Bari, 15/10/2008
Centrosinistra contro la Gelmini: "Una carneficina di scuole in Puglia"
Trecentottantatre plessi scolastici in tutta la Puglia a rischio estinzione. Sono quelli con meno di 50 alunni. A giugno 2009 potrebbe suonare l’ultima campanella in tutti i comuni del Subappennino Dauno e in molti piccoli comuni pugliesi.
Penalizzate soprattutto le province di Lecce (-134 plessi) e di Foggia (-97), insieme a Bari-Bat (-78), Brindisi (-50) e Taranto (-34). Sono le ricadute dei provvedimenti del ministro Gelmini, denunciate dall’assessore all’istruzione Mimmo Lomelo e da rappresentanti del centrosinistra in Consiglio regionale. “Parlano di federalismo e poi il governo centrale taglia le scuole d’autorità, annienta l’istruzione, impone la volontà centralista sulle regioni”, hanno detto il capogruppo PD Antonio Maniglio ed i consiglieri Carlo De Santis, Michele Ventricelli (SD) e Piero Manni (Prc).
“Scelte scellerate, una carneficina di scuole – per Lomelo – che col risparmio semmai di un bidello porteranno a costi ulteriori per i trasporti e per ospitare gli alunni in plessi più grandi, senza parlare delle classi che già scoppiano”.
Anticipando una scadenza fissata a fine anno, “il ministro ci impone, entro il 30 novembre - ha informato l’assessore - di rivedere secondo i nuovi parametri statali la rete scolastica per il 2009-2010, minacciando la nomina di commissari ad acta”, a spese delle regioni inadempienti. “Ma noi sfidiamo il ministro, ricorreremo alla Corte Costituzionale, per avere più tempo e per difendere le nostre scuole. Non lasceremo nulla di intentato. Lavoreremo a limitare il danno, anzi guarderemo anche avanti, con accorpamenti e sdoppiamenti per evitare la scomparsa dei plessi e mantenere se non incrementare le 926 direzioni scolastiche attuali”.
Due gli atti che impongono “tagli drammatici” alle scuole italiane e pugliesi, ha spiegato De Santis, in dissenso col “merito e il metodo dei provvedimenti governativi”. Oltre alle “imposizioni sulla rete scolastica, introdotte senza consultare la Conferenza Stato-Regioni, la legge 133 di agosto riduce di tre ore settimanali le lezioni (nelle medie a tempo prolungato si scende da 45 a 36 ore) e innalza ulteriormente (0,40 in più) gli alunni per classe. L’effetto è stimato in 135-140mila insegnanti in meno, anche di ruolo. Si riduce la spesa di 8miliardi di euro, un terzo della finanziaria, per liberarsi del peso dell’istruzione in favore delle scuole private”.
“Il ministro Gelmini dice che migliorerà la qualità dell’istruzione, ma è un’evidente contraddizione – ha dichiarato Manni – da questo attentato alla formazione dei futuri cittadini e dal ritorno del grembiulino, del 5 in condotta e degli infausti corsi di inserimento per i meno capaci viene fuori un disegno nemmeno ragionato di restaurazione, giustificato solo dall’esigenza cieca di tagliare spese”.
Per Maniglio, “il risultato sarà l’impoverimento delle strutture, l’abbattimento della scuola pubblica e tanti problemi in più per le famiglie. 87.400 posti di lavoro in meno nel prossimo triennio in Italia. Peggio di un disastro naturale. E la territorializzazione dei concorsi? Una norma indecente, che avvantaggia incostituzionalmente i candidati del nord. Il centrosinistra deve coinvolgere i pugliesi su un tema decisivo per il futuro e mi aspetterei almeno una parola dal centrodestra, dove specialisti della comunicazione solitamente incontinenti su altri argomenti restano sordomuti, si piegano ai diktat della Lega”.
Ventricelli ha illustrato le iniziative: proporre un ordine del giorno del Consiglio regionale e chiedere al presidente Pepe una seduta monotematica. “Dobbiamo ostacolare questo progetto, opporci in ogni modo e in ogni luogo a questo disegno. Come gruppi di maggioranza sosterremo le proposte dell’assessore Lomelo e del presidente Vendola. Offriamo al centrodestra l’occasione di abbandonare le posizioni nazionali ed insorgere con noi a difesa della Puglia, uscendo da una situazione imbarazzante.”.
Domani a Bari, nella scuola Euclide, Lomelo ha convocato un incontro con tutti i sindaci, l’Ufficio Scolastico regionale, i sindacati, l’Anci e l’Up. “E’ un problema che non ha un colore, riguarda tutta la Puglia”.
Io non chiedo le dimissioni del ministro Gelmini – ha concluso – anzi, la invito in Puglia, a visitare le nostre scuole, a verificare l’impegno dei nostri docenti. Lo stato non può dimenticare di garantire diritti essenziali: dalla qualità dell’insegnamento dipende il futuro dei pugliesi”.
COMUNICATO STAMPA CONSIGLIO REGIONALE PUGLIESE
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