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Brindisi, CCIAA: svolto convegno "Sistema di Gestione della Sicurezza e Modelli Organizzativi"



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Brindisi, 20/02/2009

CCIAA: svolto convegno "Sistema di Gestione della Sicurezza e Modelli Organizzativi"

“Sistema di Gestione della Sicurezza e Modelli Organizzativi secondo il D.Lgs. 231/01 e il D.Lgs. 81/08 – La conformità legale dell’impresa come condizione di sopravvivenza e di accesso al credito e ai nuovi finanziamenti”. Era questo il tema del convegno, svoltosi nella Sala Verde della Camera di Commercio di Brindisi, organizzato da Aenor Italia con il patrocinio dell’Ente Camerale di Commercio e dedicato alle imprese ed alle associazioni di categoria, ma aperto anche ai Consulenti aziendali, ai Componenti di Organismi di Vigilanza aziendali, ai Responsabili dei sistemi di Gestione, ai Responsabili della Sicurezza, ai Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione, ai Responsabili degli Affari Legali ed ai responsabili del Personale.
Il tutto, al fine di informare sui requisiti e sugli adempimenti richiesti dal D.Lgs. 231/01 che ha introdotto la responsabilità amministrativa delle imprese nell’ipotesi di reati quali, ad esempio, la corruzione la concussione, la truffa ai danni dello stato o di un Ente pubblico, e dal D.Lgs. 81/08, che ha esteso il campo di applicazione del D.Lgs. 231 ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi in violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro. In aggiunta alle responsabilità individuali, inoltre, la normativa prevede sanzioni come l’interdizione dell’esercizio dell’attività ed il divieto di contrattare con le Pubbliche Amministrazioni. Per esimersi dalla responsabilità dei sopracitati reati, le imprese devono dimostrare di avere adottato e messo in atto modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire tali eventualità.

I lavori sono stati aperti dal presidente della Camera di Commercio di Brindisi Giovanni Brigante, cui ha fatto seguito l’intervento dell’Avv. Rosario Alimento, Avvocato penalista del Foro di Brindisi su “Il modello di organizzazione previsto dal D.Lgs. 231/01 in rapporto al D.Lgs. 81/08. Il procedimento penale a carico dell’impresa e le sanzioni previste”. Nel corso del suo intervento, l’avv. Almiento ha spiegato che “il principio giuridico secondo cui ‘societas delinquere non potes’ viene superato con la legge 231 del 2001 che è una legge dello Stato che introduce per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilità in sede penale delle imprese per i reati commessi da soggetti che esercitano anche di fatto la gestione o il controllo e da persone sottoposte alla loro direzione e vigilanza. Colpisce, dunque, l’impresa e non il suo legale rappresentante o persone da questi preposte. La responsabilità di concretizza in sanzioni pecuniarie ed interdittive e si aggiunge alla responsabilità della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto illecito, la quale resta regolata dalle norme del diritto penale comune.
Le sanzioni che colpiscono gli enti e le società, per gli illeciti amministrativi dipendenti dai reati sopra citati, sono: la sanzione pecuniaria, che è sempre prevista, e varia da un minimo di 25 mila euro a un massimo di 1,5 milioni di euro; la confisca del prezzo o del profitto del reato, ottenuto dall’ente o dalla società; le sanzioni interdittive che, previste per i casi giudicati di più rilevante gravità, possono articolarsi nell’applicazione di una o più delle seguenti misure: l’interdizione dall’esercizio dell’attività; la sospensione o la revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell’illecito; il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere le prestazioni di pubblici servizi; l’esclusione o la revoca da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi pubblici; il divieto di pubblicizzare beni o servizi; la pubblicazione della sentenza, prevista solo nei casi in cui trovino applicazione le sanzioni interdittive. Gli enti possono eliminare o ridurre l’addebito di tali responsabilità se adottano ed attuano efficacemente un “modello organizzativo” idoneo a prevenire i reati e se affidano a un “organismo di vigilanza” il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del modello”. L'innovazione introdotta dal Decreto 231/2001 – è stato detto nel corso degli interventi successivi - riguarda, in sostanza, la responsabilità penale delle persone giuridiche, che si aggiunge a quella delle persone fisiche che hanno materialmente commesso il fatto, cosicché il giudice penale non deve più fondare la propria valutazione sull'illecito, ma limitarsi a valutare se l'azienda ha efficacemente ottemperato alla normativa contenuta nel decreto. Le tipologie di reati per i quali, con la adozione del MOG (Modello di Organizzazione e Gestione n.d.r.), è possibile ottenere il riconoscimento del proprio corretto modo di agire sono ad esempio: reati per la sicurezza dei lavoratori (omicidio colposo, lesioni gravi e gravissime), corruzione, concussione, reati in tema di pubbliche erogazioni, operazioni in pregiudizio dei creditori, frode informatica ai danni dello Stato, reati societari, ecc.

Dopo l’avv. Almiento, hanno relazionato l’Ing. Mario Bergamini, Direttore Generale Aenor Italia su “Requisiti del sistema di sicurezza e salute sul lavoro secondo la norma BS OHSAS 18001:2007” ed ancora l’ Ing. Cosimo Miliardi, Tecno Servizi di Ingegneria, sul tema “L’applicazione del Testo Unico sulla Sicurezza ai cantieri temporanei e mobili: il caso di Brindisi”. Dopo una breve pausa, ha chiuso gli interventi l’Arch. Paolo Previati (Mendelsohn) su “La conformità legale dell’impresa come condizione di sopravvivenza e di accesso al credito e ai nuovi finanziamenti. Il nuovo orientamento della legislazione nazionale e regionale”.

COMUNICATO STAMPA CCIAA DI BRINDISI


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