Brindisi, 29/08/2008
Incidenti Z.I., UIL: "non serve a nessuno demonizzare i fatti"
Con il comunicato stampa del 19 agosto scorso abbiamo subito evidenziato le cause e le responsabilità di ciò che è avvenuto nel petrolchimico.
Per questo abbiamo chiesto alle aziende un confronto in cui esprimeremo il nostro pensiero nei confronti di quanto accaduto. Presenteremo idee e suggerimenti per contribuire a migliorare ancora di più la sicurezza per la cittadinanza, i lavoratori, la tutela ambientale e la garanzia produttiva.
In questa occasione vogliamo richiamare, ancora una volta, l'attenzione sui ruoli e le responsabilità nella gestione di eventi di tale natura, con l'obiettivo di adeguare strutture e servizi alle esigenze dell'area industriale di Brindisi.
Esiste ed è operativo da anni un Consorzio d'impresa privato costituito da tutte le società all'interno del petrolchimico che gestisce le attività infrastrutturali delle aziende che si chiama BSG. Esso deve acquisire le disponibilità di coordinamento e di intervento, allargando le sue competenze in tutta l'area industriale. Per questo ha la necessità di essere rafforzato.
L'ARPA è un istituto pubblico a cui è deputato il compito di indirizzo, monitoraggio, controllo, analisi e raccolta dei dati ambientali rivenienti dalle attività industriali, e non solo, che ha dimostrato nel tempo la sua inadeguatezza organizzativa per quanto attiene le attività che, istituzionalmente, ha la responsabilità di gestire. Questo è un dato di fatto che da tempo denunciamo. È necessario metterlo nelle condizioni di svolgere il suo ruolo.
Cosa hanno fatto, fino ad oggi, le Istituzioni per assicurarne le necessarie condizioni di operatività?
La UIL di Brindisi da anni denuncia la mancanza del reparto della Medicina del lavoro senza che nessuno si sia ancora preoccupato di pretendere la sua riapertura mentre, invece, tanto si parla di come tutelare la salute dei cittadini e dei lavoratori, ma nulla si realizza.
Perciò domandiamo: chi non lo vuole veramente?
Oggi si decide di mettere i sigilli alla MACERI ADRIATICA.
Di chi è la responsabilità delle autorizzazioni da due anni richieste dalla suddetta azienda e mai ottenute?
Se la MACERI ADRIATICA non risultava in regola, perché l'Amministrazione provinciale ha autorizzato l'attività produttiva, visto che non era ancora completa la documentazione (certificazioni ed autorizzazioni) dei Vigili del fuoco?
Tante inadempienze che negli anni non sono state affrontate e risolte. Chi doveva farlo?
Molti interrogativi a cui ad oggi non c'è risposta mentre, alla prima occasione, il presidente della Provincia sale in groppa al suo cavallo bianco per combattere la sua personale Crociata ambientale contro gli infedeli industrialisti.
Mai in questi anni, tra una lettura e l'altra dei suoi libri preferiti, gli fosse venuto in mente di richiamare e sollecitare gli organismi istituzionali preposti che è stato deputato a gestire per conto dei cittadini.
Tutto ciò per prevenire, controllare e disporre adeguate misure alle aziende interessate, quanto e cosa devono fare per mettersi in regola per tutelare l'ambiente, la città ed il territorio.
“Se il rischio viene considerato reale e non si vuole strumentalizzare”.
Ricordiamo al presidente della Provincia che, se avesse tempo, dovrebbe rovistare con più attenzione in uno dei tanti cassetti chiusi del suo ufficio in cui troverà, sicuramente, le innumerevoli richieste di incontro e di confronto che il Sindacato ha fatto pervenire in questi anni, rimaste senza risposta.
È a conoscenza di tutti che, volutamente, il presidente snobba i suggerimenti che qualcuno gli presenta ed, ancora oggi, richiamiamo l'importanza del ruolo dell'Osservatorio della chimica, un organismo vitale non solo per fornire competenze ed indirizzi progettuali per lo sviluppo industriale, ma qualificato anche a suggerire valide soluzioni per la sicurezza e la difesa dell'ambiente.
Esso è in grado di svolgere il ruolo fino ad oggi impedito.
Non serve a nessuno demonizzare i fatti al di là della verità, a meno che, come al solito la sceneggiata che si è consumata in questi giorni non serva per richiamare l'attenzione delle Istituzioni regionali e nazionali sul pericolo dei rischi di disastro ambientale, tanto necessaria per rivitalizzare la eterna battaglia sul rigassificatore.
COMUNICATO STAMPA SEGRETERIA PROVINCIALE UIL
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