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Brindisi, Intervento dell'Arch. Piazzo sul programma di rigenerazione urbana



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Brindisi, 04/03/2009

Intervento dell'Arch. Piazzo sul programma di rigenerazione urbana

Non c’è dubbio che dialogo, confronto, apporto collettivo di idee e progettualità, come sollecitate dall’arch. Carlo Sciarra nell’intervista pubblicata sul Quotidiano del 26 febbraio, siano le chiavi di accesso al processo di rigenerazione urbana della città.

Il Partito Democratico di Brindisi proprio in quest’ottica ha lavorato sul Documento Preliminare proposto dal Comune, individuando punti di forza e di debolezza, ma soprattutto offrendo alternative alle criticità rilevate e organizzate in un documento consegnato allo stesso Ente, ma non presentato in Consiglio Comunale in quanto il Consiglio con l’ordine del giorno su tale tematica, previsto per fine dicembre, non è mai stato realizzato.

Condividiamo che l’idea guida della rigenerazione urbana debba scaturire dalla visione di una città che si riunifichi intorno al sistema dell’acqua e proponga percorsi di nuova vivibilità sociale partendo dal Waterfront urbano, o come si preferisce dalla città d’acqua, consentendo ai cittadini di riappropriarsi del loro mare e su questo ricostruendo identità. Tuttavia emergono delle considerazioni che si prova a sintetizzare di seguito.

1.Il disegno complessivo della città, oggi, deve rapportarsi al miglioramento della qualità della vita, dei servizi, delle relazioni tra luoghi di produzione, di consumo, storici, naturalistici e di svago; non basta, quindi, connotare la città intorno ad un tema, per quanto sensuale esso sia, come l’acqua.

2.Alla base della L.R. 21/2008 è l’avvio di reali processi di inclusione sociale e di rimozione dei fattori di degrado, da perseguire mettendo in relazione le varie fasce della popolazione separate da ostruzioni/ostacoli/inagibilità, che diventano a loro volta motori di degrado ambientale, urbanistico e sociale. La partecipazione organizzata dei cittadini non deve avallare scelte già compiute a monte, come purtroppo spesso si verifica, né d’altra parte è corretto delegare alla partecipazione il complesso processo di intervento sul tessuto urbano. La collettività partecipa, da sempre, anche spontaneamente in piazza, al bar, nei negozi e nelle occasioni di ritrovo in generale; è sempre un problema di ascolto e interpretazione, lettura e restituzione: la collettività lancia dei segnali, l’Amministrazione deve coglierli e sintetizzarli in progetto; il ritorno, poi, del progetto alla collettività crea appartenenza, senso d’identità, e questi sono i motori naturali di contrasto del degrado e di riconoscimento del ruolo dell’Ente Pubblico.

La partecipazione, di fatto, è sempre più spesso invocata, ma non realmente percepita e restituita. Nel merito, quale progetto è, per esempio, scaturito dall’ascolto della città intorno al tema della sua ciclabilità? Brindisi in bicicletta è una manifestazione che esiste da decenni, con oltre 5.000 iscritti nell’ultima edizione; del resto la pericolosità del girare in bici a Brindisi è nota a tutti, ci sono persino stati degli incidenti mortali. Quale il progetto di ritorno dell’Amministrazione? Questo tema è completamente assente nel disegno della città e nel Documento di Rigenerazione urbana, ma è drammaticamente assente anche negli interventi ordinari e penso, ad esempio, al recente allargamento di Via Torpisana che, pur con la disponibilità di somme e spazi, ha ignorato la possibilità di stabilire una sinergia ciclabile e verde con il Parco Palmarini Patri, in fase di ultimazione. La ciclabilità della città (da non confondere con i percorsi ciclabili extraurbani), merita un Piano complessivo e particolareggiato di intervento integrato con le altre forme di mobilità, comprese quelle previste da Waterfront e Circolare del Mare, a partire dalla connessione con le scuole, con la zona industriale e con i grandi attrattori urbani.
Il tema urbano del miglioramento della qualità della vita nel centro e nei quartieri periferici è assunto quale linea guida per il Partito Democratico di Brindisi.

Proprio l’area dei binari in dismissione lungo la Via Torpisana e sino a Via del Mare è oggetto di una nostra importante critica al Documento di Rigenerazione Urbana, che lì prevede la realizzazione di un Global Business Center, con outlet. Per quest’area è previsto un sottopasso pedonale di collegamento con la stazione ferroviaria, cerniera fisica tra la zona di Via Torpisana ed il centro storico. La realizzazione di un centro direzionale, con attività quindi esclusivamente diurne, creerebbe (come verificatosi in molti centri direzionali, basti pensare a Napoli) situazioni di isolamento serale/notturno, ma anche pomeridiano, con annessi problemi di pericolosità per i cittadini. Ciò, quindi, configurerebbe la realizzazione di un intervento che porta in sè problematiche di sicurezza urbana, generalmente accompagnate anche da degrado fisico degli spazi (sporcizia ecc.) e sociale.

Per quest’area abbiamo proposto un’alternativa tale da consentire una cucitura efficace tra città storica e città periurbana, con realizzazione di interventi per la ristorazione, per i bambini e gli sportivi, ma soprattutto di attività ricreative diurne e serali – quali ad esempio il bowling e un solarium invernale ed estivo su prato con piscina all’aperto e beauty farm; la scelta del solarium estivo è motivata dal fatto che prima dell’inizio della stagione balneare (metà giugno per i lidi) nonostante il caldo, nessuno frequenti le spiagge, isolate e spesso purtroppo luogo di episodi violenti -. Anche questo è ascolto della collettività, lettura delle dinamiche urbane e risposta ai bisogni, creando al contempo nuove occasioni di imprenditorialità.
Nel riportare, poi, l’attenzione sui molti quartieri periferici poco considerati, in primis la frazione di Tuturano, estendendo a questi le progettualità previste per altre parti della città e dando anche nuove indicazioni qui non riportate per ragioni di sintesi, abbiamo proposto alcuni interventi di valorizzazione degli accessi alla città storica, ad esempio quello indicato per Porta Lecce, in una logica di integrazione con il Waterfront.

Ancora, e collegato agli interventi sopra descritti, riteniamo che i due Parchi urbani del Cillarese e del Patri, che lambiscono e/o attraversano i quartieri il primo: c.da Montenegro, Minnuta, Paradiso e Casale; il secondo: S.Elia, S. Angelo, Bozzano, V.le Aldo Moro sino a Via prov.le per Lecce in centro, siano un’occasione imperdibile per creare delle sinergie concrete tra tutti i quartieri che vi si affacciano attraverso la realizzazione di collegamenti Quartiere/Parco, percorsi pedonali e ciclabili, itinerari fitness ed aree bimbi, con illuminazione e servizi sino all’interfaccia con il Waterfront ed in sinergia con le varie forme di mobilità ed interscambio.

Oltre a questa nuova visione dei due Parchi, poi, è fondamentale pensare ad un’azione di recupero della litoranea sino ad Apani, compreso il Porticciolo turistico, affinché sia realizzato un Itinerario dei Lidi, fruibile con percorsi pedonali e ciclabili, nonché con servizi ricreativi e per il tempo libero, individuando nuove opportunità imprenditoriali.

Il tema dell’archeologia è poco trattato nel Documento di Rigenerazione Urbana se non per il progetto di parco archeologico da realizzare sul sito dell’ex carcere, in Via del Mare, dove sono stati ritrovati dei resti archeologici. In realtà la città, di fondazione messapica con netta impronta romana, è ricca di testimonianze archeologiche che potrebbero essere individuate, valorizzate e rivitalizzate attraverso un progetto di Parco Archeologico Urbano. I siti già fruibili dovrebbero essere messi a sistema con quelli da esplorare e valorizzare - area sottostante il Mercato centrale, area nei pressi del Tempio di S. Giovanni al Sepolcro, la stessa citata area dell’ex carcere su Via del Mare, quella adiacente Palazzo Guerrieri ecc. - creando nuove modalità di fruizione e valorizzazione della città storica, per residenti e turisti, in un’idea di Parco organizzata e gestita, ad esempio, attraverso la sperimentazione di forme associative di anziani. Sempre più spesso, infatti, gli anziani sono esclusi dal circuito delle attività urbane, nonostante che ormai persone in pensione si dimostrino estremamente vitali ed interessate alle dinamiche sociali e culturali del territorio.

Molte altre sono le proposte del PD di Brindisi sul tema della rigenerazione urbana; ciò che tuttavia si vuole mettere in evidenza è la necessità di agganciare anche eventuali concorsi di idee ad una progetto di Città e per la città, ad una sua visione non astratta. Noi riteniamo che il miglioramento della qualità della vita, il rendere la città aderente al XXI secolo - con tutta l’innovazione che ciò comporta sul piano tecnologico urbano - debba essere linea guida al di là delle esemplificazioni concettuali.

Arch.Mina Piazzo
Coordinatrice Forum Vivibilità del PARTITO DEMOCRATICO di Brindisi


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