Brindisi, 03/08/2009
Legambiente e Italia Nostra sulle dichiarazioni circa il futuro del porto
E’ stato sottoscritto tempo fa un protocollo d’intesa funzionale all’inserimento del piano operativo triennale del porto nel documento di programmazione economica e finanziaria, in previsione del suo inserimento nella Legge obiettivo di fine anno, cosa che è avvenuta giorni or sono.
Posto che le scelte che indicano le linee dello sviluppo di un territorio non possono che essere il più possibile frutto di una vasta e cosciente condivisione tra le varie parti sociali, politiche e istituzionali affinché si abbiano concrete possibilità di attuazione con benefici collettivi, alle scriventi associazioni pare che quanto stia accadendo ricorda molto la vicenda del rigassificatore che fu inserito nella legge obiettivo del 2001, senza un processo informativo nè di approfondimento tecnico nè di confronto democratico, vista l’importanza dell’argomento e del suo impatto sul territorio. Per quanto riguarda la più importante infrastruttura del nostro territorio, il porto, ciò non è mai accaduto da quando la legge 84/94 istituì le autorità portuali. Non si vuole ripercorre una storia, purtroppo, tristemente già nota ma sottolineare quanta responsabilità debba ricadere sull’individuazione di personaggi che ricoprendo il massimo ruolo di questo ente hanno svolto un ruolo autoreferenziale che nella migliore delle ipotesi non ha arrecato alcun beneficio alla portualità, ma invece troppo spesso è accaduto l’esatto contrario. Queste responsabilità vanno suddivise indistintamente su tutto il ceto politico di ogni schieramento partitico che con le loro scelte hanno causato i danni che sono sotto gli occhi di tutti. Oggi, il gran darsi da fare dell’A.P., sconcerta oltre che per il metodo, anche per il merito. Che dire di alcune delle scelte come le seguenti?
• una darsena energetica, preludio ad un vero e proprio porto industriale, che permetterà l’arrivo di più carbone
• un’enorme colmata fra le Pedagne e Punta Cavallo
• il dragaggio dei fondali (come da richiesta della LNG!)
• una banchina di 200.000 metri quadrati all’interno della diga di Punta Riso e a ridosso del castello Aragonese destinata ad un assurdo scalo crocieristico e che verosimilmente fa da paravento ad altri traffici di incerta natura.
L’attuale presidenza dell’Autorità Portuale brindisina è oggi perfettamente in linea con il proprio passato, la gestione dell’ente è stata e continua ad essere testardamente autoreferenziale e totalmente avulsa dal territorio non tenendo in alcun conto le sue esigenze e richieste; un comportamento che sinora ha causato incalcolabili danni economici e occupazionali. Per quanto
riguarda l’individuazione dell’area fieristica nel sito di S.Apollinare con annesso capannone
ex Montecatini, in un primo momento accondiscende, poi si oppone indicando
una zona inadatta ed elencando una serie di insormontabili motivi e contrastando una scelta
unanimemente ritenuta la più logica e razionale. Infine in conferenza stampa congiunta con il Comune, rivedendo nuovamente la sua posizione, annuncia che il sito prescelto per gli spazi
fieristici è S.Apollinare. In pratica il presidente dell’A.P. ha solo fatto perdere alcuni
mesi di tempo, e di tempo non ne abbiamo molto.
Auspichiamo che le nostre istituzioni, la nostra politica si rendano conto dell’entità e della gravità dei danni sinora procurati da scelte inadeguate e inopportune che spesso hanno avuto un fine diverso da una ideale gestione delle risorse portuali.
Auspichiamo che quelle decisioni decisamente strategiche per il territorio, che implicano la direzione dello sviluppo dello stesso, siano preventivamente discusse nei consigli comunali e provinciali democraticamente eletti e che le decisioni assunte vengano portate e imposte in seno al comitato portuale. Nella speranza che una adeguata proposta di legge modifichi l’attuale 84/94 che riteniamo penalizzante per le istituzioni rappresentative del territorio e falsamente democratica.
Auspichiamo che tutte le parti politiche e sociali prendano le distanze da tale gestione impegnandosi a ricercare opportune soluzioni per iniziare un nuovo e giusto corso. Si faccia ricorso a personalità di indubbia professionalità e competenza e si chiuda immediatamente un periodo fosco che se portato ulteriormente avanti non potrà che aggravare e rendere irreversibile la situazione già drammatica del nostro porto.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
LEGAMBIENTE - ITALIA NOSTRA
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