Brindisi, 20/02/2009
La Fismic sulla gravissima crisi economica e sull’accordo separto
Oggi 20 febbraio 2009 presso la sede della scrivente, in via Bastioni Carlo V,14 si è svolta una riunione dei quadri sindacali delle diverse categorie : la riunione ha trattato due temi specifici, e cioè, la gravissima crisi economica che sta mettendo a dura prova gli italiani, e dell’accordo separto sottoscritto il 23 gennaio u.s. sulla “riforma degli assetti contrattuali” da Governo, Confindustria Cisl e Uil .
La Fismic ritiene che la crisi Internazionale sta aggravando ulteriormente la situazione già fortemente compromessa sul piano Socio Economico e Occupazionale della Provincia di Brindisi, portando lo stato ad un livello di allarme che ci preoccupa molto. La prima considerazione che facciamo è che la crisi è sottovalutata dal Governo e da molte Istituzioni ed è nascosta all’opinione pubblica.
Definire la situazione emergenza sociale è il minimo: sono migliaia i precari già espulsi dal lavoro, decine di aziende rischiano la chiusura per mancanza di ordini, per il blocco del credito, per scelte di delocalizzazione, molti settori sono investiti dalla Cassa Integrazione.
La crisi sta scaricando i suoi costi sui lavoratori con una pesante riduzione del reddito e la minaccia della perdita di posti di lavoro.
La FISMIC ritiene indispensabili ed urgenti una serie di interventi:
DA PARTE DEL GOVERNO:
# approntare consistenti stanziamenti pubblici per la ricerca dell’innovazione tecnologica;
# intervenire sia sul sistema bancario con apposita garanzia pubblica che favorisca il credito alle
piccole e medie imprese;
# creazione di un fondo di garanzia sugli investimenti negli stabilimenti Italiani;
# intervenire immediatamente per il sostegno al reddito da garantire nella misura dell' 80% del
salario ai lavoratori coinvolti in periodi di CIG nonché estendere le coperture salariali a tutti i lavoratori sino ad oggi esclusi, previa verifica di quanto concretamente sarà definito con l’intesa
stato/regioni);
# estensione della durata della Cassa Ordinaria.
DA PARTE DELLE REGIONI E DEGLI ENTI LOCALI:
# Sostenere il reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi, escludendoli dal pagamento dei servizi e prestazioni, erogati dagli enti locali (tasse , trasporti e mense scolastiche, etc.).
DA PARTE DELLE IMPRESE:
# il calo della produzione deve essere affrontato non scaricando i costi sui soli lavoratori
attraverso la Cassa Integrazione e l'espulsione degli atipici;
# garantire la maturazione dei ratei ( 13° 14°- TFR ecc.)-durante i periodi di Cassa e concordare interventi aggiuntivi di sostegno ai salari;
# privilegiare forme di riduzione dell'orario lavorativo in grado di distribuire con maggiore equità
i sacrifici dei lavoratori;
# utilizzare la formazione (soprattutto durante i periodi di mancanza lavoro) per la
riqualificazione professionale;
# investire nei processi produttivi e nell'innovazione dei prodotti.
La FISMIC nel corso della riunione ha espresso il suo disappunto sull’accordo di riforma degli assetti contrattuali, in particolare non condividendo il merito dell’accordo.
In premessa una curiosità: il 23 gennaio a Palazzo Chigi, le Organizzazioni erano state convocate per discutere di provvedimenti anti crisi ed interventi immediati per migliorare gli ammortizzatori sociali ,(lo ha rilevato anche E. Scalfari sulla Repubblica la domenica successiva…).
Con l’ accordo ( peraltro scritto in una lingua italiana incerta, fatta per non far capire a tutti il contenuto …) si abbassa la tutela contrattuale dei lavoratori, si sancisce che al CCNL si può derogare in peggio, si depura l’inflazione importata dalla difesa del salario dei lavoratori, si decide che per i lavoratori sarà impossibile recuperare il potere d’acquisto delle retribuzioni, non si parla per niente dei precari e tanto meno dell’allargamento della contrattazione di secondo livello ai lavoratori della piccola e media impresa.
Inoltre, l’accordo stabilisce che sarà un soggetto terzo (peraltro non individuato) a definire l’inflazione e non chiarisce quando ci sarà il recupero dell’inflazione reale.
Attenzione, per la prima volta viene scritto “ le specifiche intese ”, nessuno sa quali, ma verrà ripetuto decine di volte nel testo. Viene stabilita la durata triennale dei CCNL, oggi biennali, senza definire una norma di raccordo: oggi il CCNL è biennale per la parte economica e quadriennale per la normativa; da domani, secondo i firmatari, dovrebbe essere triennale.
A dicembre scade il biennio economico del CCNL dei Metalmeccanici, per esempio, entro settembre va presentata la piattaforma; noi, non avendo firmato sappiamo cosa fare, cioè, chiederemo la reintegrazione salariale per i lavoratori e l’aumento per il biennio 2010 – 2011.
Ma gli altri, quelli che hanno firmato cosa faranno? Chiederanno il salario triennale secondo le nuove regole e la normativa per il triennio? E gli imprenditori come risponderanno? A loro volta diranno che la normativa è valida fino al 31 dicembre 2011 o invece addirittura sosterranno che il biennio economico 2008 – 2009 non esiste più e che è stato già sostituito dalla triennalità delle nuove norme? Cosa diranno le “specifiche intese” in questo caso?
A nostro avviso manca una norma transitoria di raccordo che definisca il primo impatto della triennalità sulle attuali scadenze contrattuali.
Si rischia, che invece di una semplificazione si crei una grande confusione.
Vorremmo capire quale è la convenienza e i vantaggi per i lavoratori.
Sul valore punto, ad esempio oggi per i Metalmeccanici, un punto d’inflazione vale 18,82 euro, per cui, poniamo, 5 punti d’inflazione producono 94,10 euro di aumento contrattuale; domani l’indice depurato dalle specifiche intese varrà circa 15 euro (alcuni esperti dicono 15,35 Euro), per cui gli stessi 5 punti (che non saranno più 5, ma circa 4 per via della depurazione) produrranno un aumento contrattuale di circa 61,40 euro.
In riferimento alla proposta avanzata da Confindustria, di utilizzare il TFR dei lavoratori per rilanciare gli investimenti, la FISMIC ritiene che la proposta può essere condivisa e sostenuta se anche ai lavoratori gli si darà la possibilità di richiedere un anticipo del TFR fuori dai canoni tradizionali, ad esempi potendo richiede somme entro alcuni tetti (3000- 4000 Euro) per affrontare i disaggi economici appunto scaturita dalla crisi, senza ricorrere magari ad ulteriori indebitamenti, o in alternativa una riduzione fiscale direttamente in busta pagha.
Per i lavoratori del Pubblico Impiego, la situazione è ancora peggiore, in quanto a decidere la quantità degli incrementi della retribuzione saranno i Ministeri che lo decideranno tenendo conto dell’andamento dell’indice IPCA depurato. Quindi sarà il bilancio dello Stato l’unica variabile vera che verrà tenuta in considerazione. Le parti confermano che obiettivo dell’intesa
è il rilancio della crescita economica, lo sviluppo occupazionale e l’aumento della produttività, anche attraverso il rafforzamento dell’indicazione condivisa da Governo, imprese e sindacati per una politica di riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, nell’ambito degli obiettivi e dei vincoli di finanza pubblica……”
Ed ecco infine uno degli obiettivi principali della piattaforma sindacale, ovvero la riduzione della pressione fiscale ai lavoratori, che fine ha fatto!!! Una vera intesa riformista e di grande respiro (addirittura storico…..) non poteva non contenere una misura così richiesta e anticiclica rispetto alla crisi economica. Peccato che non produrrà nessun effetto concreto, visto che non è neanche un auspicio, ma solo una tragica presa in giro ai lavoratori e alle loro famiglie.
Tale accordo se non corretto, nei suoi punti salienti sconvolgerà la contrattazione nel nostro Paese.
Nei giorni scorsi in ambito Nazionale, la FISMIC ha chiesto un’incontro al Ministro competente ed al Sottosegretario di Stato al fine di approfondire gli argomenti sollevati.
Senza provocazioni, chiediamo ai firmatari di spiegare l’accordo nei posti di lavoro, permettendo a tutti di comprenderlo, e poi, serenamente e democraticamente, di giudicarlo.
In fine tutta la struttura ai vari livelli si impegnerà nelle prossime settimane a predisporre diverse iniziative e assemblee ed iniziative di sensibilizzazione e di ascolto dell’opinione pubblica dei lavoratori e cittadini.
COMUNICATO STAMPA Federazione Italiana Sindacati Metalmeccanici Industrie Collegate - BRINDISI
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