Brindisi, 28/11/2008
Rollo sulle dimissioni di Mennitti e la crisi del Centrodestra
Gentile Direttore,
credo che siamo tutti d'accordo nel ritenere che gli episodi quotidiani della politica possano prestarsi a diversi tipi di letture e di interpretazioni. Ciò è dovuto sicuramente ai diversi gradi di conoscenza dei fatti accaduti ma anche alla nostra capacità di leggere una realtà politica e sociale nel suo insieme senza farsi condizionare dal quotidiano distaccandosi per quanto possibile dalle passioni, dalle partigianerie e dalle appartenenze.
Con parole un po’ abusate potremmo dire che i fatti debbono essere in qualche modo "contestualizzati" o "storicizzati", inseriti cioè in una vicenda più vasta ed in un tempo che non riguarda soltanto noi e la nostra esperienza del momento.
Così facendo le dimissioni del sindaco Mennitti non mi stupiscono affatto e tantomeno mi stupiscono i singoli atteggiamenti di chi quelle dimissioni ha provocato.
Con la naturale semplificazione dei fatti accaduti che il passare del tempo porta con se, la storia della sindacatura di Mimmo Mennitti potrà in futuro essere raccontata come una ambizione o come il tentativo, attuato attraverso la politica, di rigenerare una città, di ridare regole certe, di assecondare una crescita collettiva, di infondere la convinzione che assieme possiamo farcela al di là di tornaconti personali immediati. La storia quindi di un impegno e di una speranza che per tanti amministratori hanno costituito l'occasione per dare il meglio di se stessi.
Oppure potrà essere letta come la vicenda di chi , non riuscendo a capire e a farsi capire, ha dovuto cedere il passo a chi nella instabilità e nella confusione trova la possibilità di una propria sopravvivenza non solo politica con una morale ed un insegnamento chiari: la furbizia paga e la politica è la scorciatoia per l'affermazione sociale. Tutto qui.
Il voler inserire in questa vicenda elementi aggiuntivi come la spaccatura interna al gruppo di Forza Italia, la diaspora di AN, le fughe e i ripensamenti di alcuni consiglieri dell'UDC o le diverse opzioni sul rigassificatore è sbagliato e rischia di nobilitare atteggiamenti che di nobile hanno ben poco.
Intendiamoci: la spaccatura verificatasi all'interno di F.I. influenza non poco gli equilibri numerici interni al consiglio comunale ma da questo a fornire una motivazione politica alle varie defezioni ne corre moltissimo.
Siamo in presenza, qui come nella diaspora verificatasi in An, di motivazioni basse e personali che pochissimo se non nulla hanno a che fare con le scelte effettuate dalla giunta Mennitti e ancora meno con le varie opzioni sul rigassificatore presenti nel dibattito cittadino.
La mia verità è che siamo ad un bivio. Già Sabato prossimo questo consiglio comunale sarà chiamato ad esprimersi sulle variazioni di bilancio e, come spesso accade, quel fatto assumerà una portata più generale, più vasta, per alcuni versi più storica. Sabato decideremo se questo percorso di vera e propria bonifica può continuare o se quella solita decina di furbacchioni , alcuni dei quali sembra non abbiano altro da fare e sono lì da anni, riusciranno a condizionare e vanificare anche questo tentativo.
In questo bivio in cui ci ritroviamo come comunità tutta, una parte cospicua di verità può essere diffusa dai media che ancor più oggi, dovrebbero svolgere un ruolo di smascheramento e di chiarezza.
Se non diciamo tutti assieme e con forza che sei, sette, dieci consiglieri sono lì da sempre per loro stessi e trovano pericolosa ogni forma di ripristino delle regole perché ciò sarebbe pericoloso per loro stessi, se non abbiamo il coraggio di dire che alcune fra le liste civiche che spuntano come funghi sono la scorciatoia per farsi eleggere in consiglio fornendo poi la possibilità a quel paio di consiglieri di mettersi in vendita, se non abbiamo il coraggio di dire che per costoro l'unico calcolo da fare è non permettere a Mennitti di concludere la propria sindacatura perché ciò aumenterebbe la possibilità di prenderne il posto, o che far mancare ieri la maggioranza ma essere disponibili ad un rientro "patteggiato" è operazione oramai diffusa e incancrenita, non possiamo veramente dire di aver prestato un buon servizio alla città.
Altrettanto buono sarebbe il servizio di non permettere che tali personaggi ritrovino spazio nei due maggiori partiti che andranno a confrontarsi per la guida della città per i prossimi cinque anni e né che le loro liste possano avere la possibilità di apparentarsi.
Ma questa è un'altra storia.
Sabato dovrebbe mobilitarsi la città, non la maggioranza, perché la partita, come ho già detto, è epocale.
Altro e diverso è il dibattito sul rigassificatore che, a mio avviso rimane argomento serio e delicato riguardo al quale non occorrono né barricate né uscite estemporanee.
Diventa altrettanto pericoloso per tutti utilizzare il sacrosanto dibattito interno al PDL sul rigassificatore per ergersi a difensori dell'ambiente e per condurre battaglie demagogiche che, come ha insegnato in questi anni la politica del presidente Errico, conducono dritti dritti ad ottenere per il proprio territorio mortificazioni e discriminazioni.
Oggi al Sindaco Mennitti chiediamo di rappresentare, e la completezza della sindacatura ne diverrebbe un simbolo, la continuità di un'azione che pazientemente e sapientemente va donando alla città i frutti di una rinascita e di un rilancio. Il toto candidati sulle prossime elezioni amministrative è prematuro e rischia di fuorviare dalle reali poste in campo. Ogni giorno ha il proprio affanno.
Cerchiamo di vincere questa partita altrimenti sarà quasi impossibile giocare le prossime.
Marcello Rollo.
Consigliere Regionale F.I. – PdL.
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