Brindisi, 15/07/2009
Convenzioni, Legambiente: "chiarire obiettivi e condizioni"
Il G8 recentemente tenutosi all’Aquila, pur rimandando al vertice di Copenhagen le concrete scelte in materia energetica, ha prospettato per il 2050 una riduzione mondiale delle emissioni di CO2 del 50% e addirittura dell’80% nei suoi paesi membri.
Come per il protocollo di Kyoto, l’anno di riferimento è il 1990, però già nel 2006 l’Italia era al di sopra del 6% rispetto ai valori del 1990. Ma la sola centrale termoelettrica Enel Brindisi Sud di Cerano ha emissioni quasi doppie rispetto ai dati del 1990, brucia circa 7 milioni di tonnellate/anno di carbone e produce 17 miliardi/anno di kilowattora. Non si può non ricordare che la convenzione del 1996 – recepita nel D.P.C.M. di approvazione del piano di risanamento dell’area di Brindisi e quindi resa impositiva – prevedeva la chiusura dell’allora centrale Brindisi Nord, la combustione di massimo 2 milioni di tonnellate di carbone e, per l’intero polo energetico, una produzione di 15 miliardi di kilowattora. Nulla di ciò è stato realizzato.
Con questi precedenti, la cattura ed il confinamento della CO2, tanto reclamizzata da Enel, più che un’eventuale sperimentazione, appare un colossale e costosissimo specchietto per le allodole. Una reale riduzione delle emissioni che tenga conto dell’obbiettivo europeo del 20% entro il 2020, richiede ben altre soluzioni. Per Legambiente esse sono:
• Aumento del rendimento degli impianti, dal 35 a più del 45%
• Riduzione della combustione di carbone del 30%, come indicato dal piano energetico regionale, cui peraltro non si è ancora dato corso
• Utilizzo di carbone STZ e con maggiore potere calorifico
Resta ancora irrisolto il problema della chiusura della centrale Edipower, con salvaguardia dei posti di lavoro (come previsto dalla convenzione del 1996), così come la riduzione del 20% della dipendenza dalle fonti fossili ricorrendo a fonti rinnovabili, e la riduzione del 20% dei consumi, realizzabile grazie all’efficienza e al risparmio energetico.
Pertanto, nel momento in cui si prospetta l’apertura del confronto con l’Enel e – presumibilmente – con le altre società elettriche, Legambiente chiede al Presidente della Regione Puglia, al Presidente della Provincia e al Sindaco di Brindisi di chiarire quali siano gli obbiettivi e le condizioni irrinunciabili da mettere sul tavolo per rendere credibile e costruttivo – nell’interesse della salute dei cittadini – tale confronto.
COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE BRINDISI
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