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Roma, Il direttore del Saint Louis risponde a Salvatore Brigante



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Roma, 05/06/2009

Il direttore del Saint Louis risponde a Salvatore Brigante

Egregio Direttore,
con la presente vorrei rispondere alle dichiarazioni parziali e fuorvianti del signor Salvatore Brigante apparse su diverse testate giornalistiche e sul sito brundisium.net, che evidenziano una conoscenza piuttosto superficiale dei fatti.
Anzitutto, va precisato che il Convento S. Chiara non è stato concesso in comodato gratuito al Saint Louis Music Center, ma con un canone di locazione che gradualmente passerà dai 36mila a ben oltre 50mila euro l’anno. Inoltre, è stata locata solo una parte del complesso, vale a dire otto aule e non dodici come da dichiarazione del Brigante, mentre le altre restano in uso al Conservatorio di Lecce. Tra l’altro va detto che le aule destinate al Conservatorio erano originariamente di più, ma il Direttore Prof. Camicia vi ha rinunciato in quanto non prevedeva iscrizioni sufficienti per sfruttarle adeguatamente tutte.
Nonostante la concessione di una sola parte dell’immobile, sono accollate al Saint Louis, secondo gli accordi assunti con l’on. Sindaco, le spese di ordinaria amministrazione, comprese le utenze, riguardanti l’intero immobile e non soltanto la parte concessa in locazione.
Pertanto, non solo non è stato sottratto alcun bene alla disponibilità dei cittadini, in quanto le sale dell’auditorium, la “chiesetta” e il cortile, che già prima venivano utilizzati per manifestazioni e mostre, sono sempre nella piena disponibilità del Comune e continueranno ad ospitare mostre e quant’altro.
Ma in più, ora le spese di gestione (pulizia, utenze, luce etc.) non graveranno più sull’Amministrazione comunale, ma sul Saint Louis; in aggiunta a ciò l’immobile produrrà un reddito locativo di oltre 50 mila euro l’anno. Il Saint Louis inoltre erogherà fino a dodici borse di studio ogni anno per permettere agli allievi più meritevoli di studiare gratuitamente.
Per quanto riguarda la validità dei nostri corsi, capisco che il signor Brigante non sia del settore e pertanto ignori la materia che risulta piuttosto specifica.
Anzitutto, in Italia non esistono scuole private parificate e questo non è certo un vanto perché ci pone come fanalino di coda di tutti i Paesi europei, ponendo in sostanza i Conservatori in condizione di monopolio nel rilascio di titoli musicali aventi valore legale. Ma d’altra parte, il valore legale del titolo nel mondo musicale non serve proprio a nulla, se escludiamo i rari concorsi per l’insegnamento nelle Scuole medie.
Nel mondo artistico ciò che conta davvero è la preparazione che un allievo matura alla fine di un corso. Del resto parlano i numeri, ovvero quanti diplomati lavorano e vivono di musica. Il Saint Louis ha oltre 1.500 allievi ogni anno provenienti da tutta Italia, in numero perfino superiore a quelli che frequentano il Conservatorio di S. Cecilia di Roma e se andiamo a verificare la percentuale di ragazzi del Saint Louis che hanno fatto e fanno della musica la propria professione e la confrontiamo con quella dei ragazzi usciti dai Conservatori ci sarebbe da riflettere e si comprenderebbe meglio perché una riforma del settore che apra al privato, come auspicata dal Ministero dell’Istruzione e già progetto di legge, sia più urgente che mai.
Chiediamo ai musicisti che suonano con Pino Daniele, Francesco De Gregori o Vasco Rossi o nelle orchestre televisive o nei gruppi jazz più consolidati nel mondo e verifichiamo quanti di loro abbiano un titolo di Conservatorio, sarebbe una ricerca interessante. Ma dal momento che i Conservatori si sono aperti al jazz e al pop solo negli ultimissimi anni, è chiaro che tutta la formazione di musicisti di musica moderna (quindi non di musica classica) sia stata svolta per decenni dalle scuole private, che hanno sfornato professionisti del jazz del rock e del pop, gli stessi che oggi sono chiamati ad insegnare nei Conservatori.
Quando il signor Brigante parla di “dilettanti” scade nella più gratuita delle offese; anzitutto il signor Cosimo Lupo, cui immagino lui si riferisca, già direttore artistico del Festival Jazz di Brindisi, si occuperà dell’amministrazione del Saint Louis di Brindisi, mentre la direzione didattica è stata affidata a Salvatore Russo, che ha tutti i requisiti artistici per svolgere il proprio compito. Gli insegnanti saranno perlopiù musicisti di Brindisi e Provincia, valorizzando il territorio e creando oltre 30 nuovi posti di lavoro, coadiuvati periodicamente dai docenti della sede di Roma.
La musica si impara nelle botteghe di coloro che quell’arte esercitano per vivere, disse Samuel Butler, e aggiungo anche che non si diventa professionisti solo in base alla carta filigranata di un diploma e con il sigillo dello Stato, questa purtroppo è una mentalità tutta italiana difficile da aggiornare.
Concludo, specificando che il Saint Louis, insieme alla storica scuola di Siena Jazz e alla Civica di Milano, che rappresentano da più di trent’anni l’eccellenza per il jazz in Italia, hanno già avviato le pratiche per l’accreditamento universitario, destando non poca preoccupazione in alcune Istituzioni pubbliche. Invito pertanto Salvatore Brigante a venirci a trovare, chissà che non cambi idea e si entusiasmi per l’attività culturale da noi svolta con passione, la stessa che probabilmente anima la sua carriera politica.

Dott. Stefano Mastruzzi
Direttore Saint Louis College of Music


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