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Brindisi, Centro Crisalide: 19/11 Giornata contro il maltrattamento all'infanzia



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Brindisi, 17/11/2008

Centro Crisalide: 19/11 Giornata contro il maltrattamento all'infanzia

Il 19 novembre ricorre la Giornata Internazionale di Prevenzione dell’Abuso all’Infanzia. Questa ricorrenza, che precede la Giornata dei Diritti del Fanciullo, intende ribadire la drammatica emergenza rappresentata dalla diffusione del fenomeno della violenza sui bambini e bambine. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, già nel 2002, evidenzia come tale problema rappresenti la principale causa di morte e di malattia nel mondo per donne e minori.
Il fenomeno per natura, tende a rimanere sommerso fino a che adulti attenti, “osservatori sensibili”, ne permettano l’emersione. L’abuso e il maltrattamento all’infanzia sono ancor oggi, tenuti nascosti in quanto patologia occulta ed inconfessabile delle relazioni umane e familiari, poiché contrastano con i basilari principi della morale collettiva e della convivenza comune.

La presenza di servizi che si occupino della prevenzione e della cura di tale problema e delle sue conseguenze diviene pertanto, una necessità insopprimibile in una società civile che, finalmente, sia in grado di riconoscere il bambino come “cittadino portatore di diritti”.
In tal senso l’Amministrazione Comunale di Brindisi ha promosso e sostenuto, grazie ai fondi della Legge 285/97, la realizzazione del Centro Antiviolenza Crisalide, operante nel territorio di Brindisi dal 1999. Tale servizio è gestito con continuità da un equipe multi professionale fornita dalla Cooperativa Sociale “Solidarietà e Rinnovamento”.

Grazie all’impegno degli operatori, in questi anni, si sono potuti realizzare, sia pure in maniera parziale, gli obiettivi di:
- favorire l’emersione del fenomeno che, da sporadico e occasionale, è diventato sempre più chiaramente riconoscibile e “trattabile” da parte dei servizi;
- creare una sempre più ampia sensibilità sociale e diffondere la cultura del rispetto delle bambine e dei bambini per favorirne una crescita sana.
I dati, riferiti al lavoro svolto dal Centro Crisalide nel corso di questi ultimi 10 mesi, offrono lo “spaccato” di una attività intensa e multiforme sviluppatasi in maniera progressiva, nell’arco di circa dieci anni.
Il profilo della realtà territoriale che ne deriva, evidenzia in linea con i dati nazionali, come la famiglia costituisca il principale ambiente in cui si instaurano relazioni violente e dove si producono le maggiori condizioni di sofferenza per i bambini.
La “violenza domestica” è peraltro, difficilmente identificabile all’esterno della famiglia, apparendo spesso in chiave di comportamenti sporadici ed acute esplosioni di aggressività, che in realtà costituiscono la base di relazioni stabili e durature nel tempo.
Tale realtà investe trasversalmente l’intero territorio, risultando proporzionale alla popolosità dei quartieri. Si evidenzia, infatti, la più alta percentuale di casi nei quartieri Commenda, Sant’Elia e Tuturano. Sono ancora le realtà sociali marginali e meno “difese” ad essere più facilmente intercettate dai servizi, confermando il dato che la parte più sommersa del fenomeno riguarda situazioni sociali e familiari meno visibili all’esterno, perché caratterizzate da un livello culturale, sociale ed economico più elevato.

La manifestazione più diffusa del fenomeno riguarda la violenza assistita, una categoria per molto tempo sottovalutata e che ancora oggi viene ampiamente trascurata, quale esperienza in grado di produrre gravi e durature conseguenze sui minori. Spesso anche nei servizi si è tollerato questo tipo di esperienza, trincerandosi dietro commenti pseudo rassicuranti del tipo “…i bambini però non vengono toccati…”. Nonostante la frequenza dei casi e la gravità dei danni, l’esistenza e l’incidenza del fenomeno vengono ancora sottovalutati, e si stenta a riconoscere il problema e la necessità di protezione del minore.
Per violenza assistita intrafamiliare si intende qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuta su figure di riferimento o altre figure significative, adulte o minori; di tale violenza il/la bambino/a può fare esperienza direttamente (quando essa avviene nel suo campo percettivo) o indirettamente (quando il/la minore è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti. Per quanto riguarda la tipologia di abuso va tuttavia osservato che la suddivisione in categorie, se ben risponde ad esigenze descrittive, non corrisponde però, quasi mai alla manifestazione complessa del fenomeno della violenza all’infanzia che nella realtà non si presenta mai in forme così nettamente separate o scindibili. Come è stato evidenziato dalla clinica, uno stesso bambino vittima subisce sempre forme diverse di maltrattamento. L’abuso sessuale di per sé implica violenza psicologica anche quando quest’ultima non si esprime nelle forme della denigrazione verbale o della svalutazione esplicita, associandosi frequentemente a quella mancanza di protezione e di tutela da parte del genitore non direttamente abusante o violento che abitualmente viene indicata come trascuratezza. Violenza assistita e trascuratezza sono le forme più diffuse di maltrattamento, sia come categorie specifiche che come aspetti collaterali di manifestazioni più eclatanti, quali il maltrattamento fisico e l’abuso sessuale. Inoltre, rileviamo come i casi di abuso sessuale seguiti siano ampiamente cresciuti in valore assoluto e percentuale fra quelli trattati dal servizio e ciò a dimostrazione dell’efficacia della crescente sensibilità sviluppata, anche grazie alle campagne di informazione e prevenzione svolte.

Per ciò che concerne il trattamento nei casi di abuso l’intervento si rivolge ai minori e alle famiglie, nell’ottica che la riparazione del danno subito dalle vittime, non può soddisfare l’intera esigenza di cura se, d’altro canto, non si aiutano le stesse famiglie a superare quei fattori di mal funzionamento relazionale che impediscono la naturale offerta di cure.
Questo intervento si presenta di per sé complesso ed articolato, e richiede l’integrazione di più risorse con il coinvolgimento di diverse figure professionali e una stretta collaborazione fra servizi ed istituzioni, in primis le Autorità Giudiziarie, gli organi di polizia, la scuola.
Dai dati che concernono l’età degli utenti del Centro Crisalide si rileva, infatti, come ad essere seguiti siano i bambini ma anche i loro familiari, in un complesso articolarsi di interventi e sinergie di rete tra i servizi.

Per quanto riguarda l’attività di prevenzione il Centro Antiviolenza Crisalide, dopo avere curato percorsi di sensibilizzazione ed informazione con insegnanti di scuola materna ed elementare, per favorire la rilevazione precoce e l’intervento tempestivo nei casi di abuso e maltrattamento, e svolto numerosi interventi nei gruppi classe, ha nell’ultimo periodo curato l’elaborazione di un manuale ad uso di educatori ed operatori, con lo scopo di fornire una guida pratica, completa ed utile per riconoscere il fenomeno del maltrattamento e facilitarne l’affrontamento.
A questo proposito è in preparazione un programma di incontri nelle scuole per presentare l’opuscolo e consolidare il rapporto di collaborazione con le scuole.

L’èquipe del Centro Antiviolenza “Crisalide” del Comune di Brindisi
Coordinatore del Servizio: Dott. Maurizio Guadalupi


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