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Brindisi, Rigassificatore: le Associazioni scrivono a Berlusconi dopo le "sollecitazioni" di Ratti (BG)



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Brindisi, 12/03/2009

Rigassificatore: le Associazioni scrivono a Berlusconi dopo le "sollecitazioni" di Ratti (BG)

Le Associazioni che si battono contro la costruzione di un impianto di rigassificazione nel porto di Brindisi hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in seguito alle sollecitazioni dell'AD dell'azienda inglese British Gas Italia, Damiano Ratti, che invita il Governo italiano ad accelerare la procedura autorizzativa, di seguito il testo:

Apprendiamo che l’amministratore delegato della British Gas Italia, Damiano Ratti, ha inviato (impropriamente al solo Ministro delle Infrastrutture) una lettera chiedendo che il Governo si affretti a «confermare il suo sostegno» per la costruzione del rigassificatore a Brindisi mediante «l’accelerazione della procedura autorizzativa, iniziata di nuovo nell’ottobre 2007». E ciò – egli dice - col superamento di quella cultura del «no» contrastata dagli ambienti favorevoli al progetto in questione.

L’amministratore delegato Ratti aggiunge poi che «una volta ricevuta la convalida del Ministero dell’Ambiente British Gas è pronta a far partire il cantiere in sei mesi» e sottolinea infine i vantaggi che la realizzazione dell’impianto arrecherebbe al nostro territorio.

A fronte di una iniziativa che ancora una volta mette in rilievo la supponenza con la quale la società costruttrice insiste nel portare avanti il progetto contro ogni ragione ed ogni buon senso, intendiamo, richiamare l’attenzione delle SS. LL. sui rilievi che vengono riassunti con le seguenti puntualizzazioni:

il progetto di costruire il rigassificatore nel porto di Brindisi, in un’area densa di insediamenti pericolosi ed a ridosso del centro abitato, risulta assolutamente incompatibile con la tutela dell’ambiente e con la salvaguardia dell’incolumità dei cittadini. Si tratta invero di una realtà che non può certo sfuggire alla Commissione VIA dal momento che è persino agevolmente riscontrabile con una semplice ispezione dei luoghi guidata dal principio di diritto per il quale i fatti notori e di comune esperienza non richiedono ulteriori conferme;

il progetto si appalesa anche incompatibile sul piano sociale perché le amministrazioni locali (nonché la Regione Puglia), una di centro-destra e l’altra di centro-sinistra, si sono espresse, con deliberati consiliari unanimi, contro tale impianto ritenendolo in radicale contrasto con le scelte socio-economiche delle autonomie locali. Scelte che stanno trovando piena conferma nelle linee programmatiche in via di elaborazione per la prossima campagna elettorale amministrativa;

la pretesa cultura del “no” di cui si parla nella missiva è in sostanza una cultura del “si” ad una idea di città e di territorio rivolta a superare gli errori ed i guasti provocati da vecchie politiche risultate platealmente fallimentari sul piano dello sviluppo e dell’occupazione e poi naufragate in un mare di scandali i cui risvolti giudiziari sono sotto gli occhi di tutti;

quando l’amministratore Ratti afferma che con la «convalida del Ministero dell’Ambiente» ripartirebbe subito il cantiere, dà per scontato (chissà in virtù di quali misteriose rivelazioni) un esito favorevole al suo assunto della procedura di VIA ed assume perciò un atteggiamento che preoccupa e che segnaliamo sin d’ora all’attenzione delle competenti autorità.
Ma c’è di più e cioè che la società costruttrice dimostra di non tenere in alcun conto il sequestro penale del cantiere e il procedimento per reati di corruzione e di falso giunto ormai alla fase dibattimentale. Processo il cui esito – salvo che il sig. Ratti non dia secondo i suoi desiderata per scontato anche quello – potrebbe concludersi con l’accertamento di responsabilità penali a carico di manager e dirigenti della società ed anche con provvedimenti di confisca.
Né va poi dimenticato che la British Gas Italia è, in quanto tale, chiamata a rispondere di «illecito amministrativo per non avere adottato modelli di organizzazione idonei a prevenire» alcuni reati commessi «da persone che rivestivano, all’epoca della commissione dei fatti, funzioni di rappresentanza» e di dirigenza traendo dalla loro condotta «un profitto di rilevante entità, consistito nell’ottenimento dell’autorizzazione ministeriale alla realizzazione e all’esercizio di un rigassificatore in Brindisi e nel rilascio da parte della locale Autorità Portuale della concessione demaniale»;

la revisione della procedura amministrativa è stata disposta dai competenti Ministeri non solo per difetto della VIA ma anche per omissione della consultazione delle popolazioni interessate. Una omissione che non può certo essere sanata da lacunose e sbrigative procedure in un caso, come quello di Brindisi, nel quale la volontà dei cittadini è stata correttamente interpretata non solo dalle istituzioni locali ma anche da un poderoso movimento di opinione nel quale confluiscono migliaia di persone di diverso orientamento culturale e politico;

quanto ai mille posti di lavoro che secondo la missiva comporterebbe la riapertura del cantiere, è appena il caso di rilevare che si tratta di un miserevole specchietto per le allodole in passato più volte utilizzato dalla società costruttrice che ha persino fatto ricorso a fantomatici corsi di formazione. La British Gas si ripropone quindi con una sortita propagandistica che, per il tempo di crisi in cui cade e per le modalità che la caratterizzano, rivela un grave deficit di sensibilità sociale ed offende la dignità delle nostre popolazioni.

Quella del rigassificatore in Brindisi non è come l’amministratore Ratti vuole far credere una settaria campagna del “no”. E’ invece la mobilitazione di un popolo che democraticamente si oppone ad un progetto ingiusto e dannoso che affonda le sue radici in comportamenti illegittimi ed eticamente inaccettabili. Preghiamo perciò le SS.LL. di farsi carico nelle competenti sedi di quanto abbiamo sinteticamente rappresentato.

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “dr. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Confconsumatori Brindisi, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

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