Brindisi, 10/06/2008
La Uil su "Acque Chiare"
La vicenda del villaggio di Acque Chiare assume ogni giorno che passa contorni sempre più complessi ed articolati.
La grande difficoltà che l'intera problematica rappresenta dal punto di vista giuridico e per i danni subiti, sta provocando agli incolpevoli proprietari gravi disagi e mortificazioni in quanto, da un giorno all'altro, si sono visti sottrarre la loro proprietà immobiliare.
La UIL ritiene che il percorso giudiziario debba seguire il suo iter per determinare le responsabilità .
È necessario però risolvere nel migliore dei modi ed in tempi ristretti anche altri problemi che questa situazione sta determinando.
Occorre infatti ricercare soluzioni utili per salvaguardare coloro che hanno acquistato le abitazioni, in quanto hanno subito danni morali e materiali dei loro beni senza, ad oggi, aver avuto nessuna risposta positiva in merito al recupero degli immobili sequestrati.
È iniziato, come sempre accade, il balletto dei distinguo da parte di persone (privati cittadini) ed Istituzioni a livello comunale, provinciale e regionale che prendono posizione per salvaguardare ruoli e responsabilità per cui, invece di rendere chiarezza e dare un contributo positivo per la soluzione del problema, lo complicano ancora di più.
C'è un altro aspetto però che ad oggi non è ancora stato adeguatamente affrontato ed è quello relativo al danno che i lavoratori dipendenti dell'azienda Romanazzi, società che ha costruito l'intero complesso, subiranno: LA PERDITA DEL POSTO DI LAVORO (GIÀ MINACCIATA DAL LORO TITOLARE).
È una grana per niente marginale e la UIL di Brindisi ritiene che la situazione che si sta determinando nell'ambito occupazionale debba trovare adeguato spazio ed attenzione in un momento di confronto con le parti sociali interessate al fine di dare sicurezza e continuità lavorativa alle maestranze che, sebbene non ancora coinvolte direttamente, rischierebbero di trovarsi da un giorno all'altro, anche loro, senza lavoro.
COMUNICATO STAMPA CSP/UIL
Brindisi
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