Carbone e protesta agricoltori: il Comune non ha responsabilità sui ritardi
Stamani, a Palazzo di Città, si è registrata l’ennesima protesta da parte dei proprietari dei terreni agricoli attigui al nastro trasportatore della centrale Enel di Cerano.
Anche in questa occasione, il sindaco di Brindisi Domenico Mennitti ha precisato che l’amministrazione comunale non ha responsabilità circa i ritardi che si stanno registrando, in quanto si è in attesa di una nuova conferenza di servizi che potrebbe modificare gli assunti posti in capo alla ordinanza di divieto.
Ad ogni modo, in relazione a questa complessa vicenda, è opportuno ripercorrere i passaggi più rilevanti della questione:
Con ordinanza del giugno 2006, il Sindaco, sulla scorta dei pareri espressi dalle varie Autorità in seno ed apposita Conferenza di Servizi ed in particolare alla posizione tenuta dall’AUSL Br, ordina il divieto della coltivazione nonché la distruzione delle colture alimentari presenti nelle suddette aree per il paventato pericolo del trasferimento degli inquinanti riscontrati nel terreno e nella falda nelle colture;
Seguono numerosi incontri tra le istituzioni coordinate per lo più dalla struttura commissariale (organo competente nella materia e titolare delle iniziative da assumere in ordine alle bonifiche da attuarsi) finalizzate alla soluzione del problema dei conduttori dei fondi agricoli che, di fatto sono stati impediti nel mantenimento delle attività agricole. Il comune di Brindisi ha sempre richiesto con forza la redazione di apposito studio di analisi di rischio, ritenuto unico strumento capace di determinare una corrispondenza o meno tra inquinante presente nel terreno e nelle acque ed eventuale veicolazione dello stesso nelle colture alimentari. (tale richiesta viene formulata ufficialmente con nota del 26 nov 2007 nr. prot. 2681)
Nelle more della imputazione di tale studio, il Commissario di concerto con Il Ministeri dell’Ambiente commissiona, nel dicembre 2007, ad Arpa Puglia uno studio finalizzato alla valutazione dei rischi per attività agrotecniche ( potature, eliminazione sterpaglie etc.). Tale studio prodotto nel marzo 2008 conclude nell’assenso a tali pratiche ma con una serie di prescrizioni in materia di prevenzione e protezione per la diminuzione del rischio ipotizzato di una certa consistenza ( circoscrizione dell’area di lavoro; divieto di captazione di acque di falda; divieto di deposito, anche temporaneo, di terreni movimentati in aree prospicienti le sedi stradali o comunque frequentate ed in posizioni esposte al vento; uso di opportuni dispositivi di protezione individuale: casco, guanti, occhiali protettivi, maschere antipolvere etc.;
Nel febbraio 2008 e poi ancora nell’aprile 2008 il Commissario individua nell’Università di Lecce e nell’Arpa Puglia gli organismi per la redazione dell’analisi di rischio specificando nel contempo l’intento della verifica della possibilità della destinazione delle aree indagate a colture non alimentari; nello stesso incarico si fa riferimento che l’approfondimento scientifico di cui sopra debba partire sulla base della determinazione dei valori di fondo da ricavarsi sempre a cura di Arpa;
In tale attività si è inserito il Comune di Brindisi, su richiesta del Commissario, per il supporto finalizzato al recepimento delle autorizzazioni dei singoli proprietari per l’effettuazione dei campionamenti di rito;
L’invio delle autorizzazioni da parte del Comune di Brindisi all’Università vede un’adesione dei proprietari pari a circa il 50%;
Con nota ultima del 28 luglio u.s. viene comunicato alla Regione Puglia Settore Agricoltura la disponibilità del Sindaco alla convocazione di apposita conferenza di servizi non appena in possesso dei risultati della relazione di rischio curata dall’Università di Lecce;
In data 26 agosto si accusa trasmissione (per conoscenza) da parte di Arpa dei dati di definizione del valore di fondo naturale elemento essenziale per la redazione della più volte ripetuta relazione di analisi di rischio.
Si è, quindi, in attesa di tale studio tecnico scientifico per la promozione di nuova conferenza di servizi che potrebbe modificare gli assunti posti in capo all’ordinanza di divieto, specificando altresì che tale competenza rientra nei poteri affidati al Sindaco esclusivamente come massima autorità sanitaria, non avendo come evidenziato altre possibilità di intervento nella materia specifica.