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Brindisi, Il punto sul rigassificatore



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Brindisi, 16/09/2008

Il punto sul rigassificatore

Nei giorni scorsi a Bari, la "Commissione Via" ha ascoltato i pareri di associazioni, sindacati ed enti locali, in relazione all’ipotesi di costruzione del rigassificatore della Brindisi Lng nel porto di Brindisi. Le Associazioni ambientaliste e le istituzioni (Comune e Provincia di Brindisi) hanno espresso il loro parere contrario all’insediamento ribadendo le decisioni assunte dalle rispettive Giunte democraticamente elette.

Parere favorevole, oltre all'azienda inglese – che, ovviamente, ha tutto l’interesse a completare l'impianto, hanno manifestato Confindustria e tutti i Sindacati, con un netto distinguo da parte della Cgil di Leo Caroli che, ancora una volta, ha confermato la contrarietà al sito di Capobianco ed ha legato l’eventuale “si” in un altro sito del porto di Brindisi alla condizione che il gas “inglese” sostituisca il carbone come materiale di produzione utilizzato nella centrale Enel di Cerano.

Il 4 settembre gli Assessori regionali Ventricelli (SD), Montanaro e De Santis (Pd) hanno presentato una interrogazione per la “richiesta di revisione del NOF”.
Nell'interrogazione si legge “la Regione dia esecuzione alla volontà politica dell’intero Consiglio Regionale e promuovere autonomamente la revisione del Nulla-Osta , previa richiesta di convocazione del Comitato Regionale ".
“L’interrogazione” - continua - “mira a far sì che la Regione si faccia promotrice della revisione del NOF concesso nel 2002 alla British Gas Italia, indipendentemente dall’esito per ora negativo dell’analogo tentativo della Provincia di Brindisi, su cui ingiustificatamente hanno avuto peso l’assenza in CTR del rappresentante della Regione Puglia e la posizione dei rappresentanti dell’ARPA Puglia.”

La Provincia di Brindisi aveva già chiesto a luglio l'annullamento del NOF anche perchè “l'ubicazione scelta dalla Brindisi LNG non tiene conto del Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Brindisi del 1998, prodotto a seguito della dichiarazione di area ad elevato rischio ambientale, che in più punti ha evidenziato la necessità di delocalizzare impianti a rischio già esistenti, e quindi di non localizzarne dei nuovi. In questa zona sono infatti presenti ben 5 impianti classificati ad alto rischio di incidente rilevante secondo la direttiva Seveso per eventi di esplosioni, incendio e rilascio di sostanze tossiche.”

Nessun individuo di buona ragione osa negare la potenziale pericolosità della zona industriale di Brindisi. Lo stanno a dimostrare anche le continue accensioni delle torce delle aziende petrolchimiche, susseguitesi con incredibile continuità per tutta l’estate. Certo, le fiammate sono il chiaro sintomo dell’entrata in funzione il Sistema di Sicurezza e guai se non fosse così. Ma, lasciando da parte l’opinione – rispettabile quanto condivisibile – di tutti coloro che vedono nelle sostanze emesse dalle torce un pericolo per la salute, è indubitabile che il continuo ricorso alle procedure di sicurezza sia indice di qualcosa che non funziona per il verso giusto e a cui si stenta a trovare rimedio.
In questo contesto appare quantomeno azzardato che qualcuno – che si dice attento alla sicurezza di lavoratori e cittadini – sminuisca tali pericoli e concentri le proprie attenzioni per sostenere a cuor leggero l’ipotesi di far posto ad un impianto che per la sua pericolosità è tenuto a rispettare la rigida direttiva Seveso.

Ma mentre in Puglia si discute da Roma giunge il diktat di Berlusconi: “il rigassificatore si farà”.
Per il Governo i lavori dovranno riprendere quanto prima, sarà favorita la riapertura del cantiere, al momento sotto sequestro in seguito alle indagini degli organi inquirenti che hanno rilevato una serie di reati amministrativi e penali, commessi da politici, amministratori e dipendenti della società.
Insomma per Berlusconi si tratta di “una questione politica” perché l'accordo era già stato fatto con il Governo inglese precedente, “quel progetto condiviso da tutti è stato bocciato solo dalla Sinistra”. Una domanda sorge spontanea: che il Sindaco di Brindisi Domenico Mennitti, avversario di Gianfranco Fini alla carica di segretario dell'Msi, sia improvvisamente diventato uomo di sinistra ?
“Non sarò il Sindaco del rigassificatore” furono le parole di Mennitti ai brindisini all'inizio del suo mandato di Sindaco nel 2004. Vincerà la “questione politica” invocata da Berlusconi o “l'autodeterminazione delle comunità locali” tanto decantata dal Federalismo voluto da Bossi-Calderoli?

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