forte. Dopo il discorso di Mussolini alla radio di Monaco compie la sua scelta di campo: si arruola nella costituenda Guardia Nazionale Repubblicana. Il 25 Aprile 1945, Almirante entra in clandestinità, uscito da tale stato il 26 Dicembre 1946 partecipa alla riunione costitutiva del “Movimento Sociale Italiano” (MSI).
Inizia l’era Almirante, ritorna a splendere la destra ed i suoi ideali.
Nel 1948 conduce una durissima campagna elettorale, il MSI ottiene il 2 per cento dei voti ed entra in Parlamento con sei deputati, tra cui egli stesso, ed un senatore. Nel corso delle successive legislature della Repubblica, Almirante si distingue in battaglie in Parlamento come quella contro l’attuazione dell’ordinamento regionale dello Stato; altre battaglie lo vedono protagonista, come ad esempio quella contro la legge Scelba sul divieto della ricostituzione del partito fascista o contro la riforma elettorale maggioritaria di De Gasperi, in difesa dell’italianità di Trieste e dell’Alto Adige, contro la nazionalizzazione dell’energia elettrica e contro la riforma della scuola media.
Scompare con Giorgio Almirante la stabilità della destra italiana, il trascinatore delle genti non c’è più. Quell’uomo, che grazie alla propria forza morale, alla tenacia, alla voglia di riscatto, di dignità ha fatto sognare moltissime persone. Uomo "fatto per i tempi duri e difficili, fatto per seminare e non per raccogliere, fatto per dare e non per prendere".
Grande attenzione ha rivolto ai giovani, in cui ha posto le aspettative future. Fermo e deciso nei suoi discorsi. Oratore di concretezze e non di utopie. Maestro di vita: "Ve lo predichiamo ancora, vi diciamo che non bisogna reagire… vi invitiamo ad una serenità che può sembrare addirittura sovrumana, io stesso vi ho detto, dinnanzi alle salme degli assassinati e dei bruciati vivi, che non si lotta per la civiltà. Voglio dire, giovani, che vi ho chiesto, e continuo a chiedervi, l’assurdo: di essere pienamente giovani e compiutamente maturi, di fondare l’entusiasmo con la saggezza, il coraggio con l’intelligenza, la naturale ansia di vincere con la consapevolezza della lunga necessaria proiezione della battaglia nel tempo…".
Difensore senza riserve di quel “Dio, Patria, Famiglia”, principi intoccabili per chi, come noi, milita in forze di destra. Principi base della società, perderli significherebbe vivere nel caos e ciò non è assolutamente auspicabile. Almirante è stato portavoce di quella generazione che in molti hanno descritto e descrivono tuttora come violenta e senza ideali, come sbandati in cerca di qualcosa. Noi non siamo questo! Abbiamo imparato ad essere coerenti, a non rinnegare, a combattere accanto a quelle forze dell’ordine che vengono denigrate, ad amare la Patria ed il nostro Dio, a rispettare la nostra famiglia, a rispettare il prossimo da cui esigiamo lo stesso rispetto, ad opporci a coloro che vogliono instaurare dei falsi moralismi. Fieri di poter guardare negli occhi evitando di abbassare lo sguardo, perché non abbiamo nulla da nascondere. Amiamo la giustizia, perché questa può farci vivere serenamente. Rispettiamo il lavoro, perché nobilita l’uomo. Onoriamo il pane, poema di sacrificio. Sorridiamo alla vita, evitiamo di bruciarla.
Almirante, nel 1987, presentò ufficiosamente come proprio “delfino” l’allora trentacinquenne G. Fini, che senza curarsi di quelle che sono state le proprie radici ha spento, per scopi materiali, quella fiamma che ha incendiato le anime di passione ed entusiasmo, quella stessa fiamma per la quale adulti e giovani hanno perso la vita, quella fiamma che nei cuori di molti continua ad ardere come nel cuore di Giorgio Almirante sino al quel 22 Maggio 1988. Il cambiamento di Fini alcuni lo hanno ritenuto necessario… no non era necessario gettare in aria anni ed anni di lavoro, di sofferenza. Per essere un grande uomo bisogna credere fermamente in quello che per tanto tempo è stato il proprio credo e bisogna difenderlo fino alla fine, fino alla morte. Il vero popolo di destra non dimentica la propria cultura e noi siamo orgogliosi di essere quello che siamo!
"La destra o è coraggio o non è, è libertà o non è, è nazione o non è, così vi dico adesso, la destra o è Europa o non è. E vi dico qualcosa in più: l’Europa o va a destra o non si fa!"

Veronica Recchia
Gioventù Italiana Brindisi


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