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Brindisi, Rigassificatore, la memoria di Legambiente



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Brindisi, 08/09/2004

Rigassificatore, la memoria di Legambiente

Questo pomeriggio Legambiente ha consegnato nelle mani del Sindaco Mennitti una memoria articolata relativa alla valutazione dell'iter amministrativo seguito per la realizzazione del rigassificatore a Brindisi.
Il documento sarà portato a conoscenza dei Capi Gruppo e di tutto il Consiglio Comunale riunito domani a discutere della questione.
Così come già fatto per il Consiglio Provinciale, Legambiente intende far conoscere al Consiglio Comunale la sua posizione in merito alle decisioni assunte, ai pareri formulati in conseguenza dello stesso procedimento.
Di seguito il testo integrale della memoria

Legambiente ha più volte evidenziato i vizi procedurali nell’iter autorizzativo del terminal di rigassificazione e li ha ulteriormente puntualizzati nella memoria consegnata al Sindaco di Brindisi ed al Presidente della Provincia durante la Conferenza stampa di “Goletta Verde” del 27 luglio.
La sostanziale bocciatura da parte del Consiglio dei Lavori Pubblici del progetto definitivo della colmata su cui verrà realizzato l’impianto, dimostra ancora una volta l’assenza di un progetto complessivo “definitivo” su cui gli Enti preposti si siano potuti pronunciare, per conseguente l’assenza nel procedimento amministrativo compiuto del più importante elaborato che potesse consentire l’autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio.
Per queste ragioni, Legambiente ritiene che oggi ci siano tutte le condizioni per annullare l’esito delle Conferenze dei Servizi e quel Decreto autorizzativo, attraverso un impegno diffuso contro il rigassificatore, ovunque collocato, anche se già in tal senso il Consiglio Provinciale aperto (per sua stessa natura luogo ideale per affermare la volontà politica) risulta ormai una occasione perduta: l’approvazione dell’ordine del giorno che espresse contrarietà alla localizzazione nel porto dell’impianto e non contenne, forse perché ordine del giorno e non una vera delibera, mandati formali per azioni a revisione e cancellazione di atti e di autotutela.
La Legge 340/2000 attraverso l’art.10 sostituisce l’art.14 bis della Legge 241/90 e, fra l’altro, stabilisce che “la Conferenza dei Servizi” si esprime sul progetto preliminare, al fine di indicare quali siano le condizioni per ottenere sul progetto definitivo, le intese, i pareri, le concessioni, le autorizzazioni, le licenze, i nullaosta e gli assensi comunque denominati, richiesti dalla normativa vigente; Al comma 2°, inoltre, si afferma che i riferimenti di legge e le funzioni della Conferenza di Servizi sono esplicitamente richiamati nel procedimento, ma nella Conferenza dei Servizi del gennaio 2002 si decise di includere l’esame del progetto preliminare in una successiva riunione da convocare a data da destinarsi, cosa che non è mai avvenuta.
Legambiente ha ampiamente documentato (vedasi a tal proposito la memoria citata) il mancato coinvolgimento del Ministero per i beni e le attività culturali, la “disattenzione” rispetto alla richiesta del servizio RIBO (gestione rifiuti e bonifiche) del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio di far dipendere l’eventuale scelta di un insediamento industriale dall’esito della caratterizzazione del sito, le gravi contraddizioni della commissione regionale deputata a valutare i rischi di incidente rilevante (che nel mentre rispediva al mittente gli incompleti rapporti di sicurezza sugli insediamenti esistenti, emetteva il nulla osta di fattibilità sul rapporto di sicurezza preliminare del rigassificatore e dello stesso Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, che non si sa bene in base a quale improvvisata e non documentata istruttoria, o a quali “significativi elementi emersi”, ha rivisto la prescrizione sulla produzione di 4 miliardi di metri cubi in un anno, approvando l’espansione al doppio.
Va ricordato che dopo le puntualizzazioni delle Leggi 340/2000 e 241/90 sulla formazione degli “atti di consenso” soltanto sulla base del definitivo, il comma 5° dell’art. 14 bis della 241/90 attribuisce al responsabile del procedimento il compito di trasmettere alle amministrazioni interessate il progetto definitivo, redatto sulla base delle condizioni indicate dalle stesse amministrazioni in sede di Conferenza dei servizi sul preliminare, e convoca la Conferenza fra il trentunesimo ed i sessantesimo giorno successivo alla trasmissione degli atti. E’ superfluo sottolineare che, in assenza di quanto disposto in merito al progetto preliminare e del progetto definitivo, le prescrizioni indicate e la possibilità (comma 4°) di consentire “osservazioni di privati sul progetto definitivo” siano state disattese.
Il 15 novembre 2002 si è svolta, pur in presenza di tali gravi lacune e di conseguenti vizi procedurali, quella che è stata definita “la seconda e conclusiva riunione della Conferenza dei servizi”, in cui sono stati acquisiti come “atti di consenso” quelli, in qualche caso interlocutori o sottoposti a successiva revisione, espressi sul progetto preliminare e non sul definitivo ed in più casi, sulla “fase preliminare” e non sull’espansione in fase d’esercizio alla fine approvata. Gli effetti conseguenti a tale determinazione sono dirompenti, in quanto il successivo Decreto del Ministero della attività produttive del 21.01.2003, emesso sulla base di quanto disposto dall’art. 8 della 340/2000, ma ancor più puntualmente dal comma 9° dell’art. 14 bis della Legge 241/90, “sostituisce a tutti gli effetti” ogni autorizzazione, concessione o atto di assenso, comunque denominato, di competenze delle amministrazioni partecipanti o, comunque, invitate a partecipare alla predetta Conferenza.
Il fatto che soltanto nelle scorse settimane sia stato esaminato il progetto definitivo dal Consiglio superiore dei lavori pubblici offre, come detto, significativi elementi per una azione politica ed istituzionale diretta ad annullare il Decreto di autorizzazione alla costruzione ed all’esercizio del terminal di rigassificazione, per impugnare gli atti autorizzativi in sede giurisdizionale e, probabilmente, perché siano valutate ipotesi di reato nei confronti di chi aveva il dovere di garantire il rispetto delle leggi, la linearità, la trasparenza, la completezza del procedimento ed i rispetto dei diritti di accesso e partecipazione al procedimento, ad oggi tutti assolutamente disattesi.
Legambiente ritiene più che mai sia arrivato il momento di rilanciare la mobilitazione contro un impianto che non offre ma sottrae occupazione, che è funzionale agli interessi di ben precisi centri di potere e che non giustifica i gravi rischi di incidente rilevante e di incompatibilità con le attività portuali, attraverso la forzata pretesa di aumentare la fornitura di metano oggi assicurabile, oltre che dalla bretella della Snam, anche dagli 8-10 miliardi di metri cubi annui del Mar Caspio che il gasdotto Grecia-Albania può garantire.

FONTE: COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE BRINDISI

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