S. Pietro V.co, 08/10/2009
Convenzioni: le proposte firmate da circa 3.000 cittadini
Di seguito riportiamo integralmente il Documento di Proposta sulle Convenzioni energetiche sostenuto da una petizione promossa dal “Comitato 8giugno-per lo sviluppo sostenibile e la tutela della salute”, che vede come prime firmatarie alcune rappresentanze elettive e di governo del Comune di San Pietro Vernotico (Brindisi) e che, attraverso una petizione informata, è sostenuta da circa tremila cittadini residente nelle aree a rischio.
La proposta è stata inviata al Vice Presidente Giunta Regionale Puglia, al Sindaco di Brindisi, al Presidente Provincia di Brindisi e alle società Enel ed Edipower
In relazione alla definizione di una nuova Convenzione tra Enel, Enti Locali e, presumiamo, Governo, i cui Decreti sono necessari per dare efficacia alle parti dell’accordo relative agli assetti produttivi, riteniamo che essa debba concorrere, per sua quota parte, a un accordo globale e unitario sull’intero polo energetico brindisino, in termini di tetti complessivi di emissioni massiche, di quantità di carbone, di energia elettrica prodotta.
Di conseguenza, riteniamo che il Decreto del Presidente della Repubblica del 23 aprile del 1998 (Approvazione del piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Brindisi), debba costituire il faro dei nuovi accordi riguardanti l’”area ad elevato rischio di crisi ambientale” (della quale fa parte anche il Comune di San Pietro Vernotico), così come dichiarata da delibera del Consiglio dei Ministri l’11 luglio 1997.
Tale Decreto, in virtù di una analisi sistemica degli impatti cumulativi e complessivi, e non di quelli prodotti uno per uno dagli insediamenti industriali presi singolarmente, recepisce l’accordo tra Enti Locali ed Enel, raggiunto con la Convenzione del 12 Novembre 1996.
La Convenzione del ’96, per l’intero polo energetico brindisino, prevedeva i seguenti limiti: emissioni massiche annue di SO2 13.000 ton, di NOx 10.000 ton., di Polveri 1.700 ton; quantità annua di Carbone da utilizzare 2 milioni di tonnellate; Energia elettrica annua prodotta 15 Miliardi di KWh. A tali limiti, ritenuti i massimi compatibili per l’area già a rischio di Brindisi, avrebbe concorso, nel regime definitivo, la chiusura della centrale elettrica di Brindisi Nord prevista per il 31 dicembre del 2004, con misure concordate e definite di salvaguardia dei posti di lavoro.
A nostro avviso, le nuove Convenzioni devono essere in linea con questi limiti complessivi.
A tale scopo, in coerenza con il PEAR, e con quanto già unanimemente deliberato dal Consiglio Provinciale il 19 dicembre del 2006, proponiamo:
a) Una significativa riduzione delle quantità di carbone, coerenti con la Convenzione del ‘96;
b) Una conseguente forte riduzione delle emissioni di CO2 (e delle polveri), così come stabilite per Brindisi dal Piano Nazionale di Assegnazione delle Quote con il Decreto del 18 dicembre 2006, il non rispetto del quale sta comportando per l’Italia una pesante multa da parte dell’Unione Europea;
c) L’utilizzo di carbone STZ e con un più alto potere calorifico;
d) Un aumento significativo della percentuale di rendimento ed efficienza degli impianti, tale da raggiungere almeno il 45%;
e) La copertura, già autorizzata, del carbonile di Cerano;
f) La realizzazione di un unico pontile dedicato esclusivamente alla movimentazione del carbone, delle ceneri e dei gessi, così come previsto, e logisticamente individuato nel Porto esterno, nel Piano Operativo Triennale 2003/2005 dell’Autorità Portuale, senza inventarsi faraonici nuovi Porti Industriali da costruirsi a Cerano (con annessa darsena per il carbone e il gas!?), che moltiplicherebbero a dismisura l’erosione in atto di tutta la costa salentina a sud di Brindisi e a nord di Lecce, oltre a mettere a rischio le esistenti praterie di essenziali specie vegetali protette come la poseidonia;
g) Il rientro definitivo dei livelli delle emissioni almeno in quelli della Convenzione del ’96, recepiti dal DPR del ’98, con l’impegno, definito e programmato, di una riduzione sostanziale ed effettiva delle sostanze e delle emissioni inquinanti rispetto a quelle attuali, che vedrebbe invece l’aggiunta di enormi quantità di diossina, se si perseguisse la sciagurata ipotesi, che rigettiamo e che combatteremmo strenuamente, di bruciare nelle centrali, in co-combustione con il carbone, anche il Combustibile Da Rifiuti, in netta contraddizione con quanto giustamente legiferato per Taranto e con il Piano Regionale sulla Qualità dell’Aria!;
h) La realizzazione del ciclo combinato, già autorizzato, presso Edipower, solo in sostituzione, e non in aggiunta, alla produzione di carbone, che va comunque e in ogni caso inibita;
i) La ricostruzione di un corretto e pubblico rapporto delle società elettriche con il territorio, le sue imprese e i lavoratori locali, che preveda anche, tramite Protocollo Aggiuntivo, un parco-Progetti a cura degli Enti Locali di misure e interventi di risanamento, a spese delle società elettriche, compensativi degli effetti distorsivi ambientali, prodotti dagli insediamenti energetici, nel territorio salentino situato a sud di Brindisi e a nord di Lecce;
l) Il rilancio effettivo del Centro Ricerche Enel nei settori di sicura ed effettiva frontiera della ricerca energetica del futuro, tra cui v’è certamente la filiera dell’idrogeno;
m) Il potenziamento e un più esteso e completo monitoraggio degli inquinanti presenti nell’aria, nel suolo e nell’acqua dell’area a rischio di crisi ambientale, per la quale si richiede una rete di rilevamento più completa, da raggiungersi anche con un più celere passaggio, già concordato, delle centraline private dell’Enel all’ARPA;
n) Il diretto coinvolgimento degli Enti Locali e dell’associazionismo territoriale dell’area a rischio nella definizione delle nuove Convenzioni energetiche;
o) infine, chiediamo che tutte le energie pulite e rinnovabili, previste nel nostro territorio, siano autorizzate solo in sostituzione di quelle fossili e inquinanti esistenti.
Queste proposte, che sottoscriviamo, sono già sostenute da circa tremila cittadini, che hanno firmato una petizione informata, nella quale ci riconosciamo, a tutela dell’ambiente e della salute del territorio e delle popolazioni, promossa dal “Comitato 8giugno-per lo sviluppo sostenibile e la tutela della salute”.
Principio di precauzione, validazione scientifica e condivisione democratica sono le coordinate ispiratrici che orientano le proposte che avanziamo. Non ci appartiene la cultura del No preconcetto tipo Nimby, ma neppure quella di piegarsi a esigenze di governo opportunistiche e a esigenze puramente aziendali, a cominciare da quelle della Centrale più clima alterante d’Italia.
Con queste proposte si rivendica semplicemente il rispetto e il risanamento ambientale di tutto il territorio salentino a sud di Brindisi e a nord di Lecce, che sta già pagando pesanti tributi di sostenibilità e di salute al fabbisogno energetico regionale e nazionale.
convenzioni_121009
|