Brindisi, 09/08/2008
Zona Franca Urbana, Tomaselli (PD): "c'è da essere molto arrabbiati con il Comune di Brindisi"
L’esclusione del Comune di Brindisi dall’istruttoria per la individuazione delle prime 18 città in cui sperimentare le cosiddette “Zone Franche Urbane”, per aver presentato alla Regione Puglia una istanza sbagliata, non sembra meritare alcun commento.
Siamo di fronte alla perdita di una importante opportunità per una città in cui permangono gravi disagi sociali e note difficoltà produttive ed occupazionali, specie nei quartieri che potenzialmente potevano essere destinatari di tale importante provvedimento e, complice, forse, il generale agosto, nessuno sembra preoccuparsene, a cominciare dagli amministratori locali.
Parliamo di importanti vantaggi fiscali per cinque anni a favore di artigiani, commercianti, microimprese, che mi permetto di ricordare: esenzione fiscale dall’Irpef e dall’ Ires fino ad un reddito massimo fissato a 100mila €, maggiorato di 5mila € per ogni nuovo assunto a tempo indeterminato; per l’Irap il valore di produzione netta esentabile è invece di 300mila €; l’esenzione dei contributi Inps vale, infine, sia per i redditi da lavoro dipendente che autonomo, a condizione che almeno il 30% degli occupati risieda nella zona disagiata.
Anche dopo il primo quinquennio lo Stato continuerà però a dare una mano, con un esenzione Irpef-Ires del 60% il sesto e settimo anno, del 40% per quello successivo e del 20 per l’8° e il 9°. Gli stessi sgravi fiscali e contributivi sono previsti per le imprese già presenti nelle aree disagiate, ma con il limite imposto dall’Ue di 200mila € in tre anni.
Voglio, altresì, ricordare che i parametri a cui fare riferimento per presentare le candidature delle città, nelle quali ospitare le ZFU, erano noti sin dallo scorso gennaio a seguito di una delibera Cipe: ovvero Comuni con una popolazione superiore a 25mila abitanti e un tasso di disoccupazione superiore alla media nazionale. A loro volta le Zone interessate alle agevolazioni non avrebbero dovuto superare il 30% della popolazione dell’intera area urbana e avere un tasso di disoccupazione superiore alla media comunale.
Infine, sempre detta delibera Cipe prevedeva che le proposte presentate dai Comuni sarebbero andate alle regioni, che insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, avrebbero individuato le ZFU in base alla loro rispondenza ai criteri demografici e a un “indice di disagio socio-economico”, anch’esso fissato dalla delibera citata.
Tutto questo lo avevamo dettagliatamente anticipato assieme all’on. Carbonella lo scorso 2 febbraio, sollecitando, altresì, il Comune di Brindisi, gli enti locali e le forze sociali ad avviare al più presto le procedure per cogliere questa così importante e concreta occasione di sviluppo.
Il Comune di Brindisi ha, invece atteso l’ultimo giorno utile per approntare ed approvare la relativa delibera di candidatura ed il risultato è noto. Ecco perché oggi, di fronte alla approssimazione con cui è stata malgestita questa opportunità, c’è da essere molto arrabbiati e ci chiediamo se qualcuno onestamente vorrà assumersi la responsabilità di una così importante occasione persa per i cittadini, le piccole imprese, il futuro sviluppo di Brindisi.
COMUNICATO STAMPA SEN. SALVATORE TOMASELLI
PARLAMENTARE DEL PARTITO DEMOCRATICO
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