Brindisi, 09/07/2009
Cerano: continua l'occupazione di Greenpeace
Continua la protesta di Greenpeace contro la centrale a carbone Federico II di Brindisi.
I 16 attivisti dell'organizzazione ambientalista che ieri hanno occupato la centrale di Cerano (sei si sono piazzati sul nastro trasportatore, sette hanno scalato la ciminiera dell’impianto e tre, tra i quali il portavoce, sono "a terra") hanno trascorso la notte all'interno dell'impianto dell'Enel e stamattina stanno completando la loro eclatante azione di protesta.
In particolare gli attivisti saliti sulla ciminiera si sono calati dalla punta ed hanno cominciato a scrivere una frase che, secondo il loro programma, dovrebbe essere lunga circa 80 metri. STU le prime tre lettere scritte a caratteri giganteschi sul comignolo alto circa 220 metri.
Intanto è passato da quattro a cinque il numero delle centrali occupate da Greenpeace. All'alba, infatti, gli attivisti sono saliti su uno dei carbonili della nuova centrale Enel di Civitavecchia.
Dopo Brindisi, Porto Marghera, Vado Ligure e Porto Tolle Greenpeace, quindi, mette un'altra "bandierina" per chiedere ai capi di Stato di "assumere un ruolo di leadership contro i cambiamenti climatici". All'associazione non basta un generico accordo per contenere l’aumento della temperatura terrestre entro i 2 gradi. Da L’Aquila, il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio, commenta: “Senza un piano chiaro, senza investimenti e senza obiettivi, il G8 non aiuterà a uscire dal vicolo cieco nel quale sono arenati i negoziati sul clima delle Nazioni Unite."
Greenpeace chiede, inoltre, di assicurare che le emissioni globali raggiungano un massimo nel 2015, per poi ridursi praticamente a zero entro il 2050 e di tagliare le emissioni del 40%, rispetto ai valori del 1990, entro il 2020.
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