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Brindisi, Risultanze dell'incontro del Coordinamento Istituzionale del P.Z.S.



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Brindisi, 16/09/2004

Risultanze dell'incontro del Coordinamento Istituzionale del P.Z.S.

Si è svolto nei giorni scorsi un incontro del Coordinamento Istituzionale relativo al Piano di zona sociale dell’ambito BR1, ai sensi della L.n. 328/00 e della L.r. 17/03.
Nel corso dell’incontro, il sindaco di Brindisi – rappresentato nell’occasione dall’assessore ai Servizi Sociali Cesare Mevoli – ed il sindaco di San Vito dei Normanni Vito Masiello hanno sottoscritto il disciplinare di funzionamento del Coodinamento, alla presenza del direttore socio sanitario dell’Asl BR1 Angelo Campana, con cui si è dato avvio al processo di pianificazione zonale per l’esercizio degli interventi e dei servizi sociali nell’Ambito Territoriale n. 1.
Nel corso dell’incontro del Coordinamento Istituzionale, sono state individuate le forme di collaborazione interambito, sono state definite le linee per attuare la programmazione partecipata, costruendo la rete dei servizi alla persona ed efficaci politiche di inclusione sociale al fine di realizzare un sistema di sicurezza sociale.
I bisogni, vecchi e nuovi, impongono una revisione critica dell'attuale sistema di unità di offerta, non sempre adeguata sotto il profilo qualitativo e quantitativo, spesso non idoneo a garantire le opportunità necessarie perché i diritti sanciti risultino esigibili. A questo scopo va promossa e consolidata la logica del lavorare per progetti, tenendo conto del potenziale apporto di iniziative di concertazione interistituzionale, garantendo approcci integrati all'interno di circuiti e procedure programmatiche proprie del livello regionale e di quello locale, sempre nel rispetto degli obiettivi e delle priorità definite dalla Regione, fatte salve le specifiche esigenze delle comunità locali.
Il Piano di zona è lo strumento e l'occasione nelle mani del programmatore locale per garantire le concordanza tra i programmi, gli obiettivi e i risultati attesi, le previsioni finanziarie annuali e pluriennali dei Comuni e degli altri soggetti che concorrono alla realizzazione degli obiettivi.
La maggiore interazione tra i soggetti, nel rispetto dei ruoli e delle specifiche funzioni, può essere garanzia di maggior tutela delle persone, in particolare di quelle più deboli che, spesso, oltre a non essere in grado di soddisfare autonomamente i propri bisogni, non sempre riescono a formulare domande pertinenti ai servizi. Lo strumento Piano di zona può risultare la risposta strategica all'esigenza di passare da una cultura assistenziale di erogazione di prestazioni alla persona bisognosa ad una politica innovativa e positiva di servizi, fra loro integrati, a favore della comunità locale.
Nella prima parte del Piano - che dovrà essere elaborata entro il mese di ottobre - vanno quindi esplicitati i seguenti elementi:
– Il contesto socio economico del territorio: analisi della domanda sociale e dell’offerta;
– Gli obiettivi strategici e le priorità generali del Piano.
Ciascuno Piano deve rispondere alle seguenti domande:
a. Quali priorità e indirizzi accomunano gli interventi nelle diverse aree di bisogno?
b. Quali tipologie di servizi sono ritenute più adeguate per il perseguimento degli obiettivi?
c. Quale integrazione tra politiche di intervento di settori diverso è possibile? Ed in particolare quali azioni saranno poste in essere per attuale l’integrazione sociosanitaria?
d. Quali sono gli indirizzi generali per l’allocazione delle risorse finanziarie assegnate al Piano Sociale di Zona? (concorso dei Comuni, applicazione del principio di sussidiarietà, criteri per la individuazione degli interventi infrastrutturali da realizzare, ecc.).
– Gli assetti gestionali ed organizzativi dell’ambito territoriale.
Ciascuno Piano deve rispondere alle seguenti domande:
e. Quale forma per la gestione associata tra Comuni delle funzioni sociali?
f. Quali modalità di produzione dei servizi vengono perseguite? (Per esempio a gestione diretta comunale o esternalizzata; attraverso la gestione di servizi alla persona o attraverso erogazioni titoli per l’acquisto di servizi ai sensi della l.r. n. 17/2003)
h. Qual è il percorso per definire gli strumenti per la gestione unitaria del sistema di interventi e servizi sociali? (in particolare: Regolamento di accesso al sistema, Carte dei servizi, luoghi della partecipazione).ecc…
“Il Piano di zona – afferma l’assessore Mevoli - è l'occasione offerta alle comunità locali per leggere, valutare, programmare e guidare il proprio sviluppo e va visto e realizzato come piano regolatore del funzionamento dei servizi alle persone. In particolare, il Piano di zona è lo strumento promosso dai diversi soggetti istituzionali e comunitari per analizzare i bisogni e i problemi della popolazione sotto il profilo qualitativo e quantitativo, per riconoscere e mobilitare le risorse professionali, personali, strutturali, economiche pubbliche, private ( profit e non profit ) e del Volontariato, per definire obiettivi e priorità, nel triennio di durata del piano attorno a cui finalizzare le risorse, per individuare le unità d'offerta e le forme organizzative congrue, nel rispetto dei vincoli normativi e delle specificità e caratteristiche proprie delle singole comunità locali, per stabilire forme e modalità gestionali atte a garantire approcci integrati e interventi connotati in termini di efficacia, efficienza ed economicità e per prevedere sistemi, modalità, responsabilità e tempi per la verifica e la valutazione dei programmi e dei servizi”.

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BRINDISI


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