Brindisi, 07/11/2008
Doni Enel, Medicina Democratica: "non auto ma opere di bene"
Qualche giorno fa, presso Palazzo Nervegna, alla presenza del Sindaco e dell''Arcivescovo di Brindisi, il responsabile della Centrale Enel "Federico II", ha consegnato alla presidente della delegazione ANT una vettura acquistata con i fondi messi a disposizione dalla Associazione ONLUS Enel Cuore.
Un dono quest'anno di consistente valore che ha avuto notevole eco sui mezzi di informazione locale.
Il gesto di generosità di Enel Cuore, associazione sostenuta con utili della maggiore azienda elettrica italiana che gestisce a Brindisi una delle più grandi centrali d'Europa bruciando ogni anno milioni di tonnellate di carbone, ci ha colpito soprattutto per il destinatario del dono, l'Associazione Nazionale Tumori che cura a Brindisi, come in tutta Italia, centinaia di ammalati di cancro nelle ultime fasi della loro vita.
Un'associazione alla quale non dovrebbe sfuggire il fatto che ogni anno e da qualche decennio una parte di quei tumori sono attribuibili al fatto che la nostra provincia contiene un'area ad alto rischio di crisi ambientale. Definizione che la legge istitutiva dell'area stessa fa originare dalla concentrazione al suo interno di attività chimiche ed energetiche.
L'ANT, che sostiene la sua opera meritoria con le elargizioni dei
cittadini, con le rette pagate dalle ASL e con contributi regionali, avrebbe potuto rinunciare motivatamente al dono dell'Enel in quanto il proprio interesse è non solo di curare chi soffre per così gravi malattie ma anche quello di prevenirle. E lo avrebbe appunto potuto fare chiedendo in cambio un ben diverso atto di solidarietà verso la collettività locale e cioè una riduzione dell'uso del carbone di valore almeno equivalente agli utili investiti in attività sociali.
Quanto a Enel Cuore, ci preme dire che, se l'azienda elettrica può destinare parte dei suoi enormi utili per sostenere attività di solidarietà, valuti l'opportunità di indirizzare queste disponibilità verso scelte che si prefiggano una riduzione delle nocività. E ciò per fare in modo che ci
siano meno ammalati di cancro da curare.
Medicina Democratica
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