Brindisi, 01/06/2009

Nucleare, Tomaselli: "ma Berlusconi conosce le leggi che propone?"

Non è passata una settimana dall’affermazione di Berlusconi che le centrali nucleari nel nostro paese si devono fare anche a costo di inviare l’esercito nei siti che si andranno ad individuare, che lo stesso arriva a Bari per dire che «spero che si possa utilizzare la produzione di energia nucleare con centrali ubicate in altri Paesi che per la loro posizione geofisica possano ospitare tranquillamente queste centrali».
Che faccia tosta! Ma può considerare gli italiani come dei creduloni che dimenticano tutto?
A parte la concezione “colonialista” dei rapporti di collaborazione tra Italia ed altri paesi che traspare da tali affermazioni, viene da chiedersi se il capo del Governo conosca il testo di legge appena approvato dal Senato con cui si definiscono normative e procedure per poter costruire impianti nucleari in Italia (e non all’estero!!!) e viene da chiedersi come ha potuto dimenticare il protocollo d’intesa che egli stesso ha firmato a febbraio a Parigi con il Governo francese con la definizione del numero di centrali nucleari da realizzare nel nostro paese, delle partnership industriali (Enel-Edf), delle tecnologie da utilizzare (la francese EPR).

Altrettanto paradossale è l’affermazione che “se dovesse aprirsi una possibilità di un collocamento in Italia di una centrale questo avverrà nell'ambito della conferenza Stato-Regioni con l'accordo delle Regioni”.... ma di cosa parla?
Il testo approvato dal PDL in Senato relega la Conferenza Stato Regioni ad esprimere un semplice “parere”, avendo respinto i suoi parlamentari l’emendamento del PD che prevedeva su tale delicata materia l’intesa vincolante tra Stato e istituzioni locali.
Sarà un uomo stanco e distratto da altre vicende, ma governare un grande Paese come l’Italia comporta il dovere di conoscere le leggi che egli con il proprio Governo propone e che il Parlamento approva, nonché fare lo sforzo, su materie di così grande complessità, di essere coerente con ciò che si dice da una settimana all’altra, rinunciando a volgari e spregiudicate falsità elettorali.

Sen. SALVATORE TOMASELLI
Parlamentare del PD