Brindisi, 29/05/2009
Prof. Magno: Fondi persi per la bonifica. Ed ora?
E’ vero i 50 milioni di euro previsti dal Ministero dell’Ambiente per l’accordo di Programma per la bonifica della zona industriale i Brindisi, sono del tutto ed irrimediabil-mente persi.
In una nota del 18/05/2009 ho riportato che l’Accordo di Programma per la “Definizione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree comprese nel SIN di Brindisi” era finalizzato ad imporre la realizzazione di una “barriera di confinamento” (sic!!) per le acque freatiche che affacciano e traboccano per tutto il perimetro dell’area industriale e non per il solo petrolchimico; tale accordo, siglato il 13/12/2007 era “effimero”, in quanto ben si sapeva che presso la Commissione Ambiente della Camera vi era in discussione la modifica del Dlgs 152/06 (Legge quadro sull’ambiente) che, in particolare, modificava la procedura d’acquisizione dei fondi destinati alla “bonifica” dei siti contaminati.
Infatti la modifica alla norma generale sull’ambiente si pubblica con DLgs n.4 del 16/01/2008 e quindi meno di un mese dopo la firma dell’Accordo di programma sulle bonifiche; in tale norma viene espressamente riportata la procedura da seguire per i “Siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale”, per i quali sono riconosciuti anche gli interventi di “bonifica”.
Quindi a febbraio del 2008 il Comune, fatto salvo che vi era un’imposizione comunitaria all’eliminazione delle aree sottoposte a commissariamento ed attivata per la Puglia dal 01/01/2009, rientrava nel totale possesso delle capacità induttive e programmatiche per gli interventi di bonifica e rivenienti dalle Leggi Quadro sull’am-biente, avrebbe potuto e dovuto motivarsi ed attivarsi per far si che l’area industriale di Brindisi fosse riconosciuta come “Sito di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale”.
Tale richiesta di riconoscimento per l’area industriale di Brindisi era elemento essenziale ed inprescindibile per dar credito e forza al territorio, nel momento in cui era in fase di realizzazione il “Progetto Strategico Speciale”, approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel marzo del 2008; tale “Piano”, infatti, individuava il “Programma straordinario nazionale per il recupero economico e produttivo di siti industriali inquinati”, distribuiva le risorse FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) per gli anni 2007-2013 ed annullava del tutto le previsioni del Ministero dell’Ambiente circa il finanziamento dell’Accordo di programma di Brindisi.
Nulla ha fatto il Comune, neppure ad informarsi quali fossero le azioni programmatiche ed amministrative necessarie al riconoscimento del sito di Brindisi quale: “di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale; tale richiesta di riconoscimento (con progetto finalizzato ed altro!) avrebbe permesso anche l’individuazione (perimetrazione) di quelle “porzioni” di zona industriale maggiormen-te inquinate, che necessitavano di interventi prioritari di bonifica.
In merito al richiamato Accordo di Programma, la quota prevista dal Ministero dell’Ambiente era pari a 50 milioni di Euro (su un totale di 135,150 milioni) ed era condizionata dalla emanazione di apposita delibera CIPE.
Il CIPE, con Delibera n. 166 del 21/12/2007 e quindi solo 8 giorni dopo la firma dell’Accordo, approva l’attuazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013 e definisce la “Programmazione del fondo per le aree sottoutilizzate”; la delibera CIPE, è di ordine programmatico-generale, non cita affatto l’Accordo di Brindisi e prevede lo stanziamento di 3.009 milioni di euro “per i siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale”. Per questi siti sono previsti, per la “riconversione industriale” anche gli interventi di “bonifica”.
Infine, il CIPE, nell’aprile del 2008 fornisce tutti gli strumenti necessari perché si possano immediatamente attivare le procedure amministrative e tecniche necessarie al riconoscimento di Brindisi quale “Sito di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale”.
A distanza di oltre un anno (aprile 2008) nulla si è fatto per cogliere l’unica ed ultima opportunità esistente per far si che possano realmente individuarsi possibilità concrete del rilancio economico-industriale e del risanamento dell’area industriale, lasciata in un totale stato di abbandono tecnico, programmatico e di risanamento ambientale.
E’ evidente che, a parere dello scrivente ed in merito al problema, l’abietto esercizio di questa amministrazione finalizzata solo alla ricerca di “responsabili e responsabilità” non può che ritorcersi contro, individuando ad esser buoni, solo incapacità di lettura e di comprensione delle norme esistenti e quindi, a sviluppare politiche programmatiche adeguate alla situazione di degrado nella quale il territorio industriale di Brindisi si trova.
Però, l’ottimismo che mi accompagna sempre e che è indotto dalla mia passione professionale, mi permette di auspicare, a breve, l’attivarsi di quelle soluzioni ancora possibili per il rilancio forte e concreto della zona industriale di Brindisi e della più adeguata vivibilità dei Lavoratori e dei Cittadini.
E’ evidente che, a prescindere dalle personali passioni politiche che fra l’altro mi vedono totalmente estraneo da questa competizione elettorale, anche il mio inguaribile ottimismo presenterà forme di cedimento nel momento in cui dovessi registrare la persistenza nel Comune di Brindisi di una classe politica sostanzialmente non all’altezza di programmare uno “sviluppo capace di futuro” ( citazione del testo di E. Ronchi del 1999).
prof. dott. Francesco Magno
|