Brindisi, 15/06/2009
Brigante: "Mennitti mostra segni di squilibrio programmatico"
Riportiamo una dichiarazione del candidato sindaco Salvatore Brigante.
"Al sindaco uscente Mennitti non sono bastati cinque anni di governo per far capire ai suoi concittadini che cosa è riuscito a fare di buono. Ha avuto bisogno di acquistare intere pagine di giornali per spiegare, farcendo il tutto con bugie che hanno il sapore del grottesco, che in fin dei conti non si è limitato a scaldare la poltrona del suo ufficio di Palazzo Nervegna (a proposito, anche la ristrutturazione della sua attuale "casa" è stata progettata e fatta finanziare da chi lo ha preceduto alla guida della città).
Ed in effetti, non ci sentiamo di dargli torto.
Con il suo operato ha letteralmente vanificato gli sforzi compiuti dalle precedenti amministrazioni, interrompendo una progettazione attraverso cui a Brindisi sono arrivati centinaia di milioni di euro di finanziamenti.
In qualche caso la giunta Mennitti è riuscita a spendere il denaro procurato dagli altri, ma in più occasioni si è contraddistinta per la incapacità di spesa e quindi per la perdita di finanziamenti destinati alla nostra città.
In alcune situazioni si è sfiorato addirittura il ridicolo, come per la seconda inaugurazione del Teatro Verdi. Ha fatto finta che la struttura non fosse mai stata battezzata e ci ha messo il cappello, trasformando questo contenitore nella sua unica roccaforte di una pseudo efficienza culturale destinata a 500-600 brindisini.
Nel suo dialogo a distanza – molta, molta distanza, a dire il vero – con gli elettori, Mennitti racconta fandonie, parlando di un Comune trovato in stato di dissesto e pieno di debiti e che lui avrebbe risanato. E’ falso! Quando è giunto a Palazzo di Città l’ente locale disponeva di un utile certificato di dodici milioni di euro, mentre adesso tale cifra si è assottigliata a poco meno di un milione di euro.
Mennitti, insomma, ha dilapidato l’accorta gestione amministrativa del passato, compiendo scelte sbagliate ma soprattutto interrompendo i flussi di denaro pubblico per la totale assenza di progettualità. Del resto, gli esempi sono sotto gli occhi di tutti e basterà citare il mancato inserimento di Brindisi tra le "zone franche" (il Comune non è stato neanche in grado di predisporre la documentazione necessaria….) per comprendere le proporzioni dei disastro determinato dalla gestione Mennitti.
E sempre in tema di menzogne, il sindaco di centro destra parla dell’argine creato contro la realizzazione del rigassificatore. Mente sapendo di mentire, se è vero che è proprio il suo capo indiscusso Berlusconi ad aver voluto a Brindisi questo impianto, barattandolo sul tavolo di rapporti internazionali con l’Inghilterra. Spieghi ai brindisini Mennitti il motivo per cui il Presidente del Consiglio non è venuto a Brindisi per dire "no al rigassificatore" insieme al suo candidato sindaco e chiarisca anche perché tutt’oggi il Governo non dice una sola parola sull’argomento, riservandosi di agire subito dopo le elezioni. Altro che "forte sensibilità ambientalista" del primo cittadino.
Mennitti spieghi ai brindisini anche il motivo per cui in questi cinque anni di suo governo della città l’aumento dell’utilizzo di carbone è volato alle stelle, a danno della salute dei cittadini. Ed anche perché non è riuscito a firmare le convenzioni con Enel ed Edipower per codificare il funzionamento delle rispettive centrali elettriche. Un vero e proprio mistero, tanto più se si considera che Mennitti ha, per altri versi, rapporti pressoché quotidiani con i vertici di queste due grandi aziende elettriche e quindi non può nascondersi dietro ad alcuna difficoltà di dialogo personale o istituzionale.
E poi il "modello di sviluppo". La sua "città d’acqua" altro non è se non un penoso tentativo di scopiazzare il progetto di "water front" che la precedente amministrazione aveva elaborato, chiamando in causa progettisti spagnoli di fama mondiale. Oggi, invece, si limita tutto ai due convegni inutili e dispendiosi svolti in questi anni e nella spazzatura che impera sulla costa brindisina, segno tangibile dell’incapacità reale e sostanziale di gestire il rapporto della città con il suo mare.
Ma nella lettera rivolta ai cittadini Mennitti mostra addirittura segni di squilibrio programmatico. Parla liberamente di parchi verdi, di spazi di aggregazione, di rigenerazione urbana, di crescita dei flussi turistici, di piste ciclabili e, più in generale, di qualità della vita. Lui non ha fatto nulla di tutto questo. Nulla! Se solo si convincesse a fare un giro nelle periferie della città si renderebbe conto delle bugie che racconta e forse proverebbe anche un senso di vergogna. Fortunatamente i brindisini hanno capito l’imbroglio e si apprestano a voltare pagina, accantonando l’esperienza Mennitti come una brutta parentesi di immobilismo amministrativo. Del resto, il segnale giunto dalle urne è chiarissimo. Mennitti è passato dal 51% delle precedenti elezioni all’attuale 37% con cui affronta il turno di ballottaggio. Più chiaro di così…
Guardiamo avanti, tutti insieme, con energie nuove e con tanta voglia di ricollocare Brindisi nel ruolo che le spetta negli scenari nazionali e internazionali, forte di una classe dirigente ambiziosa e capace e non più ancorata al vecchiume di personaggi sudditi di un governo nazionale che vuole affossare il Mezzogiorno, vuole affossare Brindisi, ma che non ha fatto i conti con la volontà dei suoi cittadini e con la forza di combattere perché ciò non avvenga."
Salvatore Brigante
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