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Roma, Riordino sistema energetico nazionale: intervento Sen. Stanisci



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Roma, 26/05/2004

Riordino sistema energetico nazionale: intervento Sen. Stanisci

La sen. Rosa Stanisci è intervenuta, in aula, sul voto di fiducia chiesto dal Governo sul riordino del sistema energetico nazionale.
Di seguito il ptesto integrale dell'intervento.

"Il ricorso al voto di fiducia, di cui spesso il Governo fa uso, potrebbe, in apparenza far credere all’esistenza di problemi all’interno della maggioranza e della conseguente necessità di contarsi della stessa.
Ma, a ben guardare, il significato del porre la fiducia su argomenti importanti per la vita del Paese e per le future generazioni, è soprattutto quello di strozzare il dibattito, di togliere ai parlamentari il diritto di discutere e di migliorare i provvedimenti. Il Governo ha sbeffeggiato i senatori presentando qualche minuto prima della discussione generale il max emendamento. Ci è concesso mezz'ora per leggere il max emendamento del Governo, ritengo scorretto e sprezzante, il comportamento del Governo nei confronti del Senato e dei senatori che purtroppo caro Prersidente, si consuma senza la protesta della Presidenza di quest'Aula.
L’argomento di cui ci stiamo occupando è uno dei casi in cui bisognava dare spazio al dibattito ed al confronto anche in aula, poiché il riordino del sistema elettrico è materia importante, che investe la vita del paese.
È chiaro allora, che al Governo, interessa solo la liberalizzazione del settore energetico e la costruzione di altre centrali.
Una nuova politica energetica che tenga conto della disponibilità produttiva dell’Italia rispetto al fabbisogno, non può prescindere dall’efficienza degli impianti e della loro messa a norma, dal rispetto dell’ambiente, dalla produzione di energia pulita e dalla diminuzione delle tariffe per i cittadini.
Dal 1993 l’aumento medie delle bollette Enel si è attestato, all’incirca sul 3% annuo, con previsioni di ulteriori aumenti per il 2004.
Vale la pena di ricordare che, per quanto attiene le tariffe, era stato chiesto al Governo con un emendamento a firma della sottoscritta di prevedere condizioni tariffarie di miglior favore per le utenze domestiche e non domestiche, nelle aree sede di impianti energetici, agevolazioni che rigurdavano direttamente i cittadini. Il Governo in Commissione ha bocciato, insieme alla sua maggioranza questa proposta, così aree intere della Puglia, regione che contribuisce notevolmente alla produzione di energia per l’intero Paese non solo non avranno nessun riconoscimento, ma nell’ambito della distribuzione dell’energia prodotta sono ulteriormente penalizzati, in quanto viene meno, spesso, la continuità del servizio di erogazione di energia elettrica e nell’ultimo black aut tantissimi comuni pugliesi sono stati gli ultimi ad essere forniti.
Ma il Governo sordo a questi problemi, continua per la strada intrapresa col decreto legge sblocca-centrali, passando per quelli anti-black-aut, per arrivare a questo sul riordino del sistema elettrico ed in questo senso illuminanti sono le dichiarazioni dell’On. Bruno Tabacci, Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, che in una intervista afferma che: “Bisogna avanzare con decisione sulla strada della privatizzazione, introdurre maggiore flessibilità nelle autorizzazioni ai nuovi impianti e rendere più chiari i rapporti nella catena di comando del sistema. Ancora più chiara la sua affermazione per cui i ... “contrasti fra Stato ed EELL sulle centrali sono un grave ostacolo all’aumento dell’offerta. L’energia non dovrebbe essere materia inclusa nell’art. 117 della Costituzione, che ho anche proposto di modificare su questo punto. Almeno le centrali sopra i 300 Mw dovrebbero essere considerate alla stessa stregua delle grandi infrastrutture e sottoposte solo alla potestà statale".
È solo questo che interessa alla maggioranza di centrodestra altre che riordino del settore!
L’atteggiamento ed il comportamento del governo si è sviluppato e concentrato solo su alcuni assi portanti, quali il Mercato e le sue leggi, la logica del Governo è quella che è meglio non avere a che fare, con gli Enti Locali, con le Regioni, e con le popolazioni dove certi impianti si realizzano.
Questo alla fine, agevola solo chi produce energia, lo sanno bene quei territori e quei cittadini che, in nome del fabbisogno Nazionale, pagano da anni, in termini di danni all’ambiente e di salute pubblica, un prezzo troppo alto.
Al Governo abbiamo chiesto impegni precisi in questa direzione ed in più occasioni. Ma puntualmente essi sono stati disattesi.
È stato sempre evasivo, ambiguo e tutto proteso a rispondere a logiche grandi, di mercato e di grandi imprese. Anche qui illuminanti sono le dichiarazioni del Sen. Francesco Pontone Presidente della Commissione Industria del Senato, che stigmatizza i costi della bolletta asserendo che non si possono ridurre se non diminuiscono i costi di produzione delle centrali termoelettriche, incrementando l’efficienza energetica e utilizzando combustibili fossili a basso costo, quali il carbone.
L’aumento di utilizzo delle quantità di carbone, è ciò che chiedono le società che gestiscono le centrali esistenti, attraverso l’associazione ASSORCARBONE, con esplicita richiesta presentata al Ministero delle attività produttive.
Tale scelta strategico ci porta a non rispettare quanto sottoscritto nel protocollo di Kyoto in merito alla riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera.
È esemplare ciò che è accaduto a BRINDISI ed è per questo che abbiamo chiesto l’intervento del Governo, in questo provvedimento attraverso la presentazione di un emendamento che mira a bloccare la richiesta scellerata di ripotenziamento della centrale di Brindisi Nord. Voglio ricordare che per questa centrale era prevista la completa chiusura con la convezione del novembre del 1996 e la successiva riconversione a ciclo combinato in baso al DPCM del 1999.
Il progetto d’installazione di un impianto a ciclo combinato costituito da 2 gruppi a gas da 250 Mw ciascuno e n. 3 gruppi a carbone da 320Mw ciascuno, avanzato dalla società che gestisce la centrale, si configurerebbe, allora, non già come una richiesta di ripotenziamento ma, come richiesta di una nuova centrale che quindi andrebbe sottoposta al via – cosa quanto mai necessaria in un territorio già dichiarato ad elevato rischio di crisi ambientale.
Avremmo voluto che il Governo avesse espresso una posizione chiara, forte e determinata per bloccare questo progetto e per dare voce ai cittadini del territorio che non ne possono più di pagare un alto prezzo in termini di salute e di degrado ambientale.
Una popolazione che è stata umiliata ulteriormente dalle ultime vicende giudiziarie ancora in corso, che, se, confermate porterebbero alla luce l’intreccio perverso degli affari conclusi a scapito della salute dei cittadini.
Perché sia chiaro a tutti, attualmente a Brindisi per l’esercizio delle due centrali termoelettriche sono stati movimentati nel porto: nell’anno 2003, circa 5 milioni di tonnellate di carbone; circa 1,7 milioni di tonnellate di Orimulsion e un 1 milione di tonnellate di ceneri e gessi. Sempre nell’anno 2003 le emissioni di sostanze inquinanti misurate ed emesse complessivamente in atmosfera dalle due centrali sono state:
16.200 tonnellate di ANIDRIDE SOLFOROSA
13.400 tonnellate di OSSIDI DI AZOTO
750 tonnellate di POLVERI
La notevole quantità di COMBUSTIBILI, rifiuti e le notevoli emissioni di sostanze inquinanti emesse in atmosfera stanno determinando forti impatti sull’ambiente e sulla salute dei cittadini.
L’incremento di potenza finirebbe sicuramente col danneggiare una situazione già fortemente degradata e compromessa. Quindi, grave è la responsabilità del Governo che non ritiene prioritaria la salute dei cittadini ed è invece sensibile, molto sensibile agli interessi economici delle multinazionali e delle grosse imprese. Tanto che non è stato capace, in altri provvedimenti, di imporre, come da accordi, la realizzazione del ciclo combinato e la difesa di una norma che approvata dal Senato, era di fatto poi cancellata dalla Camera. Stessa logica è sottesa alla risposta data dalla maggioranza di Governo alla richiesta di realizzazione di un impianto di rigassificazione di gas naturale liquefatto.
Le norme previste in questo provvedimento semplificano le procedure e delegano il Governo ad adottare tanti, troppi decreti legislativi in materia. La logica è che il Governo rinuncia ad un percorso che consentirebbe una più attenta valutazione di COMPATIBILITA’ AMBIENTALE ed un esame dei rischi connessi potenzialmente alla realizzazione di queste IMPIANTI. Vale a dire che la realizzazione di impianti come quello che il Governo vuole realizzare a Brindisi, nel porto, avranno corsia privilegiata senza che siano verificate le COMPATIBILITA’ dell’impianto con il potenziale rischio di altri impianti ed altre strutture esistenti. Non di secondaria importanza sono gli aspetti relativi al contesto ambientale, quali la realizzazione di interventi per il dragaggio e lo SCAVO per l’approfondimento dei fondali marini e per gli interventi di colmamento che potrebbero provocare uno sconvolgimento dell’intero ecosistema marino.
Stante la particolarità delle aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale occorrerebbe, per la realizzazione di nuove opere che venissero condotti studi approfonditi e particolareggiate indagini preliminari peraltro prescritti nella procedura di VIA che le nuove norme proposte dal Governo non contengono.
Da questo derivava la presentazione di un emendamento che bloccava la realizzazione di impianti di questo tipo in aree ad elevato rischio di crisi ambientale.
A questa richiesta, a questi ed altri emendamenti il Governo risponde ponendo la Fiducia. Questa volta almeno ci risparmiate l’approvazione di qualche ordine del giorno, che riguarda Brindisi, utile per fare propaganda ma che non sarebbe servito a cambiare nulla. Come nulla è cambiato con l’approvazione di altri ordini del giorno che pure quest'Aula ha votato.
Sia certo il Governo:
una nuova consapevolezza è presente oggi nei cittadini, quella secondo la quale il territorio appartiene a chi ci vive, per cui i giudizi che saranno espressi su chi fa le scelte partono da considerazioni legate a quanto viene prodotto per una comunità.
La comunità brindisina è ormai consapevole del fatto che le multinazionali ed alcune grandi imprese hanno utilizzato per lunghi anni il territorio per scaricarvi rifiuti, gas, carbone in nome di una fantomatica occupazione. Il territorio è stato asservito, una comunità è stata tradita nelle sue giuste aspettative.
Quella COMUNITA' saprà trarre le conclusioni e giudicare questo Governo che si è dimostrato qualche volta distratto, altre volte ambiguo, insensibile e superbo".

COMUNICATO STAMPA SEN. STANISCI


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