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Bari, Nucleare: il Consiglio Regionale della Puglia dice "NO"



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Bari, 19/05/2009

Nucleare: il Consiglio Regionale della Puglia dice "NO"

Sulla paventata possibilità di scegliere un sito pugliese, ed in particolare Ostuni (Brindisi), come sede di una centrale Nucleare si è sviluppato un ampio dibattito nella classe politica della Regione Puglia. Di seguito il testo dell’Ordine del giorno sul nucleare approvato dal Consiglio regionale all’unanimità dei presenti ed integrato dall’emendamento presentato dal consigliere Pietro Manni (PRC), con il quale si chiede di trasmettere il documento a tutte le Regioni italiane:

“Il Consiglio Regionale della Puglia, premesso che si sta elaborando un piano nazionale per la costruzione di nuove centrali nucleari;
tale scelta è fortemente discutibile perché, nonostante le grandi questioni aperte relative alla sicurezza degli impianti e allo smaltimento delle scorie, si punta ancora sul nucleare di terza generazione;
in linea generale sarebbe più lungimirante programmare l’eventuale ricorso all’energia nucleare solo con riferimento a quella di quarta generazione, che appare in grado di dare più sicurezza sia in materia di impianti che di produzione e smaltimento delle scorie che vengono riutilizzate attraverso un processo di fertilizzazione, considerato che la Puglia contribuisce in maniera rilevante al fabbisogno energetico dell’Italia ed esporta l’88% dell’energia prodotta;
gli insediamenti energetici hanno già provocato un grave danno ambientale e sono fonte di pericolo per la salute delle persone; il Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEAR) ha definito un modello alternativo fondato sulla riduzione dell’uso delle fonti fossili, sullo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili e sul risparmio energetico, IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA, interpretando i sentimenti più veri degli uomini e delle donne della Puglia, esprime il proprio NO fermo e determinato, a qualunque ipotesi di installare in Puglia una centrale nucleare o un sito per le smaltimento delle scorie radioattive;
impegna il Presidente della Regione ad riportare in tutte le sedi istituzionali l’orientamento della Puglia;
sollecita i parlamentari pugliesi ad adoperarsi in Parlamento affinché il territorio della Puglia, per le motivazioni sopra riportate, sia escluso da qualsiasi ipotesi di localizzazione di impianti nucleari.
Il Consiglio regionale impegna, infine, la propria Presidenza ad inviare il presente Ordine del giorno ai Presidenti di tutti i Consigli delle Regioni italiane, invitandoli ad adottare analoghe prese di posizione, al fine di riaffermare la autonomia delle Regioni nel rispetto delle modifiche del titolo V° della Costituzione”.

Di seguito alcuni interventi inviati a mezzo di comunicati stampa:

L’assessore all’ambiente, Michele Losappio, a seguito dell’approvazione in Aula dell’ordine del giorno “Localizzazione di impianti nucleari in Puglia”, ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“La destra fugge dall’Aula per evitare l’imbarazzo del voto sul nucleare. Come previsto e preannunciato, i consiglieri del Pdl hanno lasciato l’Aula immediatamente dopo l’illustrazione del documento del centro-sinistra e prima ancora che il presidente Vendola illustrasse la posizione del Governo regionale. La fuga di Palese e compagni li mette per il momento al riparo dell’imbarazzo di una scelta che tuttavia si ripresenterà.
Del resto è quanto già accade nei territori, con ad esempio il senatore Saccomanno che vota in Aula a favore del nucleare e come candidato presidente dichiara il no della provincia di Brindisi. Il Pdl pugliese sta coprendo le scelte di accentramento del Governo nazionale. Paradossalmente le Regioni hanno la facoltà di decidere sugli impianti eolici che coinvolgono superficialmente il territorio e non dovrebbero intervenire per gli impianti nucleari che segneranno la storia della Puglia per centinaia di anni.
Ciò è considerato inaccettabile dalla Puglia e da tutte le Regioni italiane che al contrario rivendicano l’esercizio delle proprie funzioni. Ecco perché la destra scappa e si rifiuta perfino di ascoltare il presidente della Regione. Non potrà però scappare dalle sue responsabilità verso i pugliesi”.

I consiglieri regionali dell’Unione di Centro Antonio Scalera e Carlo Laurora, in merito alla questione dell’ubicazione di centrali nucleari in Puglia, hanno diffuso le seguenti dichiarazioni. Antonio Scalera – capogruppo regionale Unione di Centro:
“La costante globalizzazione planetaria, l’evolversi delle esigenze e delle necessità socio-ambientali, l’opportunità di rendere sempre più moderne e efficaci, le strategie di risparmio energetico e di potenziamento produttivo ci impongono, allo stato attuale, di mostrare un atteggiamento propositivo dinanzi allo sviluppo industriale e all’autonomia energetica nazionale. La scelta del nucleare garantirebbe un incremento notevole della produttività energetica regionale e renderebbe la nostra regione crocevia geografico e industriale sulla mappa dei siti con centrali nucleari. L’Unione di Centro ha sempre mostrato grande sensibilità nei confronti dei temi ambientali votando favorevolmente, per esempio, la legge regionale anti-diossina.
Quando si parla di nucleare non devono tornare alla mente le strutture obsolete e insicure di Chernobyl ma impianti a norma dotati di strumentazioni all’avanguardia. Il ‘no’ delle sinistre e del presidente Vendola appare puramente ideologico e irresponsabile”.
Carlo Laurora – vice capogruppo regionale Unione di Centro: “La scelta del nucleare è inevitabile per un Paese che voglia garantirsi autonomia energetica, innovazione tecnologica e ammodernamento strutturale e industriale.
Si tratta, ovviamente, di una decisione che va concordata con gli enti locali, una scelta che non deve essere aprioristicamente intesa come deturpatrice o dannosa ma come un valido strumento per rendere moderna e competitiva la nostra comunità sotto il profilo industriale e produttivo. Quella del nucleare è una scelta ragionevole e sicura, un passo da compiere con approccio scientifico e risolutivo”.

Il Consigliere regionale AN-PDL Nino Marmo ha diffuso la seguente nota:
“Non vi è alcun bisogno di un voto del Consiglio regionale sul nucleare per la semplice ragione che la volontà di non realizzarlo in Puglia è già contenuta nel PEAR e pertanto il Governo è già ampiamente abilitato ad esprimersi in tal senso in seno al Comitato Stato-Regioni, laddove si svolgerà il confronto decisivo.
Il provvedimento all’esame del Parlamento in materia di sviluppo altri non è, in materia di nucleare, che un inizio di attuazione di un impegno programmatico sia del Centro-destra che dell’UDC, approvato in quanto tale dalla maggioranza assoluta del Popolo italiano, anche perché l’UDC ha coerentemente confermato la sua scelta votando a favore della parte relativa al nucleare del ddl in questione. Di tanto occorrerebbe avvisare – tra gli altri - l’ing. Ferrarese, fulmineamente convertitosi a quelle politiche del “no” a tutto ed al contrario di tutto di cui fino a poche settimane fa era fermissimo avversario, e soprattutto i suoi elettori.
In esso non sono previsti i siti in cui le Centrali si realizzeranno, ma un percorso che prevede il suddetto, decisivo passaggio in Comitato Stato-Regioni laddove soltanto Vendola deve saper affermare le sue ragioni, mentre già sono state acquisite talune disponibilità (Veneto e Sicilia) e si ipotizza altresì la riapertura dei siti dismessi, e cioè di Caorso e di Trino Vercellese. La Puglia pertanto, allo stato, non è coinvolta e non lo sarà se le sue popolazioni saranno contrarie. A tal riguardo vige anche la garanzia del nuovo Titolo V della Costituzione, che colloca le politiche energetiche tra quelli a competenza concorrente, e che quindi fa comunque salvo il ruolo delle Regioni. Tutto ciò conferma quel che è già da per sé assolutamente evidente.
E cioè che il dibattito, in Consiglio regionale, appositamente finora rinviato, non serviva ad altro che a costituire uno strumentale diversivo ai veri argomenti di questa campagna elettorale amministrativa, ossia al fallimento delle esperienze delle Giunte di sinistra.
Ed infatti il Consiglio odierno è stato convocato per discutere una Riforma dei Consorzi di Bonifica che scaricherà sui cittadini i costi di mutui per 100 milioni di euro. E che pertanto occorreva assolutamente nascondere prima del voto” .


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