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Fasano, Ricorso Panittica Pugliese: il Consiglio di Stato dà ragione al Comune



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Fasano, 11/11/2008

Ricorso Panittica Pugliese: il Consiglio di Stato dà ragione al Comune

Il Consiglio di Stato, quinta sezione (presidente Raffaele Iannotta) dà ragione al Comune di Fasano (Brindisi) ed alla tesi difensiva del capo dell’Avvocatura comunale, Ottavio Carparelli: all’azienda locale di piscicoltura, “Panittica Pugliese”, l’Ente locale non è tenuto a pagare quei 124mila euro che l’impresa aveva richiesto attraverso un apposito ricorso per l’esecuzione di un precedente pronunciamento del Consiglio di Stato dell’agosto 2005. “(...) alla società – si legge, tra l’altro, nella decisione del Consiglio di Stato - non risulta dovuto altro sulla base della decisione da eseguire”; pertanto, si “(...) dichiara inammissibile il ricorso per l’ottemperanza al giudicato indicato in epigrafe”.

La storia affonda le sue radici negli anni ’70, quando la “Panittica Pugliese srl” richiede al Comune fasanese una concessione edilizia per la realizzazione di un’attività di piscicoltura, nella frazione marinara di Torre Canne. Il Comune, valutate positivamente le condizioni, rilascia l’autorizzazione a costruire l’azienda e, nel contempo, richiede alla società il pagamento degli oneri di urbanizzazione.
La “Panittica Pugliese”, così, versa nelle casse comunali qualcosa come 300 milioni di lire, però, sulla base della giurisprudenza nel frattempo intervenuta e su normative vere e proprie in materia, l’impresa presenta ricorso al Tar finalizzato alla richiesta della restituzione della somma, in quanto (secondo quanto sosteneva la società) non dovuta poiché l’attività di piscicoltura poteva essere equiparata a quella agricolo-imprenditoriale esentata, per volontà del legislatore, dal pagamento degli oneri di urbanizzazione.
Il Tar di Lecce (1^ sezione) nel 2000, con un’apposita sentenza, si pronuncia favorevolmente sul ricorso della “Panittica Pugliese srl”, condannando il Comune alla restituzione di quegli oneri. L’Ente locale si oppone e la questione giunge dinanzi al Consiglio di Stato che, nel 2005, conferma la sentenza del Tar sostenendo che siccome l’azienda di piscicoltura era stata costruita su un terreno con destinazione urbanistica agricola, già questo equiparava l’attività di riproduzione dei pesci all’attività agricola. Pertanto, il Comune di Fasano, nel novembre 2005, restituisce alla società quei famosi 300 milioni, versando nelle casse della società l’equivalente somma di 155.737,70 euro, senza l’aggiunta di interessi e di rivalutazione monetaria.

La “Panittica Pugliese”, a questo punto, presenta un ricorso al Consiglio di Stato richiedendo l’ottemperanza della sentenza del 2005 e, quindi, il pagamento (da parte del Comune) di ulteriori 124.471,42 euro, oltre agli interessi nella misura legale, alla rivalutazione monetaria ed al maggior danno. Il capo dell’Avvocatura comunale, Ottavio Carparelli, presenta così al Consiglio di Stato delle osservazioni nelle quali, tra le altre cose, chiarisce che “(...) nella sentenza del Consiglio di Stato del 2005, non vi è alcun riferimento e/o alcuna pronuncia di condanna del Comune di Fasano al pagamento, in favore di Panittica Pugliese, di somme di denaro a titolo d’interessi” e che, inoltre, “nel ricorso introduttivo di primo grado, la società ricorrente ha fatto esclusivo riferimento alla richiesta di restituzione del solo complessivo importo di 301 milioni di lire”, cioè dei soli oneri di urbanizzazione. Il Consiglio di Stato, nella sua ultima decisione ha, quindi, sposato proprio questa tesi difensiva, esonerando il Comune dal pagamento dell’ulteriore soma richiesta.

COMUNICATO STAMPA AMM.NE COMUNALE DI FASANO


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