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Brindisi, Associazioni: "le assoluzioni preventive dell'Enel"



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Brindisi, 12/10/2009

Associazioni: "le assoluzioni preventive dell'Enel"

L’ENEL dice che “ogni qualvolta” la magistratura avvia indagini per l’accertamento di eventuali responsabilità penali di suoi esponenti o funzionari le associazioni ambientaliste emettono semplicistiche condanne definitive con iniziative che mistificano la realtà e provocano inutili allarmismi.
L’ENEL Si dia una calmata non abbiamo mai emesso condanne definitive né provvisorie perché non è nostro compito farlo mentre avvertiamo il dovere di interpretare ed esprimere le vive preoccupazioni e i forti allarmi dei cittadini per tutto ciò che può contribuire a rendere invivibile il nostro territorio ed a colpire la salute e l’incolumità dei cittadini.
Preoccupazioni ed allarmi giustificatissimi ove si consideri la frequenza delle notizie di indagini aperte dalla Procura della Repubblica per inquinamenti provocati dal funzionamento delle centrali elettriche. Una frequenza che sconcerta e che l’ENEL conosce ed anche riconosce allorquando usa l’espressione “ogni qualvolta” per indicare le tante e numerose volte che la magistratura è stata indotta ad intervenire ed a aprire ad inchieste penali.
Respingiamo quindi le animose e scomposte accuse dell’ENEL rivolteci con il comunicato pubblicato il 9 ottobre, rilevando che con una successiva nota pubblicata il 10 ottobre la società offriva agli inquirenti la propria “piena collaborazione” dicendosi certa “di avere sempre operato nel rispetto delle norme previste dalla legge”. Una clamorosa autoassoluzione preventiva che toglie ogni credibilità all’offerta di collaborazione e che conferma la vocazione ad ogni forma di “promozione” spettacolare del suo modo di rapportarsi con la società civile e le istituzioni locali.
Per parte nostra facciamo notare che gli accorgimenti tecnici pomposamente vantati dall’ENEL sono tutti adempimenti dovuti per legge e non coprono la più vasta area delle misure doverose in una realtà dichiarata ad elevato rischio ambientale come è quella di Brindisi. Ciò che soprattutto occorre è convincersi che si deve procedere ad una drastica riduzione del carbone bruciato perché, con buona pace dell’ENEL, tutto ciò che di tossico c’è nel carbone non si distrugge ma si trasforma non solo in CO2 ma anche nei tanti veleni (ossido di carbonio, biossido di azoto, biossido di zolfo, arsenico, cadmio, cromo, piombo, nickel, cloro, fluoro, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), polveri sottili (PM10), diossine e furani.) di cui abbiamo più volte parlato.

COMUNICATO STAMPA:
Italia Nostra, Legambiente, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente, Salute Pubblica.


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