Brindisi, 02/07/2008
Gallone contro Mennitti ed Errico: "hanno impedito lo sviluppo"
Se qualcuno poteva avere ancora dubbi sulla stretta alleanza tra il presidente della Provincia notaio Errico ed il sindaco Mennitti nella conduzione politico-economica del territorio brindisino, dopo le ultime dichiarazioni rese alla stampa dal notaio Errico, oggi non li ha più.
La diarchia che ha governato in questi quattro anni la nostra terra si è manifestata apertamente e fa sapere alla collettività che in tandem concorreranno alla prossima
competizione elettorale, superando ogni ostacolo che possa rivenire dalla loro appartenenza a partiti politici diversi e fortemente contrapposti nello scenario della politica nazionale.
La alleanza deve ad ogni costo persistere e chiunque esprima posizioni diverse dal “verbo” professato dai due monarchi è immediatamente contrastato ed etichettato quale industrialista tout-court insensibile alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Sembra quasi un sacrilegio voler contrastare la politica espressa dai due massimi rappresentanti delle istituzioni, che senza alcun dialogo con i partiti che compongono le loro
maggioranze, forti dell’asservimento di consiglieri comunali sbandati e privi di riferimenti politici, hanno governato il territorio di Brindisi senza alcuna opposizione negli ultimi quattro anni.
Ed ancora di più, afferma il notaio Errico, qualora la coalizione di centro-destra non dovesse candidare l’alleato sindaco Mennitti, egli scenderà in campo nella competizione
elettorale per la carica di primo cittadino per salvaguardare quel progetto, “Brindisi città dell’acqua e della cultura”, che li ha visti collaborare fino ad oggi con grandi risultati e ritorni
importanti per la collettività.
In realtà i fatti non stanno proprio così.
La comunità brindisina vive quotidianamente uno stato di grave crisi che la politica immobilista di Errico e Mennitti ha determinato.
Una politica incapace di realizzare economia non solo nel settore industriale, ma in tutti gli altri comparti (agricoltura, turismo, terziario, commercio etc), una politica che ha
bloccato ogni ipotesi di sviluppo e che ha determinato l’impoverimento del territorio e la migrazione selvaggia di migliaia di giovani verso il nord nelle condizioni più disagiate che si siano mai verificate nella storia del nostro paese.
Una politica del no, un comportamento arrogante e costantemente negativo che ha allontanato ogni possibile investitore, contrariato dalle enormi difficoltà e dagli insuperabili ostacoli contrapposti dalla classe politica e dalla burocrazia locale.
In questi anni di grave stasi economica, che ha visto l’assenza di investimenti importanti in tutti i comparti, la gente di Brindisi si è impoverita e molte famiglie non riescono più neanche a sopravvivere.
L’assoluta mancanza di investimenti, con la conseguente crisi occupazionale, una tassazione locale molto alta, la inesistenza di una politica sociale a sostegno delle classi più deboli, il fallimento della politica abitativa, il disagio dei nostri giovani, la rabbia delle nostre donne, tutto questo oggi caratterizza la nostra città e non quella ricca “Città di acqua” tanto
decantata ma mai realizzata, quel nuovo modello di sviluppo tante volte pronunciato ma mai decollato.
Di tutto questo ci siamo fatti portavoce come “Terra di Brindisi, Uniti per rinascere”, movimento civico del quale mi onoro di essere presidente, indicando alla nostra gente un
percorso virtuoso che sappia cogliere le tante occasioni che Brindisi ha avuto e che la politica di Errico e Mennitti ha di fatto impedito.
Un percorso fatto di lavoro, di impegno per sbloccare definitivamente i tanti nodi gordiani che da anni ormai impediscono lo sviluppo economico del nostro territorio (piano
regolatore urbano, piano regolatore delle coste, piano regolatore del porto, caratterizzazione delle aree industriali, completamento del ciclo dei rifiuti, rigassificatore, zone franche urbane, piano del commercio etc.)
E tutto questo nel rispetto delle norme europee e nazionali a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, convinti che tante iniziative possano e debbano essere avviate
sfruttando le possibilità offerte dalla pianificazione strategica area vasta per l’avvio di un progetto complessivo della nostra economia. Un progetto che sappia cogliere le connessioni
tra i vari comparti, un progetto che persegua quella economia multispecialistica e non settoriale che altre importanti città europee (Barcellona, Marsiglia etc.) hanno saputo
realizzare.
Per quanto attiene la promozione della cultura, noi la consideriamo uno dei più importanti capisaldi di una fase rinascimentale della nostra terra, ma siamo consapevoli anche
che per realizzare un vero “rinascimento brindisino” occorre perseguire innanzitutto il rilancio della economia per consentire ai nostri giovani ed alle nostre donne l’inserimento nel mondo del lavoro e la partecipazione fattiva alla società.
Occorre favorire ogni iniziativa che nasca dal basso, dalla gente, ogni piccolo laboratorio di idee che consenta ai brindisini quella partecipazione che oggi manca.
Non bastano il Teatro Verdi, il Palazzo Nervegna, la colonna romana; è necessario sostenere tutti quei focolai e quelle espressioni (scuole di artigianato, di danza, di lirica, di
teatro, di musica etc.) che la città esprime ma che le istituzioni non sostengono.
La partecipazione di tutti i brindisini alla ripresa economica e sociale può dare alla città quello slancio propulsivo per vincere la sfida del libero mercato in un momento decisivo
per il futuro della nostra gente.
Partecipando tutti insieme sapremo costruire un futuro diverso che consenta ai nostri figli di vivere nella loro terra godendo di tutti quei privilegi che Dio ci ha dato e che gli
uomini non hanno saputo utilizzare.
COMUNICATO STAMPA AVV. VINCENZO GALLONE - PRESIDENTE TERRA DI BRINDISI, UNITI PER RINASCERE
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