Brindisi, 01/12/2008
Albano (PD) sul ritiro delle dimissioni di Mennitti
E’ naturale che un sindaco dopo aver formalizzato le dimissioni, si ponga il problema delle conseguenze del suo gesto per la città e per se stesso.
Qualche sindaco in queste circostanze arriva pure a fare un bilancio sincero delle cose fatte e di quelle non fatte, ma sono dettagli ai quali nessuno pensa o da peso perché non c’è tempo da perdere, ci sono solo 20 giorni di tempo per rimediare.
Intanto sulla porta del palazzo di città c’è già affissa la prenotazione del commissario rispetto al quale un sindaco, che ci tiene, deve marcare la differenza in termini di capacità di gestione, di intervento e soprattutto di tutela degli interessi della città e dei cittadini.
E’ evidente, per quello che sta succedendo, che è stato un colpo di testa, tante volte tenuto a bada. Questa volta, bisogna ammetterlo, si era proprio superato il limite della decenza. L’assenza di tutti i consiglieri in consiglio comunale, mai accaduto nella storia di Brindisi, è sembrato una vera e propria mascalzonata, un colpo durissimo, al quale per istinto si è stati costretti a rispondere, come è successo, in modo sbagliato.
C’è da mordersi le mani. Certo non c’è alcun impedimento per ritirale c’è solo il rischio di perdere la faccia.
Quello più urgente ed attuale, considerati i flebili attestati di solidarietà e di inviti al ripensamento, risiede nel fatto che nella gente si possa ingenerare il convincimento che la venuta del commissario potrebbe essere il male minore, che sarebbe l’occasione ed il momento giusto per farla definitivamente finita con questa situazione, con questa politica.
Il sindaco e la sua maggioranza sanno benissimo che è pericoloso lasciare alla gente il tempo di riflettere, perché si monta la testa, riflette in modo strano, perché si mette a ragionare sulle emergenze mai risolte, sul degrado, sulla disoccupazione, sull’inquinamento, sulla carenza dei servizi, sull’esercizio costantemente provvisorio dell’interesse pubblico, tenuto costantemente in scacco dai tanti dissidi interni alla maggioranza, in nome della guerra santa per la conquista della poltrona.
E’ un atteggiamento pericoloso perché potrebbe vivere il distacco, l’addio a questa maggioranza senza rimpianti; non come privazione, ma come liberazione. Finalmente!
Per fortuna da Francavilla – chi l’avrebbe mai detto – è venuto l’aiuto e la solidarietà obliqua, travestita da rigassificatore, che ha dato indirettamente respiro ad un assedio.
Ha dato un significato, almeno uno, a 4 anni e mezzo di attività di sindaco, nella sua strenua battaglia contro tutti, che poi sarebbe, per semplificare, la battaglia contro l’azionista unico del suo partito.
Quello del parlamentare di Francavilla è stato un vero colpo di genio!
Da qualche altro comune della provincia, sull’onda del successo ottenuto, si voleva rincarare la dose ponendo sul tavolo le questioni dell’ambiente, del porto, delle centrali, dell’Aspica, dei tributi, della disoccupazione, delle zone franche, dei piani di recupero delle periferie, ma li hanno subito convinti a lasciar perdere, perché si rischiava di compromettere tutto. Sarebbe stata la via crucis delle inefficienze di questa maggioranza
Ora il peggio sta passando, perché la gente ormai è stata distratta, è stata precettata nella guerra contro l’invasore francavillese, che vuole infangare l’onore del nostro difensore.
Che bella storia, anche questo ci tocca vedere.
Bisogna ammettere che quella del rigassificatore, (come le colonne, la cultura, l’identità), è una bella coperta, buona per tutte le stagioni, da tirar fuori nei momenti di difficoltà, anche se sta diventando sempre più corta per coprire le troppe inefficienze di questa amministrazione.
La strada comunque a questo punto, considerati anche i segnali evidenti, è già segnata, il copione è già stato scritto per intero. Sono già in azione i soliti fabbricatori di tesi precostituite.
Il sindaco è già pronto a replicare il solito giochetto di “ raffinata cultura politica” lanciando da tutte le tribune televisive, giornalistiche e sportive i soliti messaggi di efficienza e di compattezza della compagine di centro destra.
Che importanza possono avere in questo momento, in queste ore di emergenza, le numerose dissociazioni, del passato e del presente, di tanti consiglieri della maggioranza, i numerosi consigli comunali non fatti per mancanza del numero legale per responsabilità della maggioranza, le affannose continue battute di caccia alla ricerca del ventunesimo voto, le tante minacce di dimissioni, la tensione giornaliera dovuta al costante dissenso.
Tutto superato per effetto della nobile politica della conta, agevolata dal terrore di perdere la poltrona; perché è sempre quelle che alla fine conta.
Si sa che la compattezza è stata ritrovata sulla base di un programmino nuovo, nuovo, un “ last minute” , per i prossimi quattro mesi.
Un programmino, che, considerati i precedenti, si dispera possa durare più di 48 ore.
Certo ad andare per il sottile, qualche piccolo problemino piccolo, piccolo, rimane.
Ma perché assillarsi inutilmente, quale peso può avere, all’interno di una maggioranza ritrovata, la presenza di assessori, presidente del consiglio e consiglieri che remano contro, che hanno già dichiarato pubblicamente, di volersi presentare come candidati sindaco e che vogliono togliere a Mennitti la poltrona, che vogliono fargli le scarpe?
Sono sciocchezze che un disfattista come me non riesce a capire.
Allora, mi chiedo perché discutere e, principalmente, su che cosa.
So già che nei prossimi giorni saremo inondati da fiumi di parole, per cercare di convincerci delle cose fatte, dell’impegno sociale e dello spirito di servizio che ha animato l’ attività del sindaco e della sua maggioranza.
Ma Sig. Sindaco, mi faccia usare, almeno una volta, un po’ di quella demagogia e populismo che è tanto cara alla sua parte politica.
Dimostri che lo spirito di servizio e l’altruismo che dichiara, sia vero e sincero; rinunci insieme a tutti i membri della sua giunta alla indennità di funzione fino alle prossime elezioni, la destini agli anziani, alla caritas, alle famiglie in difficoltà.
Dia un segno di solidarietà.
Ma comunque sia, non ci riprovi,non desista, prosegua sulla strada intrapresa, dia un vero segno di amore e di affetto ad una città che le ha dato tanto, che merita rispetto e non merita tutto questo.
Le sarò, insieme a tanti cittadini, grato per sempre.
Grazie.
Vincenzo Albano
Consigliere Comunale
Partito Democratico
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