Ostuni, 31/08/2009
Casa di cura Focolare: CGIL chiede la revoca dei licenziamenti
L'Avv. Giuseppe Giordano, per conto della Funzione Pubblica CGIL di Brindisi, ha inviato una lettera apera all'Istituto Suore Maestre di Santa Dorotea e, per conoscenza, a
Mons. Rocco Talucci, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni e all'Avv. Domenico Tanzarella, Sindaco di Ostuni.
La missiva ha per oggetto i "Dipendenti del Centro Residenziale per Anziani “O. e C. Solari”-“Il Focolare” di Ostuni". Di seguito ne riportiamo integralmente il testo:
Formulo la presente per conto e nell’interesse della Funzione Pubblica (FP) CGIL di Brindisi, in persona del Segretario provinciale Antonio Macchia, e dei lavoratori iscritti dipendenti della Casa di Riposo “O e C. Solari” - “Il Focolare”- di Ostuni gestita dall’Ist. Suore Maestre Dorotee , per significare quanto segue.
In esito alla procedura promossa dall’Istituto delle Suore Dorotee (ente ecclesiatico con personalità giuridica), motivato dalla dichiarata intenzione di chiudere il centro per l’età avanzata del personale religioso e per la necessità di rinnovo delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento dell’assistenza ed i costi necessari a tenere a norma l’immobile, in conformità a quanto previsto dalle leggi vigenti in materia, senza dare alcuna altra indicazione in ordine all’utilizzo futuro della struttura, tutti i lavoratori addetti ( 15 + 1 tempo determinato, oltre ai dipendenti dell’impresa che ha in corso l’appalto per le pulizie) hanno ricevuto nell’ultima settimana di luglio scorso la lettera di comunicazione del licenziamento/risoluzione del rapporto di lavoro con decorrenza 30/09/2009 e per tale data, presumibilmente, dovrebbe essere dimessa completamente l’attività.
E’ opportuno a questo punto ricordare che la casa di cura è pervenuta all’Ist. Della Suore Dorotee, destinatario principale della presente, in seguito a donazione modale da parte del Cav. Angelo Solari e Caterina Lofino (entrambi originari di Ostuni) del 24/01/1967, ed accettata dall’Istituto delle religiose in data 16/03/1968, in seguito ad autorizzazione e decreto del Presidente della Repubblica del 29/12/1967.
Tale donazione modale prevede la destinazione in “perpetuo” dell’opera (comprensiva dell’immobile, mobili di arredo, suppellettili e ogni cosa necessaria alla sua immediata funzionalità) a Casa di Riposo per Anziani del ceto medio e disagiati, come espressamente precisato nel decreto autorizzativo del Presidente della Repubblica, e tale modus/onere vincola l’utilizzo anche per il futuro, trattandosi di un’obbligazione accettata dall’istituto religioso
beneficiario, che può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse, ai sensi dell’art. 793 c.c., coma affermato ripetutamente anche dalla Suprema Corte di Cassazione in analoghe fattispecie, e quindi, anche dall’Amministrazione Comunale nel cui territorio insiste la struttura donata o dalle organizzazioni sindacali territoriali di categoria, oltre che collettivamente e/o singolarmente dai lavoratori addetti alla gestione e funzionalità della stessa.
Si sottolinea che nell’atto di donazione il benemerito cav. Solari, originario di Ostuni prima diventare Presidente onorario della Corte dei Conti a Roma, con inusuale lungimiranza e sensibilità sociale, oltre che per fini umanitari e spirito di carità cristiana, aveva precisato che l’opera aveva la finalità di dotare il Meridione di Italia di una struttura in grado di dare un contributo nel campo dell’assistenza agli anziani e per questo doveva e deve rimanere “come si è posto e progredire per modernità e criteri di adeguatezza dei mezzi”.
Ebbene la chiusura della casa si riposo, come unilateralmente decisa dall’Ist. della Suore Dorotee, senza valutare, fino ad oggi, alcuna diversa ipotesi, pure proposta dall’amministrazione comunale di Ostuni, con una nota a firma del sindaco Avv. Domenico Tanzarella, in data 13/05/2009, -che prevede la disponibilità del Comune di farsi carico della gestione della “Casa di Riposo” mantenendo in vita l’opera, con cessione, non a titolo meramente gratuito, ma onerata dalle spese necessarie a mettere a noma di legge la struttura - ma anche altre possono essere individuate (es. comodato d’uso ventennale, convenzione per la gestione mista pubblico - privato, compresa la gestione diretta da parte dei dipendenti costituiti in Cooperativa), integra un comportamento palesemente inadempiente dell’Istituto rispetto all’onere obbligatoriamente assunto, innanzitutto dal punto di vista giuridico, ma anche morale (anche quale obbligazione naturale), sociale (per la finalità data alla donazione dal Cav. Solari ), senza tralasciare la finalità caritatevole e spirituale perseguita dal benefattore (qui richiamata per tuziorismo e completezza di esposizione argomentativa, ma alla quale, siamo sicuri, sono improntati tutti gli atti e i comportamenti della Suore Dorotee ).
Si rammenta che, per espresso rinvio contenuto nell’atto di donazione (art. 9), in caso di inadempimento da parte dell’Ist. trovano applicazione le norme del diritto civile che prevedono la coercibilità a carico del donatario/beneficiario (anche se ente ecclesiastico o religioso) dell’onere/vincolo di destinazione statuito dal donante/benefattore.
Per altro verso, sotto il profilo del diritto del lavoro vigente, la tutela del posto di lavoro degli addetti all’azienda, ramo di azienda o dipendenza, comprende non solo la forma ma anche la veridicità sostanziale delle informazioni rese alle organizzazioni sindacali in sede di procedura di licenziamento collettivo o riduzione di personale, come disciplinato dalla L. 223/91 e successive modifiche ed integrazioni, e la nullità radicale e/o l’invalidità ed inefficacia di ogni atto o comportamento tendente ad aggirare ed eludere la normativa vigente, attuativa peraltro anche di Direttive dell’Unione Europea, in tema di trasferimento d’azienda
La notizia, ufficiosamente appresa dalla organizzazioni sindacali e dai lavoratori licenziati, secondo cui l’Istituto della Suore Dorotee ha in corso da mesi diverse trattative per vendere o alienare in altra forma la struttura a terzi ( si appreso di offerte di circa 2.800.000 euro e richieste di oltre 3.000.000 di euro), in realtà, se attuato tale intendimento, appaleserebbe una precisa strategia aziendale (illegittima anche si trattasse un’impresa con normali fini di lucro e non di un ente di religiose) tendente ad eludere le norme che garantiscono la continuità e la conservazione del posto di lavoro ai dipendenti in tutte le ipotesi di trasferimento d’azienda o di ramo di azienda, per cedere la struttura aziendale senza l’obbligo per il cessionario di garantire i diritti acquisiti dai dipendenti (contratto di lavoro, qualifica, scatti di anzianità) ed ottenere un corrispettivo più elevato.
Non volgiamo credere a tale eventualità che ci costringerebbe a tutelare i diritti dei lavoratori in sede giudiziaria, anche in via cautelare e di urgenza, o a presentare denuncia per comportamento antisindacale al Giudice del Lavoro, per richiedere la reintegra dei dipendenti nel posto di lavoro e la declaratoria di nullità di licenziamento ed ogni atto di trasferimento della Casa di Riposo, in qualsiasi forma e tempo adottata senza il rispetto della normativa vigente.
Confidiamo invece nell’opera di mediazione, anche al di là del ruolo affidatogli dal Cav. Solari nell’atto di donazione modale, che S. E. l’Arcivescovo di Brindisi ed Ostuni Mons. Rocco Talucci, al quale viene inviata la presente per opportuna conoscenza, dopo aver espresso parole di conforto e solidarietà ai lavoratori privati del posto di lavoro e alle loro famiglie, si è impegnato a svolgere alla presenza del Sindaco di Ostuni nei confronti della delegazione di lavoratori ricevuta presso la residenza di Ostuni il 05 agosto u.s. (guidata dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dal sottoscritto quale consulente legale della CGIL Provinciale e su mandato professionale ricevuto dai lavoratori), in occasione del “sit in” di protesta organizzato presso la Cattedrale di Ostuni,
Chiediamo l’immediata revoca dei licenziamenti comunicati ai lavoratori ( che comunque hanno già provveduto ad impugnare gli stessi ai sensi dell’art. 5 della L. 223/91 , dell’art.6 L. 604/66, e del CCNL agidae –enti religiosi) e dichiariamo la disponibilità ad una trattativa che possa garantire in primo luogo la continuità dell’attività della Casa di Riposo e l’assistenza degli anziani ancora ospitati, oltre che la garanzia del posto di lavoro dei dipendenti.
Nel frattempo saranno intraprese ed adottate tutte le forme di sensibilizzazione dell’Istituto delle Suore Dorotee e dell’opinione pubblica, anche tramite gli argani di informazione, nella speranza che la disperazione non porti a forme più eclatanti ed estreme di protesta da parte dei lavoratori, pur garantendo che gli anziani ancora ospiti della casa di riposo continueranno ad essere assistiti amorevolmente e professionalmente dagli operatori licenziati sino a che sarà loro consentito di svolgere il loro lavoro
Con l’auspicio e nella speranza che il monito e l’appello, contenuti nell’ultima enciclica sociale Caritas in Veritate, alla tutela della dignità della persona del lavoratore, che deve essere al centro della finalità dell’impresa - e a maggior ragione dell’opera di un ente di religiose votate alla carità umana e cristiana - e ad evitare il disagio sociale e familiare derivante dalla perdita del posto di lavoro, non cadano nel nulla, ma siano concretamente e fattivamente attuati.
La chiusura di una fabbrica , con il licenziamento degli operai, costituisce indubbiamente una sconfitta e provoca una ferita al tessuto economico e sociale di una comunità; la chiusura di una casa di riposo per anziani disagiati costituisce una sconfitta più grave e provoca una ferita più lacerante nel tessuto economico e sociale di una comunità meridionale già povera di strutture e servizi in favore delle persone più deboli e bisognose di assistenza: gli “ultimi” a cui le istituzioni civili e religiose devono guardare.
Distinti saluti
Avv. Giuseppe Giordano
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