Brindisi, 10/08/2009
Gabbie salariali al Sud, Tomaselli:" ci vorrebbe più serietà"
Il Presidente del Consiglio Berlusconi mette il proprio sigillo alla proposta rilanciata nei giorni scorsi dalla Lega di tornare alla gabbie salariali a danno dei lavoratori meridionali.
Il loro ragionamento è semplice: se nel Mezzogiorno la vita costa meno, è giusto che operai, impiegati, insegnanti, poliziotti, infermieri, eccetera… guadagnino meno.
Una risposta economica e sociale sbagliata che da anni sembrava ormai accantonata e che ora si vuole far tornare d’attualità.
Una risposta, peraltro, che ignora una realtà – come segnalato in questi giorni da più fonti – che registra da tempo una cronica situazione di squilibrio retributivo a danno dei lavoratori meridionali che, anziché rimarginarsi, si va ulteriormente aggravando negli ultimi anni.
Che il dibattito sul Mezzogiorno stesse prendendo una brutta piega era già evidente nelle settimane passate, con una risposta del centrodestra fatta di scelte retrive e meramente demagogiche: dal ribellismo dei notabili siciliani del PDL sedato da qualche promessa di risorse al ritorno al ritorno al più antico centralismo nell’annunciata Agenzia per il Sud.
La questione meridionale torna prepotentemente all’attenzione della politica nazionale e del Paese intero: ma nelle risposte che Berlusconi e la destra stanno prefigurando il Mezzogiorno rischia di pagare per intero la deriva di una subalternità culturale, prima ancora che politica, del Governo alla Lega. Il tutto nell’imbarazzante silenzio e nella totale impotenza del Ministro Fitto e dei parlamentari meridionali del PDL.
Ci vorrebbero, in realtà, più serietà e un rinnovato patto nazionale: premesse per una moderna ed adeguata lettura di quello che è divenuto il Mezzogiorno e di quanto abbia bisogno di politiche innovative ed originali.
Sen. Salvatore Tomaselli - Parlamentare del PD
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