Brindisi, 25/02/2009
Centrali a carbone, Associazioni: "CO2 e tante altre nocività"
Legambiente ed Enel hanno messo in atto in questi giorni un botta-e-risposta sulla stampa locale riguardante il primato della centrale a carbone di Cerano nella emissione di anidride carbonica, un gas-serra che concorre al surriscaldamento dell’atmosfera. Nella sua risposta l’Enel minimizza l’apporto del suo megaimpianto all’emissione di questo gas sostenendo una presunta innocuità dello stesso per la salute umana e chiamando in causa altre fonti dello stesso gas come il traffico veicolare.
L’assunto dell’Enel non tiene intanto conto che le emissioni nocive del polo energetico non sono solo quelle della centrale di Cerano perché c’è ovviamente anche quella di Brindisi Nord (Edipower) e , in misura minore, la centrale Enipower. E non può sfuggire che le centrali a carbone di Brindisi Nord e di Brindisi Sud insieme hanno consumato nel 2007 circa 8 milioni di tonnellate di carbone a fronte dei due pattuiti nella convenzione con gli enti locali del 1996.
Respirare anidride carbonica in un ambiente confinato per un essere vivente non è proprio privo di effetti come vorrebbe far credere l’Ufficio Relazioni Esterne Sud Enel. E’ tuttavia chiaro che l’importanza della CO2 emessa in grande quantità, circa 15 milioni di tonnellate l’anno ( stando ai dati forniti dallo stesso ente elettrico), ricade soprattutto sul riscaldamento dell’atmosfera nell’intero pianeta.
Ma ciò su cui l’Enel tace e che ci preme invece di mettere in evidenza sono tutti gli altri inquinanti emessi dalla combustione del carbone della cui limitazione nessuno, autorità comprese, sinora si è occupato. Ci riferiamo in particolare ai gas ammoniaca, ossidi di azoto, ossidi di zolfo ; ai metalli pesanti tossici ( alcuni dei quali anche cancerogeni) arsenico cadmio, cromo, nichel, mercurio, piombo; agli idrocarburi policiclici aromatici ( anch’essi cancerogeni) e alle polveri sottili, responsabili, come ha dimostrato un recente studio dell’IFC CNR anche a Brindisi, di un aumento di ricoveri e decessi per malattie cardiovascolari e respiratorie in alcuni giorni dell’anno. Infine ci riferiamo alle sostanze radioattive che vengono notoriamente emesse dalla combustione del carbone e che aumentano la radioattività ambientale ed il rischio di neoplasie.
Su questi inquinanti oltre che sulla CO2 sarebbe ormai tempo di avviare un serio discorso, facendone oggetto anche di studio da parte degli enti di ricerca del territorio (compreso quello dello stessa Enel), per trovare soluzioni che possano migliorare la condizione dell’ ambiente e della salute di questa provincia.
Ma, tornando alla sortita dell’Enel, rileviamo che I dati dell’APAT e dell’inventario delle emissioni dimostrano chiaramente che la Centrale Termolettrica Brindisi Sud è l’impianto che emette più CO2 in Italia e, in base ai rilevamenti del 2005, anche in Europa. Le emissioni di CO2 continuano poi a restare decisamente al di sopra delle quote annualmente assegnate per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2012 dal protocollo di Kyoto (emissioni che dovrebbero essere pari a 8.572.422 tonnellate all’anno). Nel periodo fra il 1990 ed il 2005, citato come riferimento da ENEL, le emissioni di CO2 nel polo energetico sono più che raddoppiate, raggiungendo 19.532.833 tonnellate.
A fronte di questi dati, assolutamente ufficiali, non si vede come ENEL possa sbandierare una “riduzione delle emissioni di anidride carbonica” ben maggiore dei parametri del protocollo di Kyoto. Addirittura grottesco appare, poi, il fatto che ENEL assicuri il suo impegno per “liberare il Paese dalla schiavitù degli idrocarburi”, visto che non accetta di rivedere il quantitativo di carbone da bruciare nella centrale Brindisi Sud. Oggi tale quantitativo è superiore a 8 milioni di tonnellate all’anno nel Polo energetico che ha una potenza nominale di 4.450 Mw, mentre nella Convenzione del 1996 si prevedevano soltanto 1.980 Mw in esercizio, alimentati da almeno 1,2 miliardi di metri cubi di metano all’anno e da un quantitativo di carbone in significativo decremento rispetto agli iniziali 2 milioni di tonnellate annue.
“Niente analisi sommarie”: dice l’Enel e noi siamo pienamente d’accordo. Invitiamo perciò l’Ente elettrico a fornire informazioni oggettive e complete sui livelli di CO2 e sulle emissioni di tanti tossici e cancerogeni in ordine alle quali osserva un incomprensibile silenzio.
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Franco Rubino”, AICS, ARCI, LIPU, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato spontaneo cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente
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