Brindisi, 17/10/2008
Errico scrive ad Emiliano: "a Brindisi ricostituzione dell’asse trasversale politico-economico-affaristico"
Caro Michele,
mi riferisco alle vicende che mi hanno interessato in questi giorni per riportare alla Tua sensibilità l’accaduto, non certo per trovare conforti necessari, ma per condividere in spazi più intelligenti le riflessioni conseguenti.
Mi lascio convinto che lo sforzo tentato di sollecitare un profondo e radicale ripensamento nelle motivazioni della politica è stato piegato a frettolose considerazioni e superficiali strumentalizzazioni da coloro che avrebbero dovuto trovare ragione di ripensamenti, mentre le persone “che non contano”, ne hanno percepito l’intero significato.
Non desidero certamente insegnare qualcosa a chicchessia, ma solo confermare con forza quello che per me rappresenta una vicenda emblematica di ciò che la “prassi” comune fa diventare il senso vero della partecipazione politica: un nascondersi dietro la “giustizia” formalmente intesa attraverso le espressioni delle strutture organizzate.
Hai detto “le sentenze si rispettano e si eseguono”. La politica deve rispettare, senza dubbio, la possibilità della proposizione, ma il proprio unico riferimento si rivolge a ciò che pensa la “propria madre” che non conosce il diritto, ma che comprende sino in fondo “il sentimento della giustizia”.
Abbiamo imparato, già da tempo, che la cogenza delle norme e le interpretazioni di questa, non sono altro che “manifestazioni dei più forti”.
Gli interessi di questi ultimi debbono essere ribaltati dalla politica per la tutela dei più deboli ponendo altre positività. Le dispute interne ai comportamenti eticamente rilevanti, ci hanno insegnato, si risolvono solo attraverso “gli appelli sentimentali”.
Ed è per questo appello che ho voluto dare forza alla mia scelta contro il “cinismo” dilagante di un senso comune di prassi che ha visto “la mia Regione” perseguire gli stessi fini di quelli fatti propri dall’Amministrazione precedente .
Ma questa volta, si è voluto mortificare non una persona per agevolarne un’altra, ma una intera comunità è stata bistrattata e mortificata per realizzare programmi venuti da pensieri interessati e da private convenienze.
Quando un procedimento si svolge piegato sul protagonismo del Comune di Lecce che paga un tecnico di propria fiducia per dimostrare che tutto è fattibile a Brindisi e quella perizia, invece che quella presentata da altri, viene presa a fondamento del provvedimento regionale, allora sì che una “sentenza” non fa la storia della giustizia di “mia madre”, ma fa solo la composizione della disputa sulla base della positività formale dell’interesse.
Cos’è questa vicenda se non un’ espressione di una mentalità comune ad altre mentalità che hanno proposto parte di vantaggio in epoche in cui a Brindisi tutto poteva essere permesso anche”rubare la sabbia”!
Le rappresentanze istituzionali brindisine hanno sperimentato, in questi tempi, invece, nella loro identità onesta, laboriosa e senza apparenze ipocrite, le ragioni di una dignità motivata da quel “sentimento di giustizia”.
La Tua non condivisione di tale sensibilità la riporto, come a me pare, agli opportuni distacchi dovuti alle responsabilità sovraordinate.
Ma proprio questo è il “cinismo” di prassi, in tal caso ingenuo,che fa vincere lo spazio vuoto dell’onestà politica.
E’ fatto ormai apparso a tutti notorio, qui a Brindisi, la ricostituzione dell’asse trasversale politico-economico-affaristico basato sul sistema di riconoscenza ed alimentato dall’apporto sconsiderato dell’informazione interessata e compiacente .
Le formalità che si propongono per le prossime consultazioni politiche sono di fondamento per la intrusione democraticamente giustificata, del sistema che ho detto, sino a legittimarlo.
Chi ha le dovute responsabilità, i partiti, i movimenti e le aggregazioni devono selezionare ed indicare le forme apicali di rappresentanza con coraggio eliminando sin dall’origine le possibili ingerenze che hanno avuto nella storia responsabilità politiche di legittimare sistemi perversi.
Se tutto non viene fatto almeno dai partiti che hanno rilevanza nazionale,tanto non può che significare scacciare la moneta buona con
quella cattiva.
Per quanto riguarda la mia responsabilità di oggi il rispetto per gli organismi istituzionali che rappresento, per il mandato ricevuto dagli elettori, mi fanno superare il disagio di questo momento per fornire ancora tutte le nostre risorse per concludere questa esperienza che sta vedendo tanti successi e tante cose buone da realizzare.
Per il resto, la lettura degli avvenimenti che stanno coinvolgendo le mediazioni politiche più importanti, nel senso possibile dell’evoluzione da me indicata, alla definizione dei percorsi, non potrà vedere la mia disponibilità offerta per quel sistema.
Cordialmente.
- ERRICO -
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