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Brindisi, Malcarne (Confcommercio): “se ragioniamo solo a lungo termine nel frattempo saremo tutti morti”



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Brindisi, 16/12/2008

Malcarne (Confcommercio): “se ragioniamo solo a lungo termine nel frattempo saremo tutti morti”

In molti in questi giorni difficili mi chiedono un parere sulla attuale crisi dei mercati e le possibili soluzioni… e la prima cosa che mi viene in mente è il disarmante sorriso del compianto Prof. Alfredo Aiello che citando Keynes affermava : “se ragioniamo solo a lungo termine nel frattempo saremo tutti morti”.

Sentiamo dire sui network nazionali e leggiamo sui principali quotidiani, non solo economici, che la crisi è solo all’inizio, che sentiremo l’onda depressiva solo il prossimo anno, che si vareranno manovre utili a … non si sa bene a chi: banche ??? grandi imprese??? mercato finanziario???
parole da cassandra!

Noi che viviamo in una piccola provincia del Sud, dove il tessuto imprenditoriale è composto prevalentemente da PMI, che sentiamo quotidianamente il polso della situazione, la Crisi (con la C maiuscola!) la viviamo sulle nostre spalle e la sentiamo nelle nostre tasche ormai da almeno due anni. In periferia l’onda positiva dei mercati arriva con ritardo… è un’onda lunga; i cavalloni delle crisi invece arrivano immediatamente (se non prima).
Ed in questo le PMI locali e le famiglie sono il medesimo soggetto/oggetto di “indagine” economico-finanziaria, non solo per la comunanza di problematiche, ma proprio perché nel nostro mondo le strutture produttive sono essenzialmente imprese a carattere familiare.
Negli ultimi anni la problematica relativa alla dimensione delle nostre aziende veniva volta per volta esaltata o criticata a seconda del ciclo economico cui eravamo interessati:

ciclo espansivo=freno per economia e mercato, incapacità produttiva, svantaggio competitivo etc ciclo depressivo=flessibilità, capacità di adattamento al mercato, economia sommersa, vantaggio competitivo etc.
Per affrontare e superare il periodo straordinario (in negativo) che abbiamo di fronte va compiuto qualcosa di serio ed importante, tempestivamente, senza errori e tutti insieme. Ma abbiamo un problema: navighiamo a vista in un mare non mappato.

Non abbiamo esperienze precedenti né punti di riferimento o esempi da seguire (o inseguire). Tutti gli indicatori economici che ci troviamo di fronte non sono mai comparsi contemporaneamente, abbiamo uno scenario del mercato non certo confortante: una crisi finanziaria di proporzioni inaspettate e insospettate unite ad un ciclo recessivo dell’economia che non cresce da più di un anno, che si accompagna ad un trend deflattivo dei prezzi e con tassi elevati di disoccupazione, infine pericolo (o panico… il che è molto peggio) di default per imprese e famiglie.
La situazione economica si sta deteriorando rapidamente, servono interventi immediati e che riguardino soprattutto il breve periodo. E’ indispensabile il rigore, si deve intervenire subito e con decisione sulla spesa pubblica improduttiva. E’ necessaria una seria azione di recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale per intervenire in positivo sulla riduzione della pressione fiscale. Va rafforzato il contenimento del prelievo fiscale su straordinari premi e incentivi, ma anche sugli utili reinvestiti.

Ma il nodo da sciogliere subito è quello dei consumi. Si è persa una buona occasione nel non procedere alla detassazione delle 13^ che si sarebbero concretizzati in almeno 5 miliardi di euro che le famiglie avrebbero tradotto in consumi e fiducia. Bisogna mettere nell’immediato un tappo al drenaggio finanziario delle famiglie.
L' allarme collettivo secondo il quale una famiglia su due è a rischio default è preso seriamente in considerazione non già come ipotesi “scolastica" ma come probabilità reale.

La riduzione dei consumi è sotto gli occhi di tutti. Dopo otto segni meno consecutivi dal marzo 2008 non abbiamo segni tangibili di inversione di tendenza. L'unico segnale in positivo è quello relativo ai Beni e Servizi Ricreativi che è confortato dagli introiti relativi al Superenalotto da 100 milioni di euro, … e basta questo dato per fornire lo stato del nostro sistema economico-produttivo.
E’ il momento di remare tutti nella stessa direzione: forze sociali governo parlamento banche, non possono esistere né sconti né scorciatoie. Se c’è una falla nella nave vanno a fondo tutti dal comandante all’ultimo mozzo, nello specifico sia le famiglie che le imprese.
Il dato relativo all’economia dei servizi che genera il 40% del PIL è allo stesso tempo incoraggiante e responsabilizzante: se cedono le PMI la crisi diventa irreversibile.
Il comparto del commercio e servizi diventa un polmone da far respirare a tutti i costi.
Manovre come quella sulla anticipazione dei saldi sono scellerate, dannose e deleterie per tutto il nostro sistema economico. Non si puo' andare in soccorso e sostegno alla domanda sacrificando liquidità alle imprese e trasferendole in blocco alle famiglie.

Come ho già avuto modo di scrivere :
non mutando la liquidità complessiva del sistema la curva di domanda rimane inalterata senza subire alcun cambiamento, danneggiando tutte e due le componenti (domanda e offerta) e amplificando le distorsioni di un mercato ridotto “all'osso" che subirà l'aggressione di offerta “speculativa".
L’immissione di liquidità al sistema deve essere esogeno, esterno ad esso, attraverso strumenti economico politici che dovranno impegnare il mercato creditizio nel suo insieme (banche-enti di intermediazione -cofidi).
La stragrande maggioranza dei commercianti si sta comportando in modo corretto. Lo prova l’andamento dei prezzi. In Puglia siamo nella media europea e sotto la media nazionale: Inflazione complessiva in calo al 2,7 per cento.
Il dato definitivo dell’Istat indica che i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,4 per cento rispetto a ottobre. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo, ha registrato una variazione di -0,5 per cento mensile e del +2,7 per cento su base annua. Il rallentamento dell’inflazione di novembre, riflette in primo luogo il brusco ridimensionamento della dinamica tendenziale dei prezzi dei beni (dal +3,6% al +2,6%) e, in particolare, di quelli energetici.
Come pure non si puo' andare in soccorso e sostegno alla domanda sacrificando investimenti infrastrutturali nel campo della logistica e dei trasporti. Porto ed Aereoporto sono pilastri su cui si deve reggere la nostra spinta competitiva sul mercato, e chiunque danneggi questo sistema danneggia se stesso. Per non parlare del nostro sistema di innovazione e ricerca….
Non siamo sulla strada giusta, e qualora per errore lo fossimo, purtroppo, non è abbastanza. Sarà necessario il buon senso, il coraggio e l’ impegno “straordinario” da parte di tutti gli uomini “ordinari” … di buona volontà.

Alfredo Malcarne
Presidente Confcommercio Brindisi


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