Ostuni, 27/05/2009
No al Nucleare: cinque consigli comunali approvano ordine del giorno
E’ stato approvato all’unanimità di tutti i sindaci e consiglieri comunali delle Città di Ostuni, Carovigno, Ceglie Messapica, Cisternino e Fasano, l’ordine del giorno nel quale si: “Eprime la propria più netta contrarietà all’eventuale localizzazione nel territorio pugliese, ed in particolare lungo la costa nord salentina, di impianti di produzione di energia nucleare; sollecitano i parlamentari e gli esponenti pugliesi del Governo nazionale (cui il presente ordine del giorno viene inviato a cura della Segreteria Generale) ad adoperarsi nelle sedi istituzionali nel rappresentare le ragioni sopra esposte tali da escludere le eventuali localizzazioni di impianti nucleari”.
Presso l'auditorium dell'Istituto Tecnico Commerciale, turistico e per geometri "J. Monnet", sono intervenuti, oltre a tutti i presidenti dei 5 Consigli comunali, anche il Presidente della Provincia di Brindisi, Michele Errico; il rappresentante dell’Anci, avv. Fabiano Amati e l’assessore all’Ambiente del Comune di Bari, Teresa Maurelli.
L’atto sarà inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Ambiente, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Prefetto della Provincia di Brindisi, al Presidente della Regione Puglia e al Presidente della Provincia di Brindisi.
Questo il testo dell'ordine del giorno approvato:
IL CONSIGLIO COMUNALE DI OSTUNI
in seduta comune con i Consigli Comunali di CAROVIGNO, CEGLIE M.CA, CISTERNINO e FASANO
PREMESSO
- che il 14 maggio scorso il Senato ha approvato il Disegno di Legge di iniziativa governativa n. 1195 “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, col quale, all’esito dell’approvazione anche da parte dell’altro ramo del Parlamento, sarà attribuita al Governo la delega per la “localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il deposito definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi e per la definizione delle misure compensative da corrispondere e da realizzare in favore delle popolazioni interessate”;
- che l’art. 25 del predetto Disegno di Legge prevede che la localizzazione dei siti nei quali realizzare gli impianti nucleari sia stabilita d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni- Enti Locali. Da tale intesa, tuttavia, il Governo può prescindere, imponendo le proprie determinazioni nell’esercizio del potere sostitutivo previsto dall’art. 120 Cost.;
- che, pertanto, pur nell’auspicato coinvolgimento e partecipazione delle autonomie locali interessate dalle localizzazione, il citato Disegno di Legge consente comunque al Governo di imporre le scelte localizzative che saranno effettuate;
- che, alla luce del fatto che la definizione dei criteri localizzativi, come previsto dall’art. 25 del Disegno di Legge, avverrà previa acquisizione di dati tecnico-scientifici predisposti da enti pubblici di ricerca, ivi incluso l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), e università;
- che, alla luce degli studi condotti dall’ENEA nel 2007 circa le aree costiere a rischio di allagamento, dalla sovrapposizione della mappa dell'ENEA sull'allagamento delle coste a quella dell'Istituto di geofisica, le aree a totale sicurezza sono quelle poche zone della Sardegna, del corso del Po e della parte sud adriatica della Puglia, in particolare la costa di Ostuni. Tali ristrette opzioni sono obbligate anche dal fatto che le centrali hanno bisogno di molta acqua per raffreddare i reattori (dunque vanno costruite vicino ai fiumi o al mare) ed in zona dove sia assente il rischio di sismicità;
CONSIDERATO
- che, come disposto dal richiamato art. 25 del Disegno di Legge, la localizzazione delle centrali può avvenire anche in assenza di intesa con le autonomie territoriali interessate. Il che, oltre a porre seri dubbi di legittimità costituzionale, costituisce un’evidente vulnus al conclamato principio di sussidarietà e leale collaborazione tra Stato e regioni. Peraltro, l’opzione nucleare è del tutto non prevista dal PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale), approvato dalla Regione Puglia nell’ambito delle proprie competenze costituzionalmente garantite in materia di programmazione energetica. Il PEAR è fondato sul modello strategico alternativo della riduzione delle fonti fossili e lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili e da risparmio energetico;
- da un punto di vista sostanziale, poi, l’ubicazione di una centrale nucleare lungo la costa nord salentina sarebbe in insanabile contrasto con la vocazione turistico-ricettiva dell’area costiera e della Valle d’Itria, zone che costituiscono le punte del sistema turistico pugliese e che legano la propria economia in maniera preponderante la fattore turistico. Nessun indennizzo, benché previsto dal Disegno di Legge, potrebbe anche solo ridurre l’enorme danno che discenderebbe alle economie della zona da un simile provvedimento localizzativo. Pertanto, anche se l’area in questione potrebbe apparire (si assume) tra le più sicure per la localizzazione di una centrale nucleare, ciò avverrebbe a discapito di valori fondanti lo sviluppo economico e sociale di una vastissima zona dell’Italia.
- la parte settentrionale della costa ostunese ed il tratto meridionale della costa di Carovigno sono interessati dalla presenza di aree protette di rilevanza nazionale e regionale (Parco delle Dune Costiere e Riserva Naturale di Torre Guaceto) e soprattutto sono interessati dalla presenza di Siti di Importanza Comunitaria discendenti da Direttive Europee (Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli) talché ogni eventuale localizzazione su detti territori su aree contigue non supererebbe certamente il vaglio di una Valutazione di Incidenza Ambientale alla quale comunque, per espressa previsione contenuta nel Disegno di Legge in argomento, la localizzazione stessa sarebbe soggetta.
- che la Puglia contribuisce in maniera rilevante al fabbisogno energetico dell’Italia, esportando l’88% dell’energia prodotta. Inoltre, il territorio pugliese ha pagato e continua a pagare, un pesantissimo prezzo alla politica energetica nazionale (i danni ambientali, sociali ed umani derivanti dal polo industriale di Taranto e da quello chimico di Brindisi sono ormai una certezza acquisita);
tutto ciò premesso
il Consiglio Comunale di Ostuni, in seduta comune con i Consigli Comunali di CAROVIGNO, CEGLIE M.CA, CISTERNINO e FASANO
ESPRIME
la propria più netta contrarietà, per le ragioni in premessa esposte, all’eventuale localizzazione nel territorio pugliese, ed in particolare lungo la costa nord salentina, impianti di produzione di energia nucleare
SOLLECITA
i parlamentari e gli esponenti pugliesi del Governo nazionale (cui il presente ordine del giorno viene inviato a cura della Segreteria Generale) ad adoperarsi nelle sedi istituzionali nel rappresentare le ragioni sopra esposte tali da escludere le eventuali localizzazioni di impianti nucleari.
Invia il presente ordine del giorno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Ambiente, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Prefetto della Provincia di Brindisi, al Presidente della Regione Puglia, al Presidente della Provincia di Brindisi.
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