Brindisi, 28/11/2008
Provincia: i dati ufficiali smentiscono lo studio Nomisma
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Periodicamente giungono a Brindisi le sortite dei centri studi Nomisma, impegnati ora ad attestare la bontà del progetto di rigassificatore nel porto in città, ora a dimostrare che non il carbone delle centrali termoelettriche ma tutto il resto inquina i terreni agricoli.
Ebbene, intanto si riporta che a proposito di sviluppo locale le scienze sociali già da decenni hanno acquisito che qualsiasi territorio può avviarsi sulla strada dello sviluppo a patto di non cercare la facile applicazione di generiche ricette universali, ma di saper declinare le modalità di sviluppo scelte in maniera quanto più condivisa dalle comunità, uniche portatrici degli interessi e delle ambizioni locali.
E’ opportuno però tornare sulla questione dei terreni agricoli specificando a studiosi lontani (che sulla base di valutazioni superate affermano che il fondo naturale contiene elevati livelli di metalli e inquinanti) che invece il fondo naturale di Brindisi è PULITO, con nessun elemento chimico presente in eccesso rispetto alle tabelle di legge che discriminano i terreni inquinati da quelli puliti.
Oggi il lungo processo di ricostruzione delle conoscenze, condotto in particolare da Provincia ARPA Puglia e Ministero dell’Ambiente, è giunto alla conclusione incontrovertibile che i terreni a Brindisi sono puliti in via generale, salvo i casi di gravissimo inquinamento intorno alla centrale di Cerano, all’asse attrezzato camion-nastro per il carbone, al petrolchimico, ad aree industrializzate.
Ci sono voluti anni, ma finalmente dopo le caratterizzazioni dei terreni inquinati, grazie all’Accordo di Programma sulle Bonifiche di Brindisi del 18 dicembre 2007 il territorio ha conseguito la ricostruzione dei valori di fondo del terreno di Brindisi.
Al di là dell’approfondimento ora volto ad analizzare terreni ancor meno antropizzati, sì da giungere così a valori ancor più bassi, l’ARPA attesta che “lo studio condotto ha fornito in modo esaustivo evidenza che i superamenti relativi all’arsenico, rilevati nei vari piani di caratterizzazione all’interno del perimetro SIN, non si possono attribuire alla normale composizione del suolo”, che per quanto comunque antropizzato dalla vita dell’uomo e dalle millenarie pratiche agricole rispetta i valori di legge. Questo è valido per l’arsenico, l’inquinante più ricorrente nel Sito Inquinato Nazionale di Brindisi, e a maggior ragione per gli altri elementi.
Questi dati, recentissimi e ufficiali, speriamo siano finalmente tenuti in considerazione da scienziati che a Roma o Bologna danno verdetti su Brindisi poco curandosi dei processi cognitivi in corso.
Intanto questa Provincia sta provvedendo d’ufficio alla trasmissione di questi dati alla Procura della Repubblica, perché come per legge possano essere accertate le responsabilità delle gravi situazioni di inquinamento accertate a fronte di un fondo naturale pulito.
COMUNICATO STAMPA AMM.NE PROVINCIALE DI BRINDISI
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