Brindisi, 18/05/2009
Magno: le opportunità perse per la “Bonifica e la Riconversione Industriale”
Il prof. Francesco Magno, geologo e consulente ambientale ha inviato una nota agli organi di informazione in relazione Bonifica e la Riconversione Industriale di Brindisi.
Di seguito il testo integrale del documento:
Ritengo che nessuna bramosia elettorale possa giustificare la continua produzione di iniziative amministrative, nel campo della perimetrazione e bonifica del Sito di Interesse Nazionale di Brindisi, del tutto apodittiche e prive di una minima conoscenza delle norme e regole esistenti e che, in parte si riportano in questa nota.
Intendo sintetizzare la reale situazione nella quale si trova il sito di Brindisi, in virtù del fatto che quello che viene riportato dalla stampa e nei vari dibattiti politici, appare improprio e fortemente confusionario a dimostrazione di una scarsa conoscenza delle norme, delle procedure d’attuazione e soprattutto dalla incapacità di individuare soluzioni allo sviluppo dell’area industriale che, checchè se ne dica, esistono, sono normate e sono attivate da altre simili realtà territoriali.
In sintesi, l’unico elemento positivo di questi ultimi cinque anni di amministrazione è la sottoscrizione, grazie alla sollecitazione della Regione e della Provincia, dell’Accordo di Programma per la “Definizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel SIN di Brindisi”; accordo oggi “effimero”, per ciò che dirò ed allora viziato dall’obbligo imposto dal Ministero dell’Ambiente di realizzare una “barriera di confinamento” per le acque freatiche che affacciano e traboccano per tutto il perimetro dell’area industriale e non per il solo petrolchimico.
L’Accordo di Programma prevedeva un investimento pubblico di 135 milioni di Euro, di cui 50 milioni richiesti dal Ministero dell’Ambiente al Ministero dello Sviluppo Economico, da ottenere con apposita delibera CIPE; il finanziamento era richiesto a valere sulle risorse dei Programmi di Interesse Strategico (PIS ambito 3-ambiente ed energia) del Quadro Strategico Nazionale (QSN 2007-2013).
Il CIPE, con Delibera n. 166 del 21/12/2007, approva l’attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013 e definisce la “programmazione del fondo per le aree sottoutilizzate”; la delibera CIPE prevede la spesa di 3.009 milioni di Euro per le bonifiche, anche se non viene specificatamente riportato l’Accordo di Programma di Brindisi, intendendosi questo compreso nel programma d’investimento.
Tutto tace e nulla si realizza e si sollecita fino al marzo di questo anno, allorquando si scopre che il Comitato di Sorveglianza, all’uopo istituito dalla Delibera CIPE presso il Ministero dello Sviluppo Economico, segnala che erano pervenute, tramite le Regioni, ben 116 richieste per interventi di bonifica, da Siti in Interesse Nazionale e Regionali; si ritiene che fra questi 116 vi sia anche l’Accordo di Brindisi. !!
Il Comitato ritiene ammissibili solo 60 delle 116 richieste di intervento, in quanto rispondenti ai criteri della legislazione vigente; fra questi 60 non vi è di sicuro BRINDISI IN QUANTO IL SITO NON E’ “RISPONDENTE ALLA LEGISLAZIONE VIGENTE”!!!!.
In base a criteri di oggettiva priorità, vengono selezionati solo 26 siti su 60 e fra questi, l’unico in Puglia è Taranto; in particolare 18 siti sono del Centro-Nord e solo 8 del Sud.
Inoltre, con delibera CIPE del 6 marzo 2009, vengono finanziati solo 3 interventi, per un totale di 50 milioni, a Fidenza (Parma), Ravenna e Massa Martana (Pg).
Infatti, poco dopo la firma dell’Accordo di Programma (13/12/2007), viene pubblicato il DLGs n. 4/2008 (correttivo al DLGs 152/06 – Legge Quadro sull’ambiente) che introduce un nuovo articolo, il 252 bis riferito ai siti inquinati e da bonificare, dal titolo: “Siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale” che, sostanzialmente, sollecita l’individuazione, mediante un “Programma di Riconversione industriale”, quelle aree inquinate già prima del 30/04/2006 e che hanno bisogno oltre che della bonifica, anche del rilancio dello sviluppo economico e produttivo.
NULLA E’ STATO PROPOSTO DAL COMUNE DI BRINDISI, tramite la Regione, AL COMITATO DI SORVEGLIANZA DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO.
PER TALE RAGIONE BRINDISI E’ STATA ESCLUSA DAI FINANZIAMENTI, CON DECADENZA OGGETTIVA DELL’ACCORDO DI PROGRAMMA, IN QUANTO “NON RISPONDENTE ALLA LEGISLAZIONE VIGENTE”.
Non mi soffermo sui vantaggi previsti dall’art. 252 bis e dalla più recente normativa che, addirittura individua per la bonifica accordi fra le parti (Comune e aziende private) e con totale eliminazione del contenzioso e del “danno ambientale”, ma proprio perché sollecitato dalle incongruenze riportate nell’articolo in oggetto, ho l’obbligo morale nei confronti delle aziende e dei Cittadini, distanti dalla conoscenza di tali procedimenti, di affermare che il Comune avrebbe potuto e non lo ha fatto:
* Proporre un “Progetto di bonifica e riconversione industriale”, sfruttando le capacità professionali acquisite dai Sindacati e dalla Confindustria, per i programmi di riconversione della L. 181/91 e limitandosi alla sola “Zona Industriale” e non all’area agricola che, pur avendo gravi problemi ambientali, non concorre allo “Sviluppo” industriale;
* Proporre, nel richiamato “Progetto”, una delimitazione delle aree industriali da bonificare e riconvertire; penso, in particolare, all’area del petrolchimico, a quelle di Fiume Piccolo ed alle aree di completamento dei lotti interclusi; (una bella possibilità di proporre una “riperimetrazione” più consona e funzionale ai risultati ottenuti dalle prime caratterizzazioni chimiche effettuate) ;
* Proporre e concordare con le Aziende insediate nel petrolchimico, interventi di bonifica dei terreni e delle falde, fattibili ed efficaci per la riconversione (no! a diaframma plastico di sconfinamento della falda);
* Proporre alla bonifica ed alla riconversione all’uso industriale e/o di ampliamento della zona umida delle “Saline di Foggia di Rau”, dei 50 ha occupati dai rifiuti rivenienti dalla produzione del petrolchimico;
* Ecc.
Perché tutto ciò non è stato fatto?
Può ancora essere credibile per uno “sviluppo capace di futuro” chi non ha fatto nulla per l’area industriale, pur avendone i mezzi normativi e giuridici?
Possono ancora rendersi credibili estemporanee promesse di Delibere riparatorie che non hanno un fondamento sostanziale, in assenza di “Progetto di Riconversione”?
Spero che gli elettori sappiano dare risposte concrete; per il resto sono certo che una forte azione di rivalsa verrà attuata dai Sindacati e dalla stessa Confindustria, ai quali la nota si manda per conoscenza che, pur impegnandosi molto nel tentativo del rilancio della zona industriale e limitatamente alle proprie competenze, hanno acquisito ad oggi, solo vacuità e mere speranze di delibere inutili ed improduttive ai fini della bonifica, della riconversione industriale e di uno sviluppo sostenibile.
prof. dott. Francesco Magno
prof. dott. Francesco Magno
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