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Brindisi, Derivati finanziari, Albano (PD): "il banco vince sempre"



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Brindisi, 29/06/2008

Derivati finanziari, Albano (PD): "il banco vince sempre"

Si chiamano derivati finanziari e nelle intenzioni dovevano servire per ridurre gli effetti degli interessi su un debito, i rischi dovuti all’andamento dei tassi di interesse.
In molti casi si sono invece rivelati strumenti di speculazione molto pericolosi, incomprensibili anche a molti addetti ai lavori, che nessun ente pubblico si deve non solo accollare, ma anche mantenere, per il connotato di scommessa che essi, in molti casi, contengono.

Una scommessa che al di là di qualsiasi discorso o di valutazione, credo abbia di partenza una caratteristica estremamente negativa, perché un comune che, avendo per missione la cura e la tutela degli interessi della collettività, non può permettersi di fare scommesse sui servizi, sui bisogni, della gente.
Il comune di Brindisi, purtroppo, non è stato immune a questa febbre collettiva, a questa contaminazione generale che ha interessato moltissimi comuni italiani e, nel lontano 2003, a condizioni peggiorative a quello precedente stipulato nel 2002, ha sottoscritto con una banca brindisina, un contratto che la impegna fine al 2022 e che, a detta degli stessi amministratori dell’epoca, era “ un contratto di rischio a contenuto speculativo”.
Fu sottoscritta una vera e propria scommessa sull’andamento dei tassi internazionali “ Euribor”, giocata su un capitale di 25 milioni di euro.
Si scommise sul rialzo di questo tasso, nel senso che, ove lo stesso avesse superato la soglia del 5,25%, il comune avrebbe dovuto corrispondere, per interessi, il tasso rilevato, aumentato del 2,10%.

Attualmente, come ci dicono i revisori dei conti e come ci viene comunicato dalla banca, le nostre perdite ammontano a circa 700.000 euro, una cifra consistente, un dato certamente provvisorio, che può oscillare. Potremmo recuperare, ma anche peggiorare: alla fine questa operazione potrebbe rivelarsi una catastrofe per le casse comunali e per i cittadini che potrebbero vedersi aumentare le tasse, ridurre notevolmente i servizi per pagare gli interessi alla banca.
Essendo prodotti finanziari a così lunga scadenza, non ci sono certezze, è difficile ipotizzare il risultato finale di questa operazione i cui effetti, rimanendo inalterate le cose, li stiamo scaricando sulle generazioni future. Il dato certo è che l’80% dei contratti stipulati dai comuni italiani sono in perdita per un miliardo e 55 milioni di euro.

E mentre in tutta Italia infuria la polemica sui derivati, sui suoi effetti, sulla loro legittimità messa in dubbio nel paese di origine, al comune di Brindisi, tutto tace.
Nessuno dice niente, nessuno sembra saper niente, in nessun bilancio di questi ultimi anni si è fatto riferimento a questa situazione, l’unica traccia si trova in una piccola postazione di Bilancio dove risultano accantonati 450.000 euro, risalenti al 2002 e 2003, per coprire il rischio di questi derivati e che, è evidente, risultano insufficienti a coprire le perdite che, mi immagino con grande sollievo per gli attuali amministratori, dovranno essere contabilizzate solo alla fine del 2022.

Si può senz’altro soprassedere, non pensarci. Siamo alle solite. Ieri era la Gestor, oggi i derivati.
Ieri, nel 2006, si prorogava un contratto privo di garanzie per il comune e in presenza di mancati versamenti di una cifra di oltre 4 milioni di euro, perché, come disse il responsabile politico del settore, lo si doveva fare “ a prescindere dal fatto che la Gestor abbia operato bene, abbia operato male” e sappiamo, per come stavano i fatti, non si poteva assolutamente prescindere; oggi nonostante le mille polemiche in tutta Italia, il segnale di attenzione lanciato dal collegio di revisione nel verbale n. 2, datato 8 gennaio 2008, l’allarme dello stesso organo, contenuto nella relazione al rendiconto di gestione del 2007, tutto sembra fermo, nessuna decisione sembra essere stata presa.

Forse perché si pensa che si possa ancora una volta prescindere, come se a questa amministrazione non facesse carico la responsabilità di mettere riparo ad una situazione che può diventare disastrosa e che potrebbe essere evitata solo attivandosi, senza ulteriori indugi ed alle migliori condizioni possibili, per l’estinzione del contratto di finanza derivata.
Cosi credo si faccia buona amministrazione. Cosi si tutelano i cittadini.
Ma, mi rendo conto, che forse occorrono altre capacità o altro tipo di impegno. Io sono convinto che ognuno, specialmente chi di professione non fa il politico, dovrebbe comprendere da sé quando è il momento di lasciare, quando non è più in grado di reggere la responsabilità, per rispetto alla città, ai cittadini, alla propria storia, alle proprie capacità intellettuali e professionali, e anche per non apparire troppo attaccato alle cose o alle poltrone, evitando ogni polemica.

Non c’è riparo al proprio prestigio ed al rispetto di se stessi. Non devo essere io, o chiunque altro, a rammentarlo: sono cose che vanno da se. Non ritengo che questa volta che si possa assolutamente prescindere.

Vincenzo Albano
Consigliere Comunale Partito Democratico

Di seguito il testo della Interrogazione presentata al Sindaco di Brindisi:

Sig. Sindaco
Comune di Brindisi
Premesso che

il comune di Brindisi ha stipulato nel 2003 con la BNL un contratto avente per oggetto prodotti finanziari derivati ( Interest rate swap) su un capitale ( nozionale) di 25 milioni di euro, della durata 20 anni ( fino a dicembre del 2022);
tale contratto fu stipulato a condizioni senz’altro peggiorative rispetto a quello allora in essere, stipulato nel 2002;
tali tipi di contratto, come è ormai noto a tutti, sono a rischio rilevante e a contenuto meramente speculativo, con probabili danni per i cittadini che potrebbero essere costretti a ripianare i debiti, sia con prelievi fiscali sempre maggiori, sia con una drastica riduzione dei servizi assicurati dal comune;
a giudizio della Banca d’Italia oltre 80 % di questi contratti, in possesso dagli enti locali, risulta in perdita;
stando ai dati forniti dalla Stampa e dalla dai numerosi servizi televisivi le perdite di molte città italiane ammontano a diversi milioni di euro;
l’organo di revisione, nel verbale n. 2 relativo alla seduta dell’otto gennaio 2008, ha posto in evidenza il contratto stipulato dal comune di Brindisi;
lo stesso organo in sede di parere del rendiconto 2007, a pag. 24, ha posto in rilievo la comunicazione dell’istituto bancario di una perdita di oltre 700,000 mila euro;
le condizioni pattuite nel contratto ed il continuo aumento del tasso Euribor a cui si aggiunge la penalità concordata del 2,10% sul capitale di 25 milioni di euro, rischiano di procurare rilevanti perdite per il comune di Brindisi, che potrebbero diventare progressivamente insostenibili;
il clamore delle rilevanti perdite subite da molti comuni italiani che hanno utilizzato questi prodotti finanziari, che sono stati resi illegali e ritirati nel paese di origine, non sembra aver avuto ripercussione alcuna nel comune di Brindisi considerato che, in questi ultimi quattro anni, non sembra essere stato messo in atto alcun provvedimento per mettersi al riparo o quantomeno tentare di arginare, questo autentico flagello per le casse di comunali;

il sottoscritto Vincenzo Albano, consigliere comunale del Partito Democratico, Le rivolge la presente Interrogazione per sapere

se ritiene che l’ulteriore mantenimento di tali contratti sia coerente con il principio della sana e buona amministrazione;
se è ha conoscenza dei costi diretti ed indiretti e di gestione del predetto contratto;
se è in grado di rassicurare i cittadini che tali contratti non sono a rischio per la comunità attuale e futura;
se è in grado di riferire quale sia l’attuale costo per il comune di Brindisi in caso di risoluzione del contratto;
se ritiene che a tale ultimo scopo possa essere utilizzato parte del consistente avanzo di amministrazione realizzato nel 2007;
se, è in che modo, intenda dare un qualche seguito all’invito espresso dall’organo di revisione, riportata alle pagine 24 e 36 della relazione sul consuntivo, relativamente al monitoraggio ed estinzione anticipata del contratto di swap;
se la mancata informativa, in sede di bilancio, in questi ultimi quattro anni su tale esposizione, possa aver determinato una qualche responsabilità;
se l’assessore al bilancio sia a conoscenza di questa problematica e quali provvedimenti abbia nel frattempo deciso di mettere in atto.

Vincenzo Albano
Consigliere Comunale Partito Democratico


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