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Brindisi, Radioterapia, Portaluri chiarisce gli aspetti del servizio



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Brindisi, 30/07/2004

Radioterapia, Portaluri chiarisce gli aspetti del servizio

L’esecutivo provinciale degli iscritti della Cgil-Funzione Pubblica ha in questi giorni affermato attraverso gli organi di stampa che le apparecchiature di radioterapia installate nell’Ospedale Perrino non verrebbero adeguatamente utilizzate. L’organismo sindacale ha inoltre lamentato che un’apparecchiatura da poco acquistata non è ancora funzionante a causa della “carenza di idoneo personale”.
Il Direttore Generale ha già fornito adeguata risposta a tale nota con riferimento agli atti a riguardo compiuti dal suo ufficio. Per quanto mi riguarda, come medico e direttore della struttura di radioterapia, intendo chiarire alcuni aspetti sanitari del servizio fornito per evitare che nell’utenza e nell’opinione pubblica si ingenerino percezioni distorte e valutazioni infondate sulle possibilità di cura e sul lavoro degli operatori sanitari della nostra sanità pubblica in ambito di oncologia radioterapica.
La dotazione di due acceleratori lineari e di un apparecchio di brachiterapia modernamente attrezzati col relativo personale è idonea a soddisfare l’utenza del territorio della AUSL secondo gli standard proposti da organismi nazionali ed internazionali che prevedono un apparecchio di alta energia ogni 200mila abitanti.
L’ampliamento di personale previsto dalla nuova pianta organica, in via di approvazione regionale, permetterà di far fronte all’aumento di domanda attesa per i prossimi anni e consentirà anche lo sviluppo di attività quali la radioterapia stereotassica neurochirugica, la brachiterapia prostatica ed altre metodiche che vanno sotto il nome di tecniche speciali. Le carenze strutturali delle province limitrofe nonché la capacità di attrazione esercitata dalle diverse professionalità della nostra equipe hanno prodotto negli ultimi tempi un aumento della domanda rivolta al centro di radioterapia brindisino da parte di numerosi pazienti appartenenti ad altre AUSL. A tale esigenza, indubbio segno della positività del lavoro localmente svolto, la gran parte degli operatori della nostra equipe ha risposto aderendo alla richiesta della Direzione Generale di fornire prestazioni aggiuntive retribuite (una sorta di lavoro straordinario).
Strumento questo rivolto a far fronte, in via ovviamente eccezionale e provvisoria, all’accresciuta domanda di radioterapia durante i tempi necessari per portare a regime l’organico e le nuove metodologie.
Quanto all’apparecchiatura Eclipse di cui si lamenta la mancata attivazione, va detto che trattasi di un sistema di calcolo computerizzato della dose più avanzato di quello esistente che l’equipe medica e fisica, per migliorare la qualità e la velocità delle prestazioni, ha richiesto alla Direzione Aziendale la quale ha meritoriamente accolto l’indicazione.
Il personale della fisica sanitaria è di certo professionalmente idoneo a mettere in esercizio tale sistema avendo attivato e continuando a mantenere attivo, con un lavoro discreto e prezioso, tutte le apparecchiature radioterapiche di cui la comunità brindisina oggi può vantare il funzionamento. Tale attivazione non può però essere fatta dall’oggi al domani perché gli acceleratori lineari, dai quali bisogna trarre preliminarmente i dati e le informazioni necessarie, sono disponibili solo in tempi diversi da quelli del normale orario di lavoro durante i quali vengono utilizzati per la cura degli ammalati.
Si deve poi tener presente che la sezione pugliese dell’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica da alcuni anni conduce una attività di sensibilizzazione pubblica per il potenziamento della radioterapia sull’intero territorio regionale sia in termini di apparecchiature che di personale.
Finché la Puglia non sarà uniformemente attrezzata avremo necessariamente una mobilità all’interno della Regione in favore ora di questa ora di quella struttura radioterapica provinciale. Il fatto è che non possiamo rifiutare i pazienti di altre AUSL solo perché allungano i tempi di attesa nella nostra provincia, dal momento che tutti gli ammalati hanno ovviamente eguali diritti.
Possiamo però dare ai nostri pazienti un accesso rapido alle cure creando percorsi assistenziali interni alla AUSL e pacchetti “oncologici” completi (diagnosi-chirurgia-oncologia medica –radioterapia) in modo tale che l’ammalato, accolto dal medico curante e accompagnato tra gli specialisti locali, trovi facilmente vicino al proprio domicilio pronta e organica risposta a tutti i suoi bisogni. Si tratta di una difficile scommessa che tutti siamo chiamati a vincere: ogni brindisino che si cura fuori AUSL impoverisce la nostra sanità pubblica a vantaggio di quella extraregionale.
Mi sia infine consentita una breve annotazione che considero, per certi aspetti, doverosa. E’ meritorio che gli organismi sindacali, segnatamente nel settore della sanità, si facciano carico dei diritti degli utenti oltre che di quelli dei lavoratori organizzati. E’ giusto che tali organismi seguano attentamente i problemi che di volta in volta si presentano e ne sollecitino la soluzione sempre nella consapevolezza che i loro interventi risulteranno tanto più appropriati e fecondi quanto più saranno adeguatamente informati, costruttivi, caratterizzati dalla ricerca del confronto ed aperti alla collaborazione.
E’ bene però che essi non vengano mai appannati, come credo sia accaduto nel caso che ci occupa, dalla genericità e gratuità delle accuse mosse e dalla pesantezza dei termini usati.

Dott. Maurizio Portaluri
Primario di Radioterapia
Ospedale “Perrino”
NOTA STAMPA DEL DOTT. MAURIZIO PORTALURI


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