Brindisi, 18/06/2004
Presentato il programma di Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità
Sostenere le produzioni locali e valorizzare la qualità territoriale. Premiare le filiere virtuose e informare correttamente i cittadini. Creare sinergie con le proposte delle associazioni ambientaliste e dei consumatori che spingono per un modello produttivo rispettoso della salute del consumatore e dell'ambiente in chiave di sostenibilità, ma anche come reale volano economico per l'Italia e per il Sud in particolare.
Ecco il programma di Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità, la campagna dedicata alla sicurezza alimentare presentata oggi a Brindisi, in una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Guglielmo Donadello, responsabile nazionale di Legambiente per l’Agricoltura Italiana di Qualità, Doretto Marinazzo di Legambiente Puglia, Silvana Belladelli, responsabile marketing dell’azienda avicola Del Campo, che aderisce al progetto di Legambiente, Teodoro Malcarne della Camera di Commercio di Brindisi, Enrico Favuzzi, presidente circolo Legambiente “Tonino Di Giulio”.
La Puglia si profila quale luogo più adatto per le produzioni agricole e zootecniche di qualità: con una legge regionale del 2003 - contrastata dal Governo nazionale - ha chiuso le porte agli organismi geneticamente modificati (ogm); ha sostenuto e valorizzato le aziende tradizionali e biologiche; ha vietato l’uso di ingredienti transgenici nelle mense scolastiche, negli ospedali e negli uffici pubblici. Tutte norme che indicano la giusta strada da percorrere per fare realmente della Puglia la Regione esemplare per l’agricoltura e la zootecnia di qualità.
I recenti scandali alimentari e le emergenze sanitarie hanno determinato infatti la crisi della fiducia dei consumatori nei riguardi del cibo e di chi dovrebbe garantirne qualità e salubrità.
Di mucca pazza si parla ormai pochissimo, perché il numero di capi malati è in diminuzione mentre sui casi umani si tende a tacere, per non alimentare il panico, soprattutto in mancanza di informazioni certe sui meccanismi di trasmissione.
Di polli provenienti dagli allevamenti intensivi del Sud del mondo pure non si fa più parola. Eppure arrivano, sottoforma di preparati conservati e piatti pronti, soprattutto per mense e ristorazione aziendale. E arrivano ancora, nonostante i controllori della commissione europea sulla sicurezza dei consumatori abbiano dichiarato molti di questi allevamenti non idonei per gli standard igienico - sanitari europei e non sicuri per la scarsità dei controlli in loco.
In tema di sicurezza alimentare – per fortuna - le produzioni nazionali garantiscono ben altri livelli di sicurezza ma, come dimostra anche l’ultimo rapporto di Legambiente Pesticidi nel piatto 2004, sulle nostre tavole possono finire ancora frutta e verdura trattate con sostanze chimiche vietate, in concentrazioni eccessive, e a rischio per possibili e sconosciuti effetti sinergici tra diversi principi (singolarmente legalmente permessi) contemporaneamente presenti su un medesimo frutto.
“L’agricoltura è un pezzo importante della cultura tradizionale pugliese. Non è un caso – ha dichiarato Marinazzo nell’introdurre la conferenza stampa – che si sia deciso di presentare qui l’iniziativa nazionale di Legambiente per l’agricoltura italiana di qualità.
Da tempo infatti, a livello locale, si susseguono iniziative per promuovere i saperi ed i sapori del Salento: dalle piccole fiere del biologico, inaugurate quindici anni fa, alle attività di valorizzazione della cultura contadina e dell’alimentazione mediterranea che caratterizzano numerosi progetti della nostra associazione, quali quelli in corso nell’ambito del programma Leader Plus o i programmi Interregg, nonché quelli di educazione ambientale organizzati con la Camera di Commercio di Brindisi.
L’agricoltura e la zootecnia di qualità rappresentano un patrimonio da tutelare e valorizzare anche per vincere la sfida del mercato in un panorama sempre più globale. Per questo però, è necessario investire in qualità e controlli, sollecitando anche gli enti competenti ad aumentare, per esempio, le analisi annuali obbligatorie sui residui di pesticidi sui prodotti ortofrutticoli, che vedono la Puglia con soli 23 campioni analizzati, a fronte dei 2.147 dell’Emilia Romagna.
E non può essere un caso nemmeno il fatto che la stessa frutta (le mele del Trentino per esempio) analizzata a Trento risulti contaminata da sostanze chimiche mentre analizzata in Puglia risulti pulita”.
“In un mondo perfetto – ha dichiarato Guglielmo Donadello – la risposta alle paure dei consumatori sarebbe offerta dalle produzioni biologiche.
Ma pur ritenendo quel tipo di agricoltura come la migliore possibile e il modello a cui puntare, non dobbiamo dimenticare che oggi, quel tipo di produzione è fortemente limitato.
Per tanti motivi tra cui il prezzo ancora troppo elevato per una diffusione ampia dei prodotti. E’ per questo che abbiamo voluto intervenire concretamente in un settore difficile e articolato come quello delle produzioni agricole e zootecniche con una campagna - Legambiente per l’agricoltura italiana di qualità (Laiq) - mirata ad impedire l'introduzione nella catena alimentare di organismi modificati geneticamente (ogm), la diffusione incontrollata delle biotecnologie in agricoltura, l'uso indiscriminato della chimica di sintesi nelle produzioni, l’uso di farine animali nei mangimi, nel rispetto del benessere animale.
Solo affermando questi principi, l'Europa agricola a 25 membri saprà farsi forte delle proprie produzioni di qualità per generare un circuito virtuoso che metta in discussione le politiche di dumping e la globalizzazione selvaggia che mette a rischio la biosicurezza delle produzioni”.
L'agricoltura italiana ed europea è infatti ad un bivio. E’ importante capire come, all'interno della politica agricola comunitaria l’Italia saprà e vorrà trovare gli spazi per far fare al nostro sistema agricolo passi avanti sostanziali verso la sostenibilità ambientale e sociale delle produzioni.
La creazione di filiere normate, l'accento sulla qualità e sulla tipicità dei prodotti, il legame con il territorio che si esprime nelle filiere a ciclo corto sono importanti tasselli per un’agricoltura capace di futuro per il nostro paese.
Trasparenza, affidabilità, tracciabilità e sicurezza: queste dunque le caratteristiche richieste dai cittadini consumatori. Caratteristiche proprie di alcune aziende italiane di grande tradizione, attente ai consumatori come al benessere degli animali, capaci di reggere il confronto, anche economico, con prodotti realizzati altrove, con meno vincoli e controlli.
Ed è a queste aziende che Legambiente per l’agricoltura italiana di qualità si rivolge, affinché si creino filiere agroalimentari italiane ecocompatibili, normate dai disciplinari di produzione di Legambiente, free ogm, capaci di produrre cibi più sani, gustosi e a prezzi accessibili. Per unire eticità e produzione, logica d'impresa e consumo critico.
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