Bari, 06/04/2009
Romano (Pd) sul trasferimeneto di Scienze Infermieristiche da Brindisi a Lecce
Una nota del consigliere regionale del Pd, Giuseppe Romano:
“Esprimo piena e convinta solidarietà agli studenti che frequentano il corso di laurea in Scienze infermieristiche presso la sede di Brindisi; solidarietà che, per motivi oggettivi, è estesa anche ai loro genitori.
Il contesto di crisi che si vive rende estremamente pericolosa la lievitazione dei costi del pendolarismo studentesco, costi che persino una famiglia media, oggi, potrebbe non essere in grado di sopportare.
Che anche la Puglia, Regione simbolo del no alle riforme Gelmini, accetti supinamente i morsi dei tagli dei finanziamenti alle sedi universitarie imposti dal Governo Nazionale, facendoli passare per “miglioramento della qualità dei corsi”, a me pare quantomeno discutibile.
Ricordo le “parole forti” pronunciate dal centro-sinistra regionale in aula, in difesa di sedi scolastiche del sub-appennino dauno o del sud leccese rispetto al rischio soppressione dei parametri del decreto Gelmini; non parlammo di tele conferenza.
C’è da dire, inoltre, che l’accorpamento di Brindisi a Lecce di qualsivoglia attività in ambito sanitario si colloca, a torto o a ragione, nel solco di una contestazione subdola e strisciante che tutti gli ambienti interessati connotano ormai come la “leccesizzazione del sistema sanitario brindisino sia sul versante medico che su quello amministrativo”; contestazione discutibile ma alla quale occorre prestare molta attenzione perché configura comunque una penalizzazione del territorio.
Va detto infine, che i tagli subiti negli ultimi anni, dal pool di lauree brevi delle professioni non mediche della facoltà di medicina del polo universitario brindisino, appaiono funzionali all’ipotesi di completo smantellamento.
Ha ragione il Prof. Valerio: si parla della soppressione di un corso di laurea breve che ha convertito una delle prime scuole infermieri nate in Puglia, che negli anni si è dotata di spazi e attrezzature idonei, che non ha mai avuto problemi di iscrizione, che ha laureato negli anni professionisti “adeguatamente formati”.
Ho già affrontato la questione il 29 gennaio scorso con nota pubblicata dagli organi di stampa il 30, sostenendo che “alla ASl di Brindisi in ossequio ai tagli decisi dalla finanziaria nazionale, rischia di scomparire il corso di Laurea in Scienze infermieristiche che, insieme a quello di Tricase verrebbe accorpato al Vito Fazzi di Lecce………..la motivazione sarebbe l’impossibilità, per l’università di Bari, di sostenere i costi della docenza. Atteso che le sedi Universitarie pugliesi sono chiamate ad inviare al Ministero competente……i piani dell’offerta formativa in uno con le sedi di svolgimento dei corsi, chiedo all’Assessore Regionale alla sanità la convocazione urgente del tavolo Regione-Università per trovare, nelle more della convenzione già stipulata, le interazioni necessarie per garantire, anche per il prossimo anno accademico, la conferma dello svolgimento degli attuali corsi di laurea”.
Durante la commissione regionale alla sanità successiva, chiesi all’allora Assessore alla Sanità Alberto Tedesco notizie prima di formalizzare la mia richiesta.
La risposta fu tranquillizzante sulla soluzione temporanea avanzata, in quanto era intendimento dell’assessorato di confermare le sedi di Barletta, Brindisi e Tricase, anche con impegni finanziari della Regione (questo se necessario); è importante sapere se, alla fine, sia stata soppressa solo Brindisi.
Il problema del numero di docenti universitari necessario per il funzionamento delle strutture decentrate, previsto dalla Legge 270 del 2004, può essere affrontato guardando, fino al massimo consentito, alla figura del ricercatore universitario (figura che di questi tempi, tra l’altro non gode di buona salute).
Avremmo i corsi ed un discreto risparmio dei costi.
E ritorno, rispetto alla risoluzione definitiva del problema, su quello che ho avuto modo di sostenere nelle sedi istituzionali: la nascita, nell’area vasta ionico-salentina, della Facoltà delle professioni sanitarie non mediche.
E’ possibile, partendo dalla convenzione stipulata Regione Puglia-Sistema Universitario Pugliese, armonizzare l’offerta formativa di questo livello su tutto il territorio regionale, eliminando i corsi che non vanno e introducendo la formazione di figure tecniche richieste ma inesistenti in materia ambientale, del disturbo alimentare, della nutrizione.
Non conoscendo, su tutta la materia ed in particolare sulla prima parte, gli orientamenti del nuovo Assessore alla sanità ritengo necessario, allo stato delle cose, formalizzare la richiesta di convocazione della Commissione regionale alla Sanità”.
COMUNICATO SERVIZIO STAMPA GIUNTA REGIONALE PUGLIESE
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