Brindisi, 14/09/2009
Il Min. Prestigiacomo firma decreto Via per la centrale Edipower
Da un comunicato stampa pubblicato sul sito internet del Ministero dell'Ambiente si apprende che "sono stati firmati dal Ministro Stefania Prestigiacomo nove decreti VIA (Valutazione d'impatto ambientale) su opere strategiche per lo sviluppo economico e ambientale del nostro paese".
Tra le firme c'è anche quella che riguarda la centrale termoelettrica di Brindisi Nord (Edipower).
Nello scorso mese di Aprile, sulla natura del progetto sottoposto a VIA dall'azienda partecipata da Edison, A2A, Iride e Alpiq, fu lanciato un allarme dall'Assessore Regionale all’Ecologia Michele Losappio. Secondo Losappio si consentiva "l’installazione a Brindisi di un’altra centrale a ciclo combinato, per 430 MW, nel Sito di Interesse Nazionale". Questo impianto - continuava l'Assessore "andrebbe ad aggiungersi e non a sostituire l’attuale centrale a carbone del stessa Società con i suoi 640 MW di produzione in corso portandola a 1070 MW; comportando, tra l’altro, la costruzione di un metanodotto della lunghezza di 4 km”
"Se fosse recepito dal Ministero – concludeva Losappio – ci troveremmo davanti ad un ulteriore gravoso peso per il territorio e la salute dei cittadini che la Regione non intende edulcorare ed accettare supinamente".
A Losappio rispose Domenico Mennitti, Sindaco di Brindisi. Il primo cittadino accertò che Edipower "ha presentato un progetto per la realizzazione di un gruppo di produzione a ciclo combinato e lo ha sottoposto all’esame della Commissione Nazionale per la Valutazione di Impatto Ambientale", ma, allo stesso tempo, assicurò, che l'azienda aveva "modificato le proprie strategie e quindi non era più interessata a realizzare l’impianto a ciclo combinato".
Mennitti, sentiti gli organi dirigenti di Edipower, garantì che la società avrebbe utilizzato la VIA limitatamente al progetto di copertura del carbonile".
Sulla questione intervenne anche il Senatore Tomaselli ricordando che in base alle convenzioni l'impianto "avrebbe dovuto essere chiuso oltre dieci anni addietro e solo una altalenante condotta politico-amministrativa dell’ultimo decennio ha consentito la prosecuzione della produzione, rinviando sine-die la stessa riconversione a metano dell’impianto".
Riconversione - continuava il Senatore del Partito Democratico - che pure l’azienda si era impegnata in parte o in toto a garantire proprio con il progetto di cui alla VIA... e che doveva essere realizzata con la dismissione totale o parziale (con un gruppo in riserva tecnica) dei gruppi a carbone".
Pertanto - concluse Tomaselli - "la rinuncia alla realizzazione dell’impianto a ciclo combinato, alimentato a metano, con la contemporanea volontà espressa di continuare a far funzionare l’impianto unicamente a carbone, sembra essere una buona notizia solo per l’Edipower e non certo per Brindisi".
Quel che è certo è che oggi, dopo la firma del Ministro Prestigiacomo, Edipower ha il lasciapassare per l'aumento della produzione di energia mediante la riattivazione dei due gruppi non attivi.
Rinuncerà come garantito da Mennitti oppure utilizzerà la firma del Ministro per realizzare quanto sottoposto a VIA?
Il sito internet della società smentirebbe quanto assicurato da Mennitti poichè nella pagina dedicata alla centrale di Brindisi (Clicca qui per leggere) la proposta sottoposta a Via è delineata come il progetto del "domani".
Dopo l'excursus storico e la descrizione dell'attuale funzionamento dell'impianto si legge infatti: "DOMANI: Il progetto di revamping della centrale consiste nella realizzazione - in sostituzione delle unità convenzionali 1 e 2 da 320 MW ciascuna - di un ciclo combinato alimentato a gas naturale, costituito da una turbina a gas e da una turbina a vapore esistente, per una potenza complessiva di circa 430 MW e nel mantenimento in esercizio delle sezioni 3 e 4 a carbone"... e poi via alla descrizione dello schema del ciclo termico proposto per la trasformazione in ciclo combinato delle Sezioni 1 e 2 attualmente dismesse.
La stessa descrizione appare nella sezione "come funzionerà".
Intanto, in attesa di conoscere ufficialmente se sarà "sconfessato" il progetto che ancora oggi campeggia in bella mostra sul sito internet, si è saputo che il prossimo 22 settembre i dirigenti Edipower incontreranno a Bari i sindacati per discutere dell'intenzione d di predisporre un piano di mobilità per i dipendenti in vista della probabile chiusura fino al 31 dicembre.
Tutto ciò sarebbe da inquadrare come effetto di una crisi temporanea dell'azienda causata dal calo del fabbisogno energetico nazionale, anche se qualcuno già parla di una tattica che ricorda tanto i famosi "ricatti occupazionali" subiti dal territorio.
Aspettando che si dipanino i dubbi l'unica certezza riguarda ciò che farebbe bene alla salute dei brindisini: quantomeno la dismissione dei gruppi a carbone in favore di quelli a ciclo combinato.
Edipower vuole continuare a produrre con due gruppi? Bene, lavori con quelli a ciclo combinato dal momento che ha richiesto e ricevuto l'autorizzazione a farlo.
Se la politica fosse forte e non permettesse che gli interessi dei cittadini soggiacessero a quelli economici di una società per azioni, sarebbe quella la soluzione più lapalissiana. Ma Brindisi è la patria del "tutto è possibile", anche che un'azienda resti inoperosa dopo aver ricevuto l'ok per realizzare una di quelle opere che un Ministro qualifica come "strategiche per lo sviluppo ambientale del nostro paese".
Ore.Pi.
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