Brindisi, 14/01/2009
Medicina Democratica: “aumenta il consumo di carbone. Quale tutela della salute pubblica?”
Gli ultimi dati diffusi dall'Autorità Portuale sul carbone
movimentato nel porto sono la conferma per Brindisi del persistere di
una emergenza ambientale che, nonostante i proclami delle Autorità
preposte alla tutela dell'Ambiente e della Salute in questi ultimi
anni, non si è attenuata .
Infatti dal dissequestro dell'area carbonile ad oggi l'aumento del
carbone movimentato è stato di circa il 30%, 5,721 milioni di ton nel
2005, 6,9 milioni di ton nel 2006, 7,2 milioni di ton nel 2007, 7,4
milioni di ton nel 2008.
Non confortano le rassicurazioni delle autorità locali circa la
riduzione delle emissioni di NOx, SOx, etc perché, tali dati sono
forniti dalle aziende e ad oggi non risulta pubblicato sul sito
dell'Arpa nessun dato riguardante le Centrali Termoelettriche presenti
a Brindisi.
Ad uno specifico quesito posto all'Apat
(http://www.eper.sinanet.apat.it/site/it-IT/) dalle nostre
associazioni circa i dati INES, che riportano una riduzione delle
emissioni di arsenico nel 2006 a parità di quantità di carbone
bruciata, e a parità modalità di controllo dei dati, è stato
risposto: "la documentazione comprovante il dato comunicato non è
richiesta dalla normativa anche se deve essere conservata presso lo
stabilimento". Dal registro INES risulta anche che altri cancerogeni e
metalli pesanti sono emessi oltre i limiti consentiti mentre non ci
risulta che alcuna indagine sia stata condotta sulla emissione di
sostanze radioattive, fenomeno tipico della combustione del carbone
noto in tutto il mondo.
Ci chiediamo se le autorità locali abbiano mai fatto verifiche
riguardo alla dichiarata riduzione delle emissioni, se cioè questa
sia frutto di miglioramenti tecnologici o di altri fattori, Ci
auguriamo comunque che sia rispettato il Protocollo d'intesa tra Arpa
e Provincia circa i controlli pubblici.
Riguardo ai recenti incidenti del Petrolchimico ed all'immissione in
Torcia di sostanze nocive, come rilevato dalle centraline dell'Arpa,
apprezziamo l'azione dell'Amministrazione Provinciale ma nel contempo
ci chiediamo a quali conclusioni sia giunta la Commissione per gli
incidenti nella zona industriale presieduta dallo stesso Presidente
Errico e se tale commissione abbia proposto miglioramenti
impiantistici in sede AIA presso il Ministero.
LE CENTRALI A BIOMASSE NON SONO UN'ALTERNATIVA AI COMBUSTIBILI FOSSILI
Non conforta neanche l'autorizzazione ottenuta dallo zuccherificio
SFIR con annessa Centrale a Biomasse da 39 Mw e la VIA in itinere a
livello regionale della Centrale a Biomasse nell'Ex consorzio
Brundisium di potenza simile, che porteranno ad un aumento delle
emissioni di Sox, NOx, IPA formaldeide e acetaldeide nell'intera area.
La situazione è aggravata, dal fatto che tali centrali si trovano a
meno di un chilometro dal centro urbano .Le centrali SFIR e
Brundisium non possono essere considerate da fonte rinnovabile, perchè
saranno alimentate per la maggior parte da biocombustibile proveniente
da Paesi in via di Sviluppo lontani anche più di 10.000 Km, con
ripercussioni negative sulla condizione socio economica di quelle aree
dal momento che sarà aggravata la loro carenza alimentare ( aumenti
dei costi dei generi di prima necessità e mancanza di cibo) al punto
che Jean Ziegler, l'inviato speciale Onu per "il diritto al cibo", ha
definito i biocombustibili "un crimine contro l'umanità".
Senza contare che più di 1.000 ettari di terreni sono stati
individuati in Puglia, per soddisfare solo il 30% dell'alimentazione
delle centrali in questione, destinandoli alla coltivazioni di colza e
girasole ed andando così ulteriormente ad impoverire il tessuto
agricolo del nostro territorio.
Ci chiediamo perché l'amministrazione provinciale in una area definita
a rischio di crisi ambientale prima di approvare il protocollo
d'intesa con la SFIR non abbia discusso il progetto con le
popolazioni attraverso assemblee e incontri.
SCONTI SULLA BOLLETTA O SCONTI SULL'INQUINAMENTO?
Oltre a questi problemi, ci preoccupa lo proposta di convenzione sulle
"royalties" al tavolo Commissione Sviluppo del Comune di Brindisi che
prevede uno sconto in bolletta del 20-25% per i consumi delle famiglie
e di tutte le imprese.
Prima di tutto, perché riteniamo che con il mercato dell'energia
libero e con tanti operatori
(http://www.autorita.energia.it/elettricita/venditori/elenco_venditori.html),
una proposta del genere sarà quasi sicuramente bocciata dall'Autorità
dell'Energia e poi perché una Amministrazione sensibile alle
problematiche ambientali e sanitarie dovrebbe scegliere, per
l'illuminazione pubblica, non già l'operatore del mercato libero che
offre il prezzo più conveniente al Kwh ma quello che garantisce la
produzione da fonte rinnovabile. Il problema per i cittadini non è
quello di risparmiare ma di sentirsi garantiti nella tutela della
propria salute. Quindi non sconti sulle bollette ma riduzione delle
emissioni, cioè della produzione. Si chiede inoltre
all'Amministrazione Comunale se corrispondano al vero, come riportato
recentemente sulla stampa, che le industrie energetiche versino l'ICI
solo per una parte dei suoli occupati ed, in caso affermativo, quali
azioni intenda intraprendere. Citiamo a mo' d'esempio il Comune di
Montalto di Castro che per un impianto di minori dimensioni incassa 8
milioni di euro ogni anno di ICI.
RIFIUTI: NESSUNA INVERSIONE DI ROTTA
Oltre ai problemi delle centrali di produzione di energia elettrica,
rimangono gravose la questione dei rifiuti, delle bonifiche e della
sicurezza dell'area industriale di Brindisi.
Riguardo ai rifiuti, la discarica risulta essere ancora la via
preferenziale: oggi come 5 anni fa sono ancora attive le grandi
discariche di Francavilla e di Autigno, non esiste una preselezione
dei rifiuti, una biostabilizzazione degli stessi e gli impianti di
compost, di recupero del CDR e di recupero della raccolta
differenziata sono ancora fermi al palo.
Ricordiamo poi, che a Brindisi sono presenti un Inceneritore e una
Discarica di rifiuti speciali pericolosi. Sul primo è necessario che
siano rese pubbliche le emissioni di diossine.
Sulla questione delle Bonifiche poi, l'ultimo comunicato con cui si
preannunciava un'intesa, è datato 12 Marzo 2008, dopo di che il
silenzio…….
Riteniamo che la questione della salute pubblica e delle minacce
ambientali debba rimanere al centro del dibattito pubblico soprattutto
in questo periodo preelettorale.
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