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Ostuni, 2° simposio internazionale su “Tsunami Field”



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Ostuni, 23/09/2008

2° simposio internazionale su “Tsunami Field”

Nell’ambito del 2° simposio internazionale su “Tsunami Field” in atto sino al 28 presso i saloni del “Playa hotel” di Fontanelle, si svolgerà domani pomeriggio (con inizio alle ore 19 presso l’auditorium della Biblioteca Comunale), una serata su: “Dinami Castiera, dalla conoscenza alla prevenzione dei disastri”.
Interverranno: il Sindaco Tanzarella; il presidente e il direttore del GAL “Alto Salento”, Cosimo Putignano e Carmelo Greco; il prof. Giuseppe Mastronuzzi dell’Università di Bari; il prof. Paolo Sansò dell’Ateneo di Lecce; il prof. Helmut Breuckner dell’Università di Marbourg (Germania) e il geologo Antonio Cardone.

Il 2nd International Symposium in atto fra la “Città bianca” e quella di Lefkada (sull’omonima isola greca), è organizzato dal Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari nella persona del Prof. G. Mastronuzzi, dal Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università del Salento di Lecce, dalla Facoltà di Geografia della Phillips Universitat di Marburg (Germania) e dal Dipartimento di Geografia dell’Universitat zu Köln (Germania) col patrocinio dell’Unione Europea, Regione, Comune di Ostuni e Gal “Alto Salento” e fa seguito alla prima edizione tenutasi nelle Antille Olandesi nel marzo 2006, durante la quale una quarantina di studiosi di tutto il mondo hanno confrontato direttamente sul terreno esperienze di studio sulla dinamica costiera indotta da tsunami e uragani.
La scelta di Ostuni per la localizzazione delle sedute scientifiche è motivata dalla posizione baricentrica della stessa città rispetto ad una serie di siti distribuiti lungo la costa pugliese, adriatica e ionica, che conservano evidenze geomorfologiche di tsunami avvenuti in tempi storici il 4 dicembre del 1456 (costa di Taranto-Gallipoli), il 30 luglio 1627 (costa di Lesina), il 6 aprile 1667 (costa di Brindisi), il 20 febbraio 1743 (costa di Brindisi - Otranto) e il 24 aprile 1836 (costa di Taranto-Gallipoli).

Un progetto che coinvolge ricercatori (geografi, geomorfologi, geologi, archeologi, storici, economisti, ingegneri, paleontologi, climatologi, oceanografi, biologi etc.) di ogni parte del mondo che sono coordinati dal Dr. A. Long, University of Durham, UK e dal Dr. S. Islam, University of Chittangong, Bangladesh. Responsabili della Delegazione Italiana in questo progetto sono i Prof. Mastronuzzi e Sansò. Esso è parte delle attività promosse dall’IGCP 495 Project “Quaternary Land-Ocean Interactions: Driving Mechanisms and Coastal Responses“ sostenuto da UNESCO e IUGS (International Union of Geological Sciences).
Obiettivo delle ricerche in corso, finanziate dagli Stati coinvolti e da Enti di Ricerca governativi e privati, è la conoscenza dei meccanismi che regolano la dinamica della fascia costiera a livello globale e/o locale, qualunque sia la scala temporale, la ciclicità del fenomeno o la causa determinante (climatica, geodinamica o morfodinamica). In particolare sono indagati i processi costieri manifestatisi nel corso del Quaternario (gli ultimi due milioni di anni) con particolare attenzione concentrata all’Olocene (gli ultimi circa 10mila anni) e ai tempi storici. Questo ultimo dettaglio è di estrema importanza per comprendere l’utilità che i risultati di tale progetto hanno nella gestione dei rapporti ambiente e uomo. I recenti fatti catastrofici avvenuti negli Stati Uniti meridionali, nei Carabi e in Bangladesh negli ultimi due anni, nonché i drammatici effetti degli tsunami cha hanno colpito l’estremo oriente nel 1998 e nel 2004 mostrano quale terribile impatto sugli insediamenti costieri e sull’uomo abbiano questi fenomeni naturali.
La conoscenza di fenomeni quali le variazioni del livello del mare a breve e lunga ciclicità, della propagazione delle onde causate da tsunami piuttosto che da cicloni tropicali o da mareggiate permette di stimare gli effetti determinati sulla fascia costiera e sulle sue componenti naturali e umane. La costruzione di carte di pericolosità permettono di individuare aree di maggiore o minore frequenza di impatto del fenomeno. Esse sono determinanti al fine della gestione delle coste in fase progettuale di pianificazione dell’uso territorio sia in fase di protezione civile, ormai ad evento manifestatosi.

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI OSTUNI


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