Brindisi, 03/09/2008
Associazioni sulla trasformazione del Consorzio Brundisium dal negramaro all'energia
Non passi inosservato l'ennesimo sopruso: Trasformazione Consorzio Brundisium - dalla produzione di negramaro a quella di energia.
Il 13 agosto appariva sulla stampa un “Avviso di deposito Studio Impatto Ambientale” in cui il proponente Brundisium S.p.A. dava informativa pubblica delle sue intenzioni: ottenere la compatibilità ambientale per la riconversione dell’ex Consorzio Vitivinicolo Brundisium in un complesso per produzione e stoccaggio di oli vegetali e (indovinate un po’) in produzione di energia. Questa sarebbe l’ennesima centrale elettrica presente sul nostro territorio, e per chi lo ignora, questo complesso si trova a poche centinaia di metri da costa Morena, dallo sbarco del terminal passeggeri, e a qualche centinaio di metri in più dal più vicino centro abitato.
È del tutto ovvio che non si è contro la produzione di energia da fonti rinnovabili, ma, purtroppo, pare evidente che in tale campo regna comunque una confusione estrema dovuta alle tante agevolazioni fiscali che in molti casi invitano alla speculazione. È altrettanto ovvio che un territorio che contribuisce in maniera importante al fabbisogno energetico nazionale non ha nessun necessità di contribuire ulteriormente a ciò, soprattutto quando questi nuovi insediamenti sono aggiuntivi e non sostitutivi della tanta energia prodotta con il carbone.
Esprimendo il nostro fermo e netto dissenso vogliamo sottolineare che siamo di fronte ad un uso irrazionale del territorio e nella fattispecie di aree che si affacciano sul mare che potrebbero essere molto meglio sfruttate per insediamenti produttivi e di maggiore occupazione. Invitiamo le forze politiche a procedere ad una programmazione del territorio per usi industriali che ponga definitivamente dei limiti a certi insediamenti che sono animati più dalla speculazione economica che da altro. Ci lascia inoltre perplessi il periodo scelto per l’avviso pubblico: in pieno agosto, il mese perfetto per far passare inosservata l’ennesimo sopruso che si vuole consumare a danno della città di Brindisi. Invitiamo quindi le istituzioni preposte, il Comune e la Provincia di Brindisi e la Regione Puglia, a non concedere la compatibilità richiesta.
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.
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