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S. Pietro V.co, 8 Giugno: "il pericolo che corriamo con il porto industriale a Cerano"



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S. Pietro V.co, 20/10/2008

8 Giugno: "il pericolo che corriamo con il porto industriale a Cerano"

Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera a firma di Ernesto Musio, coordinatore del Comitato 8giugno, recapitata il 17 settembre agli amministratori e ai consiglieri di San Pietro Vernotico (Brindisi) sul pericolo relativo al Porto Industriale a Cerano.
La missiva - scrive Musio nel renderla pubblica - finora è stata tenuta riservata, "ma ora non posso più ritenere tale, dinnanzi alle dichiarazioni di stupore del Sindaco".

Carissimi,
avrete senz’altro saputo che la Giunta Regionale ha approvato la richiesta, avanzata dall’Autorità Portuale di Brindisi, di ampliamento della circoscrizione territoriale di competenza, dall’attuale limite di Capo Bianco fino a Cerano.
Però, prima che Autorità Portuale e Comune di Brindisi possano mettere mano, con un necessario combinato disposto, a un nuovo Piano Regolatore del Porto e al nuovo Piano Regolatore Comunale, che questo ampliamento preveda, tale richiesta, per essere amministrativamente efficace, deve essere anche e soprattutto riconosciuta dal Governo, attraverso un Decreto del Ministero dei Trasporti. Pare che ciò possa avvenire nel giro di poche settimane, forse di giorni.
Questa è quindi una fase cruciale –e definitiva-, anche se purtroppo in extremis!, per tentare di tutelare gli interessi dei territori posti a sud di Brindisi e a nord di Lecce.
A noi risulta chiaro difatti che non ci sarebbe bisogno di ampliare la circoscrizione territoriale di competenza dell’Autorità Portuale, se non si volesse riprendere e perseguire fino in fondo l’idea di utilizzare Cerano come il “compendio” della gran parte delle attività e dei traffici più inquinanti e pericolosi –vecchi e…nuovi?- di Brindisi, attraverso un nuovo Porto Industriale, sfruttando, come à accaduto per la mega Centrale a Carbone, gli estremi limiti del proprio confine comunale, per scaricare o, come si ama dire, “delocalizzare”, su altri incolpevoli territori, i maggiori costi ambientali e sanitari, acquisendo naturalmente per sé i maggiori vantaggi economici.
Difatti, basta solo ricordare ad esempio che, nel Piano Operativo Triennale 2003/2005 dell’Autorità Portuale, è già prevista la realizzazione di un unico pontile, dedicato esclusivamente alla movimentazione del carbone, delle ceneri e dei gessi, che formalizza l’accordo del Protocollo del 2001, il quale ha previsto la costruzione di un unico molo carbone nel porto esterno, a spese di Enel e Edipower.
Chissà perché non si da seguito a tutto ciò che, nel contempo, viene incontro alla legittima esigenza di Brindisi di liberare il Porto Interno dai traffici marittimi più inquinanti –non decisi però dai territori limitrofi- e di non ulteriormente aggravare la già critica situazione ambientale e sanitaria “oltreconfine” e “delocalizzata” di San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Cellino … e del nord Salento.!
Ad ogni modo, tralasciando il novero di tutti i danni ambientali, sanitari, marini, costieri, erosivi che conseguirebbero alla realizzazione di un Porto Industriale a Cerano, pubblicamente esposti in più occasioni, Vi sollecitiamo a dare seguito a quanto il Consiglio Comunale di San Pietro Vernotico ha già deliberato nel maggio del 2006, “a mettere in atto tutte le iniziative necessarie tese a impedire la realizzazione di ipotesi così devastanti per questa parte del territorio –come un Porto Industriale a Cerano- tanto in termini ambientali e sanitari, quanto in termini di sviluppo, coinvolgendo tutto il territorio a sud di Brindisi e gran parte di quello a nord di Lecce.”; e a comprendere fino in fondo che, qualora il Governo dovesse dare il Via a questo progetto, dopo a noi resterebbe solo la possibilità di manifestazioni, proteste, sitin, interrogazioni, interpellanze, passerelle… in quell’ inutile film al quale abbiamo, ora partecipato ora assistito, in questi decenni, dopo la decisione della costruzione di una megacentrale a carbone a Cerano…
Come si ama dire, “ primum vivere deinde philosophari”?
Dinnanzi a un così grande pericolo per il futuro delle popolazioni salentine che si trovano a sud di Brindisi e a nord di Lecce, a noi sembra grave e incomprensibile il silenzio delle istituzioni e della politica locali e territoriali. Gli interessi generali di un territorio vanno oltre i confini degli interessi particolari dei partiti e degli schieramenti, che dovrebbero invece unirsi in una comune battaglia di civiltà, visto che a Brindisi peraltro ciò è in atto, ed è testimoniato dall’ altrettanto assordante e interessatissimo silenzio proveniente da ogni parte politica di quella città sull’argomento.
E’ bene pure sapere che, nel Documento Preliminare del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP,) è avvedutamente e opportunamente previsto il principio del risparmio del consumo del territorio, contro la trasformazione delle campagne e “delle coste in periferie urbane”, sul quale si può far leva.
Occorre perciò che tutte le parti politiche intervengano, auspicabilmente in modo unitario, presso il Governo e, soprattutto, presso il Ministero dei Trasporti, il cui titolare –Altero Matteoli- ben conosce le criticità dell’area a rischio di crisi ambientale e di incidente rilevante, e per questo sito di interesse nazionale, nella cuore della quale insiste il territorio di Cerano, essendo stato Ministro dell’Ambiente nel primo Governo Berlusconi del 1994, ai primordi della formazione della mitica Convenzione del 96 con l’Enel e il Governo, che riduceva drasticamente gli impatti del polo energetico.
Per quanto ci riguarda, nonostante tutti i ritardi istituzionali accumulati, chiediamo alla politica locale di muoversi senza esitazioni e senza perdere ulteriore tempo, con quella maturità civile necessaria, alla quale siamo disponibili anche noi a concorrere, avendo avanzato l’idea dell’istituzione di una Conferenza Permanente su Cerano, che dovrebbe essere promossa dalla Provincia, data la complessità delle problematiche dell’area e l’addensarsi di progetti su di essa, i quali vanno tutti contestualizzati nel quadro delle sofferenze ambientali che la stessa già patisce.
Sosterremo ogni azione di contrasto, ma anche, con responsabilità, ogni proposta “attiva” (che superi però l’esame delle necessarie controindicazioni), tesa a evitare anche una ulteriore oggettiva infinita sciagurata frattura fra territori.
Il Comitato 8giugno che mi onoro di rappresentare, per quanto attivo e generoso, come tutti i Comitati di questo mondo, non può sostituirsi a quella cosa pubblica generale che si chiama politica che, contro ogni evidenza dei tempi e dei luoghi nostri, si ostini a voler governare la città e la propria comunità, soprattutto dinnanzi al pericolo più grande che il futuro del nostro territorio e dei nostri figli sta correndo.
In attesa di utili e tempestivi riscontri, Vi inviamo i migliori saluti.

Il Coordinatore del Comitato 8giugno: Ernesto Musio


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